Casta Diva

Ritratto di Giuseppe Maggiore

8 Dicembre 2013, 15:16 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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“CASTA  DIVA”
(minuetto in “la minore”)

di Giuseppe Maggiore

 

(da una confidenza fattami (in prima persona) da un amico regista indipendente)

Imbronciata.

Fieramente imbronciata.

Poche altre volte ho visto un broncio così accentuato sul viso d’una fanciulla.

 Sicuramente ne doveva avere ben donde, la titolare del medesimo. Almeno credo.

Io non posso vedere una donna imbronciata, tanto più se è giovane e carina. Mi sento a disagio. E più è giovane e carina è più io mi sento a disagio e mi ammanto di malinconia.

Che ci posso fare? E’ tutta questione di  carattere, di sensibilità.

E quando vedo una donna giovane e carina imbronciata, io sono subito per la consolazione! Per puro spirito di carità, beninteso!

Certo, poi, se la donna imbronciata è brutta, anziana o quasi (e ciò debbo confessarlo a mio estremo vituperio), io non provo alcun disagio, né materiale  né morale: me ne frego altamente e basta! Viva la sincerità!

Ma nel caso in esame, l’esemplare femminile che vedo venirmi incontro verso le sei di sera di un’uggiosa serata di Settembre su una strada della periferia urbana di questo  millenario centro è  più che giovane e carina: è uno schianto!

Alta, sinuosa, dalle movenze feline, provocanti, con lo sguardo malizioso che traluce dai suoi occhi verdi capziosi, coinvolgenti, streganti, da gatta rampante. Bionda, la chioma; laccate, le unghia.

Io la conosco bene, a dir la verità. L’ho contattata qualche tempo fa per chiederle di interpretare un ruolo in un mio film.

Mi sono presentato a lei direttamente, senza preamboli, a nome di un comune amico; tanto che a tutta prima posso averle dato l’impressione di pappagallo da  strada.

Ma lei, debbo dire, fu estremamente cortese: mi disse che la proposta l’allettava alquanto e che ne avrebbe parlato agli zii con cui viveva per ottenerne il necessario imprimatur.

Poi c’incontrammo un’altra volta e, nell’occasione, le parlai di un premio conseguito ad un festival, anche per farle constatare la mia valenza; e lei mi riferì che gli zii, pur rimanendo io per loro un più che illustre e benemerito sconosciuto, si erano pure dichiarati disponibili all’iniziativa proposta.

Tuttavia, era al fidanzato, un non meglio identificato Luigi, che il progetto non garbava punto. Ma lei sperava che, continuando a parlargliene, avrebbe di certo sorpassato anche quest’ultimo scoglio.

Ma lo scoglio si era rivelato più duro della consistenza del granito. Infatti la cosa non era andata secondo le comuni aspettative; e così, io che ho ben la testa sulle spalle, quantunque ci sia qualche malevolo che non è del mio parere, avevo lasciato perdere, ringraziandola molto per la sua dimostrata disponibilità.

Poi ci perdemmo di vista per un lungo periodo, sia perché lei lavorava a Palermo da qualche parte, sia perché io, per i miei lavori filmici, o esco poco di casa o sono spesso fuori città per girare in esterni.

Ora me la vedo venire incontro in quello stato di broncio, con una minigonna aderente di tessuto elastico, nera, provocante quant’altre mai, e con una camicetta bianca di seta aperta fra i seni e annodata con negligenza sul ventre lasciando scoperto l’ombellico.

E’ truccata, sapientemente truccata e incede con la sicurezza dei suoi vent’anni: Diana venatrix regum!

Si accorge di me; sorride e mi si ferma dinanzi. Noto, tuttavia, che il suo è un sorriso di convenienza, forzato, sicuramente appiccicatosi sul viso nell’occasione dell’incontro.

“Quant’è che non ci vediamo! Come stai? “  la scompongo.

