Maricchia

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Agosto 2012, 11:10 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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La Terrazza del Mandralisca sorprende sempre di più, perché dimostra una rara sensibilità nel dare voce a tutti coloro che esprimono un pensiero nel paese di Cefalù. A tutti, con l'esclusione di quelli che fanno cultura di maniera e sono osannati con le più incredibili delle iperbole. E più queste sono esagerate, minore è il valore dell'autore.

Non è il caso di Franco Turdo e del suo Maricchia, presenti ieri sera alla Terrazza, dove quest'ultimo è stato proiettato. Franco Turdo non è un intellettuale né un uomo di cultura, è soltanto un uomo di buon senso, che ha tensioni ideali legate alle sue radici. Tensioni che traspaiono nei suoi precedenti cortometraggi, con alcuni dei quali ha anche vinto premi internazionali, ma anche nel suo recente Maricchia.

Ma anche le sue radici traspaiono nelle sue pellicole. Franco Turdo è suo padre, ma anche suo nonno. E così egli sente come suo il mondo che fu il loro e lo rimpiange, al punto che l'altro, il suo mondo contemporaneo, egli lo vive come un incubo. Che cos'è, infatti, quello che il protagonista vive nel sogno, se non l'incubo della vita moderna, con i suoi rumori e la negazione della ricchezza vera dell'uomo: il frutto della sua fatica e della terra: il pane!? L'episodio del vecchio che butta il pane regalatogli è, a mio parere, il discrimine tra il mondo antico dei valori e quello moderno del prezzo.

C'è ancora tanto altro nel riuscitissimo film di Franco Turdo. C'è quel suo sguardo indagatore sui tanti scorci di Cefalù, che conservano ancora il carattere e l'aspetto del mondo che fu; ci sono i dialoghi con giovani senza radici e la scoperta della tecnologia moderna, che riesce a ingannare subdolamente, facendo apparire vero (Maricchia) ciò che vero non è; gli abiti che agli occhi del protagonista offendono il pudore e sono simili al basto della sua Maricchia.

C'è, in una parola, il messaggio del cuore e della memoria di Franco Turdo. Un messaggio vero e non manierato, come sarebbe stato lo stesso messaggio espresso da un intellettuale.

Bravo l'attore protagonista e anche le comparse. I dialoghi di Franco, recitati da loro, mi hanno divertito, e questo non guasta. Come non guasta il siciliano della recita. Un film che dovrebbero proiettare nelle scuole, per insegnare ai giovanissimi che il nostro dialetto permette di esprimere anche un pensiero alto, come quello che Franco Turdo ha voluto comunicarci.

Commenti

Registro un certo disinteresse di tutte le Amministrazioni che si sono susseguite ultimamente nel valorizzare la figura di Franco Turdo.

Non ne comprendo il motivo visto che egli ha certamente dei meriti notevoli come artista che promuove la nostra città.