Il Convento dell’Itria o Infermeria dei Frati Cappuccini di Gibilmanna

Ritratto di Salvatore Culotta

8 Settembre 2012, 11:15 - Salvatore Culotta   [suoi interventi e commenti]

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Il Convento dell’Itria o Infermeria dei Frati Cappuccini di Gibilmanna

Particolare della pianta del Passafiume (sulla sinistra il Bastione)

Note storiche

“… Era stata, però, già costruita una nuova infermeria, a pianterreno, nel lato di tramontana del con­vento dei Domenicani ; I locali di questa furono poi utilizzati, nel 1588, dal Vescovo Gonzaga (1587-1593), per ospitare il Seminario dei Chierici (Cortile Seminario Vecchio) e l'infermeria, sempre nello stesso anno, fu spostata nel Cortile di S. Giovanni (oggi cortile interno della scuola Alberghiera in Piazza Crispi). Qui esistevano già due chiese, una dedicata alla Madonna di Odigitria e l'altra a S. Giovanni Evangelista. La prima ospitava la sede della compagnia della Carità sotto il patrocinio di S. Nicolò da Tolentino. La Compagnia era stata fondata dal Vescovo Preconio (1578-1587) nel 1585 nell'antica Cappella di S. Michele Arcangelo che era stata concessa dalla Confraternita di S. Giovanni, nello stesso anno, e trasformata in oratorio e chiesa dedicata alla beatissima Vergine da alcuni nobi­li. La Confraternita della carità, confermata nel 1610 dal Vescovo Mira (1607-1619), continuava la tradizione di quella più antica, con oratorio nella strada S. Caterina (Via XXV Novembre), sotto il nome de i Tredici poi accresciuti a Tren tatre.

La seconda chiesa di cui sopra era la chiesa di S. Giovanni Evangelista la quale ospitava l'omonima Confraternita già esi­stente nel 1535 quando si stipulò un atto obbligatorio di indo­rarsi la statua di esso Santo Apostolo la quale è delle particolari sculture che ritrovasi fra le chiese di essa città (Bianca, 1798). I capitoli di questa Confraternita furono confermati dal Vescovo Quero (1596-1605), oggi la bella statua di S. Giovanni attende un repentino quanto necessario doveroso restauro, queste due chiese possedevano un gran cortile comune all'interno del quale vi era un pozzo (1), di proprietà della chiesa di Odigitria, e, attorno, alcune casupole. Mons. Gonzaga comprò le casupole, chiuse il cortile, ottenne la concessione del pozzo e dalle due chiese la facoltà di costruire attorno a loro o sopra di loro qualora la necessità lo richiedesse. Ottenne pure che i cappuccini potessero officiare nelle dette chiese e che se l'Ospizio fosse diventato convento, una delle due chiese sarebbe diventata loro chiesa conventuale.

Il 5 gennaio 1588 fu stipulato il contratto presso il notaio Andrea Sardo di Cefalù e il Vescovo, ottenuto il benepla­cito reale il 9 giugno 1589, a sue spese e sopra alti magazzini, costruì un dormitorio lungo 80 palmi, sporgente in mare. Col tempo avvenne che amici dei Cappuccini e Regolari che non avevano il proprio cenobio a Cefalù facessero capo a questa infermeria, fu allora che Papa Clemente XII proibì agli estranei di pernottare nella infermeria sotto pena della scomunica mag­giore latae sententiae.

