Presentato ieri, giovedì 12, “Le Radici e le Pietre”, del prof. A. Franco

Ritratto di Pino Lo Presti

13 Luglio 2012, 19:37 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Una nuova importante pubblicazione (Misuraca editore) di studi di ricerca archeologica sulla Storia di Cefalù e delle sue relazioni con il mondo antico.





Il Vicepresidente della Fondazione, Manlio Peri, ha così presentato la serata.

In questo primo incontro con l'Autore è nostro graditissimo ospite il Prof. Antonio Franco che, con Valentina Porterà, presenterà il suo libro più recente, "Le Radici e le Pietre", edito da Misuraca.
Di Antonio Franco, la Fondazione ha avuto il piacere di presentare, tre anni fa, un'altra pregevole opera, su "Periferia e frontiera nella Sicilia antica". Ricordo che in quell'occasione ebbi modo di rimarcare come il risaputo impegno che Antonio profonde nell'insegnamento, presso il Liceo Mandralisca, non riuscisse ad esaurire tutte le sue energie né a smorzare il suo appassionato interesse per la storia antica della Sicilia. Lo stesso, e a maggior ragione, posso dire stasera, dato che ai suoi numerosi impegni egli aggiunge ora quello di Presidente del Consiglio comunale.
"Le Radici e le Pietre", quest'ultima fatica di Antonio Franco, è una raccolta di quattro saggi su Cefalù antica: nasce - come afferma nella prefazione la Prof. Pietrina Anello - dall'amore dell'Autore per la sua città, che traspare da ogni pagina e da ogni parola, ma anche dal rigore dello studioso appassionato di Storia, che vuol far conoscere le radici lontane della sua città sulla base di documenti e di riflessioni metodologicamente corrette.
Da profano quale sono, non mi azzardo a commentare i contenuti scientifici del libro; posso dire però che l'ho letto - come già il precedente - con vero piacere; e, in particolare, il contributo sulle origini storiche di Cefalù, scritto in forma talmente piana e comprensibile che ogni lettore può affrontarlo con facilità, traendone preziose nozioni.
Molti spunti di riflessione offre poi il secondo dei quattro saggi che compongono il volume: dove ci si sofferma sull'episodio, narrato da Cicerone nelle Verrine, di due candidati alla carica di sommo sacerdote nella Cefalù di epoca romana, e dell'espediente escogitato da Verre per favorire l'elezione dell'uno a discapito dell'altro. Invito tutti a leggerlo per la sua stupefacente attualità.
Insomma, Antonio Franco ci offre, dopo il precedente, un altro libro piacevole e appassionante oltre che erudito, di cui lo ringraziamo augurandogli, ed augurandoci, che siano in molti a leggerlo, e soprattutto molti cefafudesi.

Peri ha così concluso:
Io credo che il libro di Antonio risponda perfettamente a quanto scriveva, nel lontano ’73, Illuminato Peri:
Distinguere in diversi gradi di rilevanza, porre nell’opportuno rilievo i fatti che vanno al di là dello scorrere dei giorni, non smarrire il nesso tra avvenimenti eccezionali e quadro generale, è virtù tra le prime di chi si accosta alla ricerca storica con ambizione di contribuire con indagini e rilevati nuovi oppure semplicemente con animo di acquistarne scienza



Valentina Portera, allieva del prof. Franco ha curato una approfondita presentazione del libro (che riportiamo, per esteso in allegato)
(Vedi allegato: Presentazione di “Le Radici e le Pietre” Relazione Le Radici e le Pietre.pdf

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Ha quindi preso la parola il prof. A. Franco
Il quale ha voluto, in apertura (salutando la prof.sa Melina Greco, Presidente di Sicilia Antica), sottolineare l’importanza  dell’accostamento dei giovani alla Storia ed alla Archeologia.

Rispondendo ai tanti che si chiedono cosa possa valere oggi una Laurea del genere, osserva come la loro passione per l’approfondimento delle ragioni della storia, sia un potenziale enorme per la necessaria intelligenza nella lettura critica della realtà dell’oggi, per cambiarla in meglio, e come sia anche un insegnamento per gli adulti: “E’ solo conservandolo (“il passato”, n.d.r.) come un tesoro prezioso, un patrimonio perenne, e sapendo leggere nelle pieghe della storia, criticamente, analiticamente, che possiamo costruire  il nostro futuro con la speranza di non ricadere negli stessi errori, sempre dietro l’angolo, dell’umanità”.

A chi dice - come un qualche nostro politico nazionale - che tali studi possano servire al massimo per “farsi un panino”, Franco risponde che “è con queste cose si costruisce una società”!

D’altra parte la storia e la cultura, la conservazione dei beni culturali sono il futuro della nostra economia”.
Per non disperdere l’enorme capitale di intelligenza e passione prodotti in tal senso dai giovani, ha auspicato fortemente che, a cura dell’Ente comunale, le Tesi di Laurea meritevoli, possano diventare patrimonio comune a disposizione di appassionati e studiosi



Ha ricordato con gratitudine e affetto la prof.sa Anello, sua Maestra accademica, il prof. Salvatore Termini suo Maestro alla Inferiori - per gli stimoli alla conoscenza della storia del nostro territorio -, e il prof. Amedeo Tullio, i quali hanno saputo conservare e trasferire questa carica d’amore a tanti altri giovani e giovanissimi.


 

Il libro è dedicato a Renzo Misuraca - editore storico ed “eroico” cefaludese (che stampava un libro andandoci, spesso, in perdita) - che lo ha letteralmente “nutrito” con i suoi libri.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Radici e le Pietre” raccoglie quattro ricerche conosciute sin’ora solo in ambiente accademico.
Vuole essere “un contributo di conoscenza a chi si avvicini criticamente alla nostra città perchè la scorgano in tutta la bellezza della sua unicità
”.