“Bene….e lei? “

“Non mi lamento. E tu che fai di bello? “

“Lavoro sempre. Presto sarò di ruolo……E lei ha girato, poi, quel suo film?.....”

“Non più…L’avevo scritto pensando alla tua figura. Tu non hai aderito e  adesso è nel cassetto in attesa di tempi migliori…”

“..Lo sa perfettamente che non è stata colpa mia… Io volevo farlo…si ricorda?”  

“Si, si, lo  ricordo perfettamente “                                                                                                  

 “…Eppure…se ci tiene ancora… sono disposta a farla quella parte..”

“…Si?...E come mai?....Ha cambiato parere il tuo fidanzato?.. Se non ricordo male è stato lui che ha posto il veto….”

“ Non sono più fidanzata…Abbiamo rotto..”

“..Ah!...”

“ Meglio prima che dopo, non le sembra? “

“…Mi dispiace…”

“ A me no! Comunque  è  acqua passata, adesso. Dunque, il suo film?”

“…Lo vuoi fare davvero? “

“Se glielo dico! Parliamone. “

“Con piacere…ma qui, in mezzo alla strada?..”

“E dove, allora? “

“Sediamoci in macchina, è meglio. L’ho qui, a due passi…”

“Come vuole “

Raggiungiamo la macchina che si trova a non più di cento metri ed entriamo nell’abitacolo. Lei, però, nel sedersi striscia contro la parete interna dello sportello, la gonna le s’impiglia nell’uncino di apertura  e si strappa per un buon palmo, rendendo ben visibile ciò che prima era così mal celato.

Io mi sento aumentare la pressione.

“Porca miseria! “  si stizzisce lei, riaccostando le due falde staccate del tenue indumento due misure più piccolo della sua taglia “ ..E come faccio ora a tornarmene a casa?”

“Ci vorrebbe uno spillo “ propongo, non sapendo come rimediare al frangente  “..Ah, guarda…”  mi sovviene d’un tratto “ ecco qui un attache. Può servire da spillo!”. E le consegno il fermaglio trovato per caso nel portaoggetti della vettura.

Lei lo prende, lo sagoma per l’utilizzo e si sistema la gonna alla meno peggio. Poi si distende contro lo schienale della poltrona, rasserenandosi alquanto. Ma nel far ciò, lo spacco le si riapre, irredimibile.

“..Ancora!..” sbotta lei, esasperata “ Non avrebbe, per caso un altro attache?”

“..Non so…posso vedere sul divano posteriore, dove di solito poso delle carte. Forse ne sarà caduto qualcuno…”

Mi volto, infatti, per cercarlo e nella torsione, sprovvedutamente ma senza malizia veruna,  la mia mano s’impastoia nella falda della sua camicetta, finendo sul morbido. Lei si irrigidisce di colpo.

“…Ahh!..Ma che fà, mi palpa?...”

“..Ti palpo?...”  inorridisco io  “ Ma come ti vengono in mente certe cose!  Non vedi che non l’ho fatto apposta? Per chi mi prendi?!! “

“…Bè..mi scusi. Non volevo mica offenderla. Più che un risentimento, mi creda, era una semplice  constatazione…Io l’ho sempre reputata una persona ammodo..”

“Messo così, lo strappo è ricucito “  concilio.

“Ma quando mai! Non vede che la mia gonna è ancora aperta? “

“No, non quella intendevo.. Lo  strappo, il nostro piccolo scontro. A quello alludevo”

“Ah, ho capito…comunque, c’è o non c’è quest’altro attache?..”

Io continuo a cercare inutilmente; alla fine desisto.

“Mi dispiace, ma devi accontentarti di quello. Non ce ne sono altri..”

“E va bene…” lei pare rassegnata. Riattacca come meglio può le due falde della gonna col fermaglio che ha e fà un sospirone.

“..Dunque…”  esordisco  “ ti ricordi di che si trattava?  Del soggetto?..”

