I segni della fede

Ritratto di Salvatore Culotta

4 Agosto 2013, 17:29 - Salvatore Culotta   [suoi interventi e commenti]

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E’ bene l’aver raccolto sotto un unico tetto, quello della ex-chiesa dell’Annunziata, opere di diversi artisti, purtroppo soltanto locali, ispirate al Cristo Pantocratore di Cefalù, nonché altri lavori, della collezione di S. Varzi (privi però di una adeguata didascalia), e dello scultore T. Geraci. E’ di grande interesse, e ne va dato ringraziamento l’aver ritrovato ed esposto la grande tela (1.80x1.80) di Rosario Mileo.

In questa atmosfera di plauso generale, ma uscendo dall’argomento della mostra, c’è tuttavia una nota certamente stonata : le edicole votive ( i “segni della festa”) ricordate e fatte oggetto di un giro turistico curato dall’Archeoclub ; è vero che in occasione della festa  vengono ripulite, addobbate e venerate, ma è altrettanto vero che non è certo così per tutte. Via Madonna degli Angeli e viaLo Duca ospitano due edicole che non partecipano alla festa; in quelle strade in cui peraltro fioriscono ombrelloni e tavolini, cucine e depositi di ristoranti vari, si vanno degradando per generale abbandono due edicole. Per una , quella di via Lo Duca, si era pensato insieme all’Archeoclub di occuparsi del suo restauro promuovendo una raccolta di fondi, ma a tutt’oggi questo progetto non è ancora decollato, e forse mai si realizzerà. Chissà se come “segno della festa “ non sarebbe stato più indicato devolvere a questo restauro parte delle cifre raccolte per la festa, magari rinunciando ad avvenimenti più spettacolari e dando reale sostanza ai vari discorsi d’occasione, magari sfruttando i “giri turistici”

Sempre in via Madonna degli Angeli, all’angolo con  vicolo Santissimo esisteva una volta una piccola cappella privata al cui interno esistono degli affreschi tra bidoni d’immondizia. Ecco come ne parlava il Prof. P. Saya in un articolo del Corriere delle Madonie ( anno XXXII n° 7-8 del settembre 1996) :

“… Don Antonio Lo Duca nacque a Cefalù nel 1391 e morì a Roma nel 1564: fu sepolto in santa Maria degli Angeli, che egli ardentemente volle, ed una lapide, collocata accanto all’altare maggiore, lo ricorda ai posteri. Ma quel fervore per la Madonna degli Angeli, con ogni probabilità, non si manifestò in Don Antonio durante il suo soggiorno a Roma, bensì sin da quando risiedeva a Cefalù – fra l’altro fu priore di Gibmanna – ed abitava nella strada che ora, in sua memoria e del nipote Jacopo – scultore, allievo prediletto di Michelangelo – porta l’intestazione “via Lo Duca”. Questa strada incroca la via Madonna degli Angeli e quest’ultima, quasi sicuramente, fu così intitolata per la presenza dell’edicola che si trova all’angolo tra la strada in questione e il Vicolo Santissimo. Sarà stato, forse, lui che abitava là vicino a volere l’edicola con, dipinta sul muro, l’immagine della Madonna attorniata da Angeli oranti. In seguito furono realizzati un piccolo altare e un muretto e quindi l’edicola fu trasformata in una cappella di modeste dimensioni. Per molto tempo si svolsero delle funzioni religiose, anche con canti corali eseguiti dalle donne del rione, particolarmente devote alla Madonna.

Purtroppo, con il passar del tempo, questa cappelletta fu abbandonata, diventando un magazzino per il deposito di materiale di rifiuto. Così, a poco a poco, le pitture si sono inevitabilmente deteriorate e l’intonaco si è in parte staccato. Da qualche anno le pitture sono state coperte da un gigantesco aspiratore che attraversa internamente la cappelletta ( ora magazzino), per poi innalzarsi all’esterno, per l’intera parete, lato via madonna degli Angeli. Sino a qualche tempo fa, però, si potevano ancora osservare, nella paretina di fondo, le immagini di tre Angeli – lato destro di chi guarda – mentre al centro appariva, anche se molto danneggiato, il volto della Madonna. Per quello che era ancora possibile vedere, sembrava un dipinto di buona fattura eseguito nei primi decenni del ‘500 – prima che Don Antonio Lo Duca si trasferisse a Roma – da un pittore possibilmente attivo in quell’epoca a Cefalù. L’unico artista, di una certa notorietà, che operava a Cefalù in quel periodo era Mario di Laurito, di cui si sa che dipinse nel 1519 uno stendardo per la Cattedrale di Cefalù, che raffigurava la “Trasfigurazione di Gesù” ( M.C. Di Natale, Mario di Laurito, 1980, pag. II)…. Per quanto riguarda, invece, la cappelletta di via Madonna degli Angeli, questa ci appare più matura.  Le figure degli angeli – ora sottratte alla vista, come si è detto – sono così disposte : una in alto, quasi frontale; una al centro, di profilo; la terza in basso, in primo piano girata di tre quarti. I primi due angeli hanno le mani giunte, mentre il terzo con la mano destra sembra reggere un manto. Sia quest’ultimo che quello di profilo hanno lo sguardo verso il centro della composizione dove si trova raffigurata la Madonna. Nella parte di destra si possono notare alcune decorazioni del ‘600 , quasi uguali a quelle di Santa Maria del Borgo….”

La foto pubblicata sul Corriere delle Madonie

Certo, visto l’andazzo delle cose, sembra quasi impossibile che privati, associazioni, amministrazioni civili e religiose si occupino di questi piccoli restauri, recuperando così un po’ di credibilità. E l’anno della fede credo sia quasi finito…