Le nuvole l’hanno vinta sul sole

Ritratto di Saro Di Paola

1 Settembre 2012, 11:39 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Stamattina, non ho goduto.
Alla Giudecca,
l’Oriente era di nuvole.

Salivano dal mare.
Grigie e dense,
l’hanno vinta sul sole.
Il sole non le ha penetrate.
Non ha lanciato
i suoi primi dardi di fuoco,
non ha dato calore,
non ha acceso i colori.
Dell’acqua,
delle barche,
degli scogli,
delle case,
delle pietre.

Stamattina, il sole
non ha acceso il mio cuore.
Le nuvole, più forti del sole,
hanno steso un velo di grigio.
Sul popolo degli scogli,
su di me,
su Pasquale.

Il grigio della malinconia
per quell’aurora
che le nuvole non ci hanno fatto rivivere.
Il grigio della malinconia,
su un luogo che amo,
sulla terra che amo,
sulla terra che quel forestiero
ha portato con sé.

Saro Di Paola, 1 settembre 2012

Quella di stamattina, 1 settembre 2012, per me alla Giudecca, è stata un’alba diversa da quello che ho vissuto lo scorso anno.
Un’alba con sensazioni diverse da quelle che lo scorso anno avevo tradotto nelle parole e nelle foto che, sotto il titolo, “La terra che quel forestiero con sé porterà” ho proposto su “L’Altra Cefalù”.
Ripropongo quelle parole e quelle foto, su “Quale Cefalù” per farne cogliere la diversità.
Ma non solo!
Le ripropongo per ricordare un Amico.
UN GRANDE FIGLIO DI CEFALU’.
Per rinnovarGli la mia gratitudine di “cifalutanu”.
Per rimediare alla ingratitudine.
Di quanti ne scalfiscono la memoria.
Inconsciamente, magari.
Ma, certamente, per quella ignoranza che li rende incapaci di “leggere”.

La terra che quel forestiero con sé porterà

Stamattina, ho voluto godere.
Dell’Oriente.
Alla Giudecca.
Là, è settembre
che scaccia il sole, dal mare.
Là, sarà maggio
che rigetterà il sole, nel mare.
Per farlo tornare a lanciare,
i primi suoi dardi di fuoco.
Sull’acqua.
Per ridare colori e calore
a quel popolo
che immoto l’aspetta.
E’ il popolo degli scogli.
Il popolo di Pasquale.

E’ per Pasquale che scendo,
per la sua scala,per le sue pietre.
Per il suo sentiero
è Pasquale che mi guida,
che mi porta sicuro,
dietro il cavalluccio.
Con i piedi nell'acqua,
è là che comincio a godere.
Della luce che muta i colori del cielo.
Del sole che spunta.
Del sole che si leva.







E’ là, che continuo a godere.
Del sole che lancia i suoi dardi di fuoco.
Del sole che accende i colori.
Agli scogli, alle barche.
Alle pietre, alle case.





Colori che mi accendono il cuore.
Colori che mi danno calore.
Il calore di un luogo che amo.
Il calore delle pietre che amo.
Il calore della terra che amo.
La mia terra.
La nostra terra.
La terra di Pasquale.
La terra di quel forestiero
che, stamattina, come me,
ha voluto godere.
La terra che quel forestiero
con sé porterà.

Saro Di Paola, 1 settembre 2011

Commenti

Caro Franco,
se i colori accesi dal sole sugli scogli, sulle pietre, sulle case della Giudecca, sul camminamento di Pasquale, sul mare, non avessero acceso il tuo cuore come lo hanno acceso, mai la tua mano avrebbe potuto trasferirli sulla tela come li ha trasferiti.
Per farti rivivere, per fare rivivere a chi ammira la tua tela, sensazioni che danno calore, che ti scaldano dentro, che, nel più profondo, ti fanno avvertire una fiamma.
Quella dell'amore.
Per quegli scogli, per quelle pietre, per quelle case, per quel mare.
Per la Giudecca.
Per un Amico.

Grazie per avermi, e per averci, messo davanti alla tua tela.
Riconoscere tra le tue pennellate il mio rifugio alla Giudecca mi fa sentire più forte il mio legame con quel luogo.
Grazie!