“…Veramente, lei, allora, non me ne disse granchè…”

“E’ vero, hai ragione. Il fatto è che si attendeva che tutti fossero d’accordo, per parlartene. Comunque, te ne parlo ora. Si tratta della storia di una giovanissima insegnante al suo primo incarico che va a fare una supplenza in una terza liceo dove c’è un aitante ripetente, suppergiù della tua età…del quale segretamente s’innamora..”

“…Interessante!....”

“..La tematica verte sul contrasto fra il dovere morale della docente e il sentimento…”

“..Veramente interessante!...E, alla fine, cosa fa, lo sposa o ci va a letto?..”

Deglutisco, ma la disinganno.

“Né l’una, né l’altra soluzione. Vince il dovere morale: l’insegnante rinunzia all’incarico e si allontana da quell’istituto…”

“..Tutto qui?..Non c’è qualche scena madre in cui il sentimento viene visualizzato?..”

“Certo che si. Nell’economia del racconto è il dialogo fra i due protagonisti che lo caratterizza, ma qualche scena un po’ piccante è di prammatica, no?. D’altronde mi pare naturale: non può non esserci.. Tu avresti qualche prevenzione?...”

“Prevenzione? No, non credo. Di che scena si tratta, esattamene?

“..E’ quando il ragazzo intuisce che lei, l’insegnante, ha un debole per lui, ma che non vuole darlo a vedere. E, allora,  mentre si trovano in macchina, come te e me in questo momento, perchè  lei gli ha dato un passaggio tornando da scuola, lui le mette le mani addosso. E lei in un primo momento ci sta e risponde alle effusioni; ma poi, ravvedutasi, si ritrae…”

“..Ma come ci sta se sta guidando? Non ha detto che è stata proprio lei a dargli un passaggio?..”

“Si, ma in quel momento  la macchina sta ferma dietro le sbarre di un passaggio a livello in attesa che transitasse il treno “

“.. E le mette solo le mani addosso o fa dell’altro?

“Le toglie qualcosa…insomma…”

“…La spoglia???”

“In parte si…Tuttavia una scena di nudo vero e proprio non c’è…Ricordati che in fondo si trovano su  una strada, per quanto poco frequentata “

“…Veramente interessante! …..E… e poi, che fa?...”

“Oh.. niente di trascendentale...Le carezza il seno e le gambe “

“…Attraverso il vestito?...”

“..Si.. e no…”

“.. Come, si e no?...”

“Insomma, le inserisce la destra nel corpetto e la sinistra sotto la gonna…”

“Ma guarda! E lei, queste, me le chiama carezze?!”

“..Perchè, come dovrei chiamarle?”

“Questo è  palpeggio vero e proprio! Non sia ipocrita, la prego!”

“…Veramente…io…”

“Veramente, veramente! E poi non fa altro questo giovane virgulto?”

“..Assolutamente no…Le tira solo un po’ su la gonna.. scoprendole le cosce in parte..”

“Ah, ah! Le tira su anche la gonna!”

Rimane pensierosa per qualche istante; poi, riprendendosi:

“Però, tutto sommato, un bel colpo per i censori! Con questo suo film avrebbero di che occuparsi. D’altronde, con tutto ciò che si vede  in televisione, questa sua scena mi pare del tutto innocente…”

“..E’ ciò che penso anch’io…”

Mi sento rinfrancato.

“…Se la ragazza, però…” continua lei, maliziosa “ …l’insegnante, intendo, avesse  uno strappo come il mio…non ci sarebbe bisogno di alzarle la gonna, non le pare?...”

“.. Certo, è vero. Potrebbe essere una soluzione da non scartare…”

“E poi che fanno? Non si baciano?”

“Si, certo, si baciano…è consequenziale. Il tutto ti sembra eccessivo?”

“No, per carità. Ma neppure innocente, però! Mi faccia vedere, comunque!”