Per la descrizione, puntuale e suggestiva, di tutto questo naturalmente è meglio leggere il libro del prof. Antonio Franco.

Noi riferiamo soltanto che questo lavoro è stato possibile grazie al lavoro di documentazione archeologica svolto in passato a Cefalù, già dal Barone Pirajno di Mandralisca, ma soprattutto dal prof. Amedeo Tullio e altri che tanto hanno lavorato, negli anni ’80 e ‘90 e a seguire, persone nate e che vivono in questa città come la prof.sa Cinzia Muscarello (una delle principali archeologhe attive proprio in quegli anni ’80 e ’90) e Luana Luppino, neo-laureata.

Cinzia Muscarello



Partendo dalla esperienza della sua famiglia, originaria di S. Mauro Castelverde, Franco rileva una nota caratteristica di Cefalù e della sua storia: “Una città aperta dove tante confluenze si integrano in una sintesi; quelle sono state le Pietre di questa città, quelle che hanno cementato questa sintesi; per questo - spiega - il titolo del libro è  Le Radici e le Pietre!
E’ attraverso quelle Pietre, che gli archeologi hanno messo in luce, che riscopriamo radici comuni poichè Cefalù era punto di riferimento di tutta una rete di relazioni di un vasto territorio intorno
”.



Particolari due dei quattro scritti componenti il libro: uno presentato qualche anno fa a sostegno della valorizzazione della Rocca (Calembour cefalutano) e l’altro per sostenere la candidatura, presso l’Unesco, della nostra città a “Patrimonio della Umanità”.
Il primo, “in introduzione”, e il secondo “in coda” al libro, sono scritti in “prosa libera” (cioè non secondo i canoni storiografici ma lasciando libera la passione), ispirandosi, nella prosa, a Vincenzo Consolo.

L’Autore legge infine alcune pagine del “Calembur cefaludese” dedicandolo alla famiglia Misuraca.

 

 

Le foto sono di Emanuele Misuraca, Il M° Giuseppe Forte ha realizzato la copertina
 

 

 





 

 

 

 

 

 

 

Il prof. Franco, ha tenuto, concludendo, a sottolineare come questo lavoro più che di un singolo autore sia piuttosto il frutto della sinergia di tante persone.

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Interventi



A. Sciortino
Riapre una questione lasciata indefinita nel libro circa chi ha avuto in mano la Rocca , Greci, Cartaginesi, etc...e, lasciando libera la fantasia, non esclude possa anche essere stata in mano ai Siculi, a Ducezio, molto prima cioè dei Greci.

A. Franco
Confessa che è una ipotesi condivisibile, certamente suggestiva, ma mancano attualmente prove certe.



G. Forte
Grato per aver avuto occasione di riprendere la tradizionale collaborazione con Misuraca, ricorda i tanti altri nomi di persone che hanno amato Cefalù: il prof. Domenico Portera, Nico Marino, il prof. Pietro Saja, il prof. Bartolo Martino ...
Ricorda come nel recupero dei due sarcofagi custoditi nell’androne del Mandralisca, ritrovati in contrada Spinito, sia stato fondamentale l’intervento di chi sta parlando e della prof.sa Melina Greco, i quali hanno letteralmente sottratto a mani nude (1976) tali preziosi reperti alle ruspe (tracce della loro pala sono ancora visibili sulla fiancata di uno di essi) che le stavano distruggendo (come accaduto per tanti altri reperti delle nostre necropoli nel periodo della “espansine edilizia”).

- la prof.sa Melina Greco

Franco ha infine ricordato il grande contributo alla nostra storiografia dato da Mons. Misuraca.



L’ass.re Marinaro
Accoglie ed auspica che i tanti lavori di ricerca - specificatamente le tesi di Laurea - che concorrano alla conservazione della memoria storica della città siano raccolti e resi accessibili al pubblico, attraverso una pubblicazione a carico del Comune





Peri
Ricorda che, nel sito della Fondazione (www.fondazionemandralisca.it) esiste già una sezione “Tesi di Laurea” in cui ne sono raccolte, già, in buona quantità.


                                                                                                                                                                                                                la sig.a Misuraca, "sacerdotessa" della cultura a Cefalù


 

Commenti

Vorrei aggiungere un mio breve commento. L'incontro, come altri preparati dal Mandralisca per opera del suo vicepresidente Manlio Peri, coadiuvato da un ottimo personale, è stato interessantissimo. Abbiamo potuto immergerci quasi nella sorgente della nostra storia, a quei secoli in cui la Sicilia fu sicula, greca, punica e romana. Secoli vissuti anche da Cefalù, che di queste diverse culture conserva memoria archeologica, come Antonio Franco ha più volte mostrato nei quattro saggi, che compongono il suo libro.

Un mio amico mi disse, tanti anni fa, che se di un libro conserviamo nella memoria anche soltanto un rigo, allora possiamo star certi che quello è un ottimo libro. Di ciò in oltre quarant'anni ho avuto tantissime conferme. Quale superlativo usare, però, per un libro come questo di Antonio Franco, se nella nostra memoria restano tantissime pagine? Se giunti alla fine della lettura, ci rendiamo conto che essa ci ha resi più ricchi non soltanto di conoscenza storica – e già questo sarebbe tanto – ma anche di quella cultura, che ci indica la via maestra per andare verso il futuro senza tentennamenti?

Ecco, io non so trovare questo aggettivo di grado superlativo per descrivere la grande soddisfazione che ho provato con la lettura del libro. La soddisfazione di aver trovato con maggiore consapevolezza le radici del mio mondo e una sicurezza filosofica per affrontare il mio cammino.

Grazie, Antonio.