Autismo politico a Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

12 Agosto 2013, 18:00 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Non credo che i problemi italiani possano risolversi con i pannicelli caldi dell'attuale politica. Non potranno risolversi neppure con le fantasie rivoluzionarie di neonati movimenti pseudo rivoluzionari, come il 5 stelle e simili.

Innegabilmente, oltre due miliardi di debiti non sono il frutto degli errori di oggi, ma sicuramente degli ultimi quarant'anni. L'errore della politica di oggi è però molto grave, se essa si riduce a dire in ogni occasione: non è colpa mia. Questa affermazione non è una soluzione; questa affermazione è soltanto una fuga dalle responsabilità e una palese ammissione d'impotenza.

Chi governa o chi amministra non ha, però, il diritto di essere impotente! Chi governa o amministra ha ricevuto la fiducia degli elettori per agire, non in forza di agitazioni mentali, ma in forza di un pensiero strategico e logico, nato da una approfondita riflessione sui problemi, che devono risolversi.

E' inutile e persino dannoso giustificare ogni scelta legislativa e ogni decisione amministrativa con la risibile affermazione: non ci sono soldi! La mancanza finanziaria può giustificare soltanto il non investimento, mai e poi mai il tentativo di spremere ancor più i cittadini per dare l'impressione di agire; mai e poi mai urlando proclami per cose che dovrebbero essere ripetute sottovoce e con un poco di rossore in faccia, perché esse tradiscono la demagogia pre-elettorale. Tradiscono le reboanti promesse di cambiamento, che non si riesce più a mantenere, non tanto per oggettivi impedimenti, quanto per una sorta di autismo politico, che impedisce ogni relazione tra gli eletti e la società civile, tra loro e i suoi problemi.

Questa breve premessa vale per il governo nazionale – occupato a dibattere sulle vicende giudiziarie di uno dei suoi sostenitori, mentre i problemi veri rimangono senza proposte vere – e per le amministrazioni locali, quella di Cefalù in particolare. Anzi, per quella di Cefalù bisognerebbe scrivere una lunghissima storia, con particolare riferimento al continuo esercizio delle chiacchiere, tanto da farla sembrare una padella impegnata a friggerle.

Dopo anni di prediche contro un potabilizzatore privo di una qualche certificazione sanitaria, così come predicò anche l'attuale Sindaco, si finisce con il perdere un lodo arbitrale per tre milioni di euro e, implicitamente ammettendo che l'acquedotto non fornisce acqua potabile agli utenti (che però la pagano per potabile), si piazza un distributore d'acqua potabile Acqua Salus! Sicuramente potabile? A giudicare dall'Istituto superiore della Sanità sembra di no: “L’acqua, per essere consumata come bevanda, deve avere alcune caratteristiche ritenute indispensabili, tra le quali quella di contenere disciolti una certa quantità di Sali Minerali. Non sono adatte per l’alimentazione acque con bassissime concentrazioni di Sali disciolti o addirittura distillate o osmotizzate, ovvero fatte passare attraverso un apparato che utilizza la tecnica dell’osmosi inversa.” Comunque sia, questo frutto d'agitazione ha permesso l'immancabile proclama reboante.

Non ha consentito di risolvere veramente il problema, ma la cosa sembra importare poco. Quel ch'è peggio è che questa decisione segue l'inutile sistema Garby per la raccolta delle bottiglie di plastica; il disperato tentativo di mantenere lo Sherbeth a spese dei cittadini, destinatari di una formale richiesta del Sindaco a dare un contributo finanziario; l'assurda preoccupazione di organizzare i festeggiamenti per il Patrono con un Comitato fatiscente, che si è dimostrato poco capace, come nel caso di una storica regata velica.

Aggiungiamo, poi, le numerose cause perse presso il TAR - non ultima quella delle “poste vecchie” - e il quadro è completo. Il quadro dell'oggi e la trama di quello che ci aspetta domani, per colpa degli errori del passato, ma anche per la superficialità di oggi.