“..Come, ti faccio vedere?”

“Si, esattamente come fa il ragazzo….Faccia finta di essere lui e io farò finta di essere lei, l’insegnante,…e.. immaginiamo che stiamo girando la scena…”

“…Ma.. mi sembra prematuro.. La sceneggiatura l’ho a casa e non ricordo i dialoghi della scena…”

“I dialoghi non servono. Diremo qualcosa noi, d’istinto. Sarà più spontaneo. Proviamo!”

“..Ma.. proviamo qui?!..”

“E dove, allora? Non si svolge in macchina, l’azione?

“..Si.. Ma quando gireremo, la vettura sarà in teatro di posa e non su una pubblica via, come adesso, dove può passare chiunque e chissà cosa immaginare non vedendo né riflettori né altro..”

“Che vuole che si immagini. La mentalità credo che oggi sia più evoluta di quella di una volta, non crede?”

“…Ma.. ma.. si….certamente, non  lo nego…però..”

“Insomma, vuole o non vuole che io faccia questa parte? Ci teneva tanto, se non ricordo male…”

“…Si, certo…ma..”

“..Ma.. però.. Troppi dubbi ha lei! Non la facevo così incerto…Senta: vuol sapere perché mi sono lasciata col mio fidanzato? Vuole che glielo dica davvero? Eh?”

“Io non ti chiedo niente”

“E io glielo dico lo stesso! Mi sono lasciata proprio ieri sera, se vuol saperlo, perché lui mi ha messo le mani addosso, così com’è descritto nel copione. E io non l’ho sopportato e l’ho mandato a quel paese! Perché io sono una ragazza seria! Ecco perché mi sono lasciata!”

“..E ora vuoi fare una scena consimile? Non capisco…”

“Certo che la voglio fare! Non afferra? La voglio proprio fare per rendermi conto, ora che mi sento più oggettiva, cosa c’è di tanto terribile nell’essere accarezzata da un uomo. In questo modo posso o meno giustificare il mio comportamento di ieri sera con Luigi”                                                                                                      

 “…Scusami, se ho  capito bene non t’interessa niente del film. Vuoi soltanto renderti conto di una sensazione e basta. Vuoi fare un esperimento,  è così, eh?”

“Niente affatto. Il film m‘interessa moltissimo. Ma voglio anche provare a me stessa che non ho sbagliato a mandare al diavolo il mio fidanzato; perché, in caso contrario, andrei   subito  a chiedergli scusa e riallaccerei la relazione “

“..Mah! Non so che dirti..”

“Non c’è niente da dire. C’è soltanto da agire. Senta, l’aiuto io. Mi dia la destra, per favore “

“..Cosa vuoi fare? “

“Me la dia e glielo mostro…ecco… così…bravo! Deve entrare nel corpetto, ha detto?”

“..La scena prevede che entri…”

“Va bene così? O più in fondo? “

“…Forse…più in fondo è meglio…”

Lei fa un sospiro; io, comunque, sono emozionato. Non so che fare e mantengo la mano inerte in quel nido caldo e palpitante.

“Mi dia anche l’altra mano, la prego “

“…Come?...L’altra mano?...”

“Scusi, non ne ha due? “

“..Due?.. Certo che ne ho due..”

“Mi dia l’altra, allora, la prego…ecco.. bravo.. Com’è fredda, però.. Perchè? “

“..L’ho tenuta fuori dal finestrino..”

“Sarà per questo? “

“..Non so che dirti…”

“Ecco.. questa, se non ricordo male, va qui…Scusi, sopra o sotto la gonna?”