Questo divieto è del giugno 1732 e il suo compendio, su lapide marmorea, si trova tuttora, entrando a destra, dentro il cortile. Intanto nel 1729 era caduto il bastione che proteggeva dal mare la chiesa di S. Giovanni e l'infermeria. Il padre guardiano Giuseppe da Traina fece istanza al Municipio che decise, con spesa di 66 onze, di ricostruirlo; ma, appena cominciati i lavori un'altra tempesta lo distrusse. Il bastione fu ultimato a spese del Sindaco Apostolico Sac. Don Luigi Gerace di Cefalù che, solo nel 1748, due anni dopo, fu rimborsato dal comune. Intanto un solo dormitorio non soddisfaceva i bisogni dell'infermeria, pertanto Padre Illuminato da Capizzi fece costruire dalle fondamenta un altro dormitorio lungo 85 palmi, largo 7, con 7 celle di palmi 12 cadauna. Alla fine del dormito­rio, dal lato della chiesa di S. Giovanni fu costruita una cappella domestica lunga 20 palmi e larga 14, con l'altare dedicato al Transito del glorioso S. Giuseppe. La costruzione fu iniziata nel 1752 ai tempi di Padre Purgatorio, Padre Antonio Uccellatore da Bronte, cioè, morto nel 1762 in odore di santità, il quale bene­disse l'infermeria dicendo che mai gli ammalati sarebbero stati infestati dalle cimici

L'accesso al cortile interno era libero e il pubblico vi entrava sia per attingere l'acqua sia perché i magazzini interni al cortile erano dati in affitto; ne nascevano disordini a causa dell'ingresso delle donne: per le male opere di qualche pessima e di più scioperati.

Dopo inutili tentativi, padre Giuseppe da Castelbuono ottenne un ordine pontificio che vietò alle donne l'ingresso nel cortile, l'ordine datato 20 marzo 1843 fu dato in esecuzione dal Ministro Provinciale padre Alessandro da Nicosia il 16 luglio, una lapide posta all'ingresso sul lato sinistro, dove si trova ancor oggi, costituì il limite ultra quod mulieribus progredì ulterius non licei sub poena excomunicationis. L'infermeria fu attiva cer­tamente fino al 1862, assieme ad altri edifici di comunità religio­se passò poi al comune, una nuova infermeria fu costruita nel 1889, è l'edificio che oggi fa parte delle scuole elementari, quel­lo che si trova all'angolo fra via Giglio e via Roma.”

Nico Marino  - Il Corriere delle Madonie   20 luglio 1990

1 - (Di questo pozzo non vi è oggi traccia evidente (n.d.r.)

Il complesso BASTIONE-INFERMERIA ( in basso a sinistra), vista aerea

Negli anni tra il 1980  e il 1989 lo studio degli Architetti Culotta e Leone curò il restauro della terrazza del Bastione, ma questo intervento non comprendeva purtroppo gli adiacenti locali che successivamente, con alcune modifiche al piano terreno, furono destinati ad attività scolastiche quali l’Istituto Alberghiero e un asilo.

Gli ambienti addossati alla chiesa sono stati, e sono tuttora, utilizzati come magazzino di tutti ( o quasi ) i reperti venuti alla luce nelle varie campagne di scavi archeologici condotte negli anni dal Prof. Amedeo Tullio ; alcune stanze al primo piano, affacciantesi sulla piazza F. Crispi, sono utilizzate come archivio ed altre come locali di sgombero, negli anni passati vi furono conservate le tele dell’allora Teatro Comunale.

In anni recenti l’Amministrazione Comunale ha redatto un progetto di risanamento che però, ad oggi, non è ancora arrivato alla fase realizzativa.

Vista dalla Rocca

Il rilievo che qui segue è quello realizzato nel 1980 dall’Arch. S. Vizzini su incarico degli Architetti Culotta e Leone per la redazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico, e si possono così ( confrontando con lo stato attuale) notare le variazioni apportate sia nel restauro della terrazza del Bastione che negli ambienti interni per adattarli ai diversi usi. L’intero complesso del Convento, o Infermeria che dir si voglia, occupa una superficie di circa 500 metri quadri più 145 metri quadri di cortile, per una superficie utile, tra piano terra e primo piano, di circa 670 metri quadri.