“..Sotto…”

“Infatti…Sopra che senso avrebbe?...E, adesso, spinga un  po’, per  favore…da sola non ci riesco…Bisogna che si sistemi nella posizione identica a quella prevista dal copione….E chi meglio di lei lo può sapere?...Ecco, bravo, così!...Un altro poco ancora…benissimo!...Ahhh!..Non è poi così spiacevole come m’è parso ieri sera…Forse perché Luigi è stato intempestivo. Mi ha preso di soprassalto oltre che di sorpresa e a me  non piacciono per niente i modi bruschi. Lui ha un carattere focoso e non era così remissivo e inerte…come lei, mi sembra…ora qui, con me…Si, lei è proprio inerte…Ma perché?...Dica qualcosa almeno…si muova…reciti un po’ la parte…Perché è così refrattario?...Non le piaccio forse?...”

“Che vuoi che dica o faccia? “

“Interpreti il ruolo del ripetente…mentre io faccio quello dell’insegnante  innamorata, che prima ci sta e poi si ritrae…Vediamo…si immedesimi…E si muova un po’, santo cielo! Sembra una statua…ma non sul sedile… non si dimeni così… muova solo le mani… si… così va meglio… molto meglio… meglio…continui… la prego, non si fermi… dia espressione alla sc… continui… continui… così… benissimo… Si è immedesimato! Ma che fa, non mi bacia?... C’è anche il bacio, mi sembra…Me l’ha detto lei…”

“…Si.., è vero, te l’ho detto….Ma è proprio necessario farlo qui?...”

“…Per la veridicità della scena, si…Ma,  scusi, lei ha girato altri film, è vero?”

“Si, certamente “

“E allora? “

“Allora, che? “

“Il bacio è la sublimazione di ogni rapporto amoroso…”

“Nella realtà, si…”

“Ma, per quanto finta, questa è una scena vera, mi pare, o, per lo meno, deve sembrare tale. E, quindi, il bacio è giusto che ci sia. Scusi, in questo momento lei non mi sta, forse, accarezzando, o me lo sto sognando? E, dunque, il bacio rappresenta il naturale completamento di questa sua azione preliminare. Non crede? Su, da bravo, non si tiri indietro proprio ora….sarebbe terribile…per la… scena…E poi, mi scusi, è necessario credere a ciò che si fa e mettere in atto tutti quegli accorgimenti per far sì che la cosa riesca nel miglior modo possibile…Ecco…. Bravo…. Che bocca calda che ha!...mi sento turbata…ed è dire poco…dolcissimo…dolcissimo…mi toglie il  respiro…m…mi…Non l’avrei mai creduto…Tutto sommato, il diavolo non  è poi così nero come lo si dipinge, tanto per dire una frase fatta!...Forse ho esagerato con quel povero Luigi, ieri sera…L’ho trattato proprio male…A pensarci mi fa anche un po’ pena, povero ragazzo. In fondo non voleva dispiacermi…caro amore…”

“..Se lo dici te! “

“Si, si, debbo proprio ammetterlo: sono stata esagerata, ecco….. Ma adesso, quel momento è passato…e piangere sul latte versato è stupido e inutile. Importante è rimediare…E questo credo di poterlo ancora fare…Comunque, come le sembra che sia andata questa nostra performance? Lo vede che so anche usare le parole straniere? Perché, oggi, se uno parla solo italiano è considerato un ignorante….Com’è andata, dunque, secondo lei?...Eh?...”

“Bene, mi pare “

“Come, le pare?”

“Bene, senz’altro, bene”

“Ah, meno male…Comunque… sa?.. Alla prima prova raramente una scena viene superlativa, questo lo so anch’io; ammenochè non si sia dei professionisti..E anche loro spesso sudano sette camice per rasentare la perfezione…E io non lo sono affatto …Bisogna ripetere e ripetere…Non è così?... Quante volte lei è arrivato a far ripetere una scena?...”

“..Oh, per questo, anche ventisei volte “

“ Così tanto?”