Il piano terreno . (1) Terrazza del Bastione . (2) Cortile dell'Infermeria. (A) Chiesa di S. Giovanni

Il primo piano

Sezione sul cortile

Indicazione progettuale nel Piano Particolareggiato del Centro Storico di Culotta e Leone

LE IMMAGINI DELLO STATO ATTUALE

Il prospetto sulla piazza F. Crispi con la cabina elettrica ricavata in un ambiente del complesso. Due delle finestre sono state – provvisoriamente- tamponate nel gennaio 2012.

Dalla terrazza del Bastione

Dalla scogliera est

Il breve androne d’ingresso da p.za F. Crispi

Il cortile, sulla sinistra la parete vetrata realizzata per disimpegnare le aule destinate ad asilo, sulla destra la parete esterna della chiesa dell’Itria.

Nel cortile, i locali ( piano terra e primo piano ) che ospitano i reperti provenienti dagli scavi archeologici condotti negli anni dal Prof. A. Tullio

La scala che porta al primo piano della parte più antica  e quella per il primo piano sulle aule dll'asilo

I locali di piano terra ultimamente adibiti ad asilo

Il grande ambiente di piano terra, lato est

La balconata

Alcune stanze del primo piano

 Ambienti del primo piano lato est

Parete esterna  lato est  e cornicione

Il piccolo terrazzino triangolare sul fronte est

Particolare delle aperture sul fronte est

Uscendo infine sulla piazza Crispi alcuni raffinati arredi del ristorante che oggi occupa la piazza.

Questo primo approfondimento è l’indispensabile minima conoscenza dello stato di fatto, in vista di una probabile sua destinazione a sede del Museo Archeologico. A mio avviso per poter stabilire l’idoneità dei locali a tale uso occorrerebbe un ulteriore rilievo scientificamente condotto, con tutti gli opportuni saggi e verifiche di vario tipo richiesti dalla delicatezza con cui si deve operare in un edificio storicamente notevole, per poter in seguito decidere modalità d’intervento, sempreché  tale lavoro non sia stato già fatto in anni passati. In una valutazione di massima, in base alle mie conoscenze pur non specialistiche, direi che da un punto di vista strettamente funzionale i locali, con alcuni adeguamenti, si prestano ad accogliere un Museo Archeologico commisurato all’entità del materiale da esporre. Non nascondo che questa valutazione è sostenuta anche dal parere del Prof. A. Tullio che in diverse occasioni ha indicato i locali dell’Infermeria dei Cappuccini come una opportuna sede per un ( necessario ) Museo Archeologico e, se non ricordo male, identica opinione è stata espressa in una conferenza dell’Archeoclub di Cefalù tenutasi il 4 giugno 2011 “Cefalù archeologica cerca casa”. Va in ultimo sottolineato che questi locali sono strettamente e fisicamente connessi con la terrazza del Bastione di Capo Marchiafava.

 

Bibliografia :

 Nico Marino – Altre note di storia cefaludese, Edizioni Kefagrafica, Palermo, 1995
 Rosa Brancato – I luoghi conventuali di Cefalù intra moenia, M.ED.IN.A editrice, Cefalù, 1986

Commenti

Belle foto e vecchi ricordi. Vorrei precisare che dal 1960 al 1963  i locali al primo piano e il grande stanzone a piano terra lato NE hanno ospitato  l'Istituto Tecnico per Geometri Sezione staccata del "Filippo Parlatore" di Palermo  mentre nel  1965  le prime due stanze a piano terra lato dx entrando nel cortile, furono concesse in uso gratuito dall'allora Sindaco al circolo  sportivo cacciatori subacquei "CI.CA. Sub Cressi" 

La ringrazio per l'attenzione e sopratutto per le ulteriori notizie sull'uso di quei locali. Troverei interessante  che dalla sua esperienza, come immagino, di frequentatore del posto venissero anche altre indicazioni sullo stato dei luoghi o qualsiasi altra notizia o Sua osservazione.