“ Eh, purtroppo, si. Ci sono, a volte, dei dettagli, delle finezze, degli atteggiamenti che, per quanto giusti, vanno ancora limati, capisci, per dare  maggior risalto alla finzione…”

“ E’ quello che penso anch’io. Bisogna affinare l’azione. Solo così si può raggiungere quella identificazione fra personaggio reale e fittizio su cui, se non erro, si fonda la  famosa teoria di Stanislavschi…Non è così?...Vede che qualcosa la so anch’io in fatto di recitazione? “

“ Infatti, è proprio così…”

“ Che aspettiamo, allora? Riproviamo subito…La seconda prova ci verrà sicuramente meglio della prima…e la terza, indubbiamente, supererà la seconda…E così via…all’infinito…”

“…Come, all’infinito?.. Vuoi stare qui tutta la sera a provare una scena, senza, poi, girarla punto?”

“ E perché no? In tal modo, quando la si girerà veramente, la mia recitazione non farà una grinza perché io già la conosco tanto alla perfezione, avendola provata e riprovata tante volte….O pensa che io sbagli a dire questo? “

“..Sbagli?...No, non credo. Il fatto è che non vedo l’utilità di provarla adesso, e poi con me che non sarò il tuo partner. Senza contare, infine, che io, al momento, non so quando potremo girarla e, pertanto, anche se ora si raggiungesse un effetto apprezzabile andrebbe irrimediabilmente perduto, appunto, per il lasso di tempo intercorso fra la prova e la ripresa…”

“…Mah…forse ha anche ragione…Mi scusi, però…se così è, perché non ha ancora tolto le mani da dove le ha?...”

“…Già…è vero…scusami.. Sono molto distratto, ne convengo. Sarà l’età…”

“..L’età o la malizia?...”

“ Ci ritorni? Malizioso io? Come mi conosci male! “

“No, no. Non se la prenda. Ho voluto scherzare. Il fatto è che mi piace ironizzare sulle persone. Tutto qui. E’ un mio difetto, lo riconosco, ma che vuole: è il mio carattere…Ancora una volta, mi creda, io la stimo.. la stimo molto…”

“ Grazie”

“..Allora non si è offeso?”

“ Niente affatto “

“ Non ci credo “

“ Te lo assicuro “

“ E’ sincero? “

“ Perché dubiti? “

“ …Eppure ha tolto le mani così, di scatto…senza indugiare…quasi in maniera scostante…come se avesse ribrezzo di averle tenute là…”

“ Assolutamente no! “

“ Debbo crederci? “

“ Se te lo dico! “

“ Mi dia una prova…”

“ Quale? “

“ La farà? “

“ Se posso, perché non  la dovrei fare? “

“ Lo può, lo può, se vuole…”

“ E allora? “

“ Rimetta le mani dov’erano e ripetiamo la scena di nuovo “

“…Ma.. se già eri d’accordo con me sull’inopportunità di riprovare adesso!...Cambi parere come una banderuola al vento, mi sembra…”

“ Si, ma non dimentichi che al di là della scena in sé io avevo espresso anche l’intendimento di verificare il mio stato d’animo durante l’esperimento, al fine di giustificare o meno la mia reazione di ieri sera alle avances del mio fidanzato. Se ne ricorda? “

“ Ma non le hai ancora verificate queste tue benedette reazioni? Hai anche ammesso poco fa che forse la tua repulsione di ieri sera col tuo fidanzato è stata sproporzionata…Quindi un certo qual convincimento l’hai pur raggiunto…No?”

“ E’ vero. Ma in parte, però…E’ utile fare una controprova, per essere definitivamente sicura…”

“ Dunque? “

“..Per favore…la prego…non mi dica di no…rimetta le mani dov’erano prima…mi assecondi…lo faccia…Benissimo!...Grazie…così…così…ahh!…ahhh!…”

“ Che hai? Ti senti, forse, male?”

“…Oh…no…no…Che sollievo, invece…come sono calde…che benefico tepore…Si, si…ho sbagliato ieri sera con Luigi…non c’è dubbio…ho davvero esagerato, povero caro…Dovevo aspettare un po’ prima di reagire…oh che  delizia queste sue carezze!...Vuol farmi impazzire?...Lo sa benissimo che io sono una donna e non una santa…E ora che fa?...Smette?...Perchè smette?...Io non le ho detto niente………….. non le ho detto mica di smettere…no?...Ahh!..bravo…ricomincia…Così…così va bene…benissimo…E’ un maestro, lei…si vede…lo si vede bene!…Chissà a quante altre avrà dato di queste magnifiche lezioni…No, non m’inganno…è così…è così…non posso sbagliarmi…lo sento..Ahh!… che fuoco!...Mi sento tutta bruciare…ahh!..Non ho più dubbi, adesso…Ho sbagliato ieri, si, lo ammetto…Telefonerò subito a Luigi…Farò di tutto per farlo tornare con me…Mi dovrà scusare per forza…Mi prosternerò ai suoi piedi, pregherò, piangerò, mi cospargerò il capo di cenere se sarà necessario, ma lui non potrà abbandonarmi per una mia stupida improntitudine…Si renderà conto che io l’amo veramente…Né potrà nutrire altri dubbi dopo che io sarò tanto carezzevole con lui…Si…si…così avverrà…Quello che mi dispiace soprattutto è che dovrò lasciarla in asso…Ahimè, si!...”

“ Come, in asso? “

“ Certo. Non potrò più fare il film con lei…”

“ …Ma perché?...”

“ Capirà, se ritorno insieme a Luigi, lui la penserà come prima e, pertanto, non mi permetterà di interpretare  un ruolo così audace, specie quello che lei mi ha proposto e che ha voluto che provassimo poco fa “

“ Ma stai scherzando o parli sul serio? Sei tu che hai voluto provare la scena e non io. Anzi! Io  ero addirittura riluttante, se ti ricordi! “

“ Riluttante! Che espressione! Già, perché io sono da buttare! “

“ Non ho detto questo…”

“ Ci mancherebbe che lo dicesse, anche! “

“ Non l’ho detto, né lo penso “

“ Meno male. Comunque, la realtà è questa e resta: si cerchi un’altra attrice. Luigi a me non darà mai il permesso…”

“ Capisco. Non voleva prima, non vorrà dopo. Mi pare naturale “

“ Si, purtroppo, è così. Io non ci posso far niente “

 “ Posso fare qualcosa io?...”

“ Lei?...Certo che si. Intanto cominci col ritirare le mani, per favore, da dove sono. Non vede che mi ha slabbrato tutto il corpetto?  Reggipetto non ne ho mai usato, meno male, se no a quest’ora sarebbe tutto sfilacciato col lavorìo al quale mi ha sottoposta; e questa gonna, porca miseria, non  si riconosce nemmeno più. Sembra uno straccetto avvizzito, spiegazzata com’è, dopo tutti gli stiramenti che le ha fatto. Eppure m’è costata un occhio! E’ anche firmata, per la cronaca. E ora, con questo spacco, posso senz’altro buttarla. Vede che bel guadagno! Con la conseguenza immediata che non so più come tornarmene a casa… Se non l’avessi seguita in macchina, adesso non mi troverei in questo stato…Senta, sia buono, mi faccia un piacere…dopo tutto ciò che ho acconsentito a fare per lei…mi accompagni con la macchina…Non posso, mica, uscire così! …A gridare aiuto aiuto e a vedere questi miei poveri indumenti come sono ridotti nessuno metterebbe in dubbio che si sia tentato di usarmi violenza. Si, una ragazza come me, di appena vent’anni, inesperta, indifesa, in balìa del primo bruto che capita…Ci fosse il mio Luigi, almeno mi accompagnerebbe lui a casa! Ma non c’è…Allora mi accompagni lei, vuole?...”

                                                                                             Giuseppe Maggiore

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 china acquarellata di Giuseppe Forte