[1] |
Uno sguardo al futuro [2]13 Novembre 2012, 18:21 - Salvatore Culotta [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Sono, come forse un po’ quasi tutti, all’oscuro dei criteri seguiti nell’individuare tra i beni del Comune ( cioè anche miei) quelli da mettere in vendita. Suppongo siano stati scelti perché ritenuti, in base ad una qualche indagine di mercato o a concrete proposte d’acquisto,più facilmente vendibili, guardando cioè soltanto al lato economico dell’operazione.
Pur non avendo una voce minimamente autorevole, e ben sapendo quanto sarà irrilevante ai fini pratici e contingenti la mia opinione, non voglio esimermi dal dire che, in tale operazione i criteri da seguire avrebbero dovuto essere anche altri.
Sarebbe stato corretto mettere sulla bilancia non solo l’eventuale “ peso” economico dei beni ma anche la loro storia, il loro valore sociale e soprattutto quel che possono rappresentare per la crescita del paese.
Privare chi verrà dopo di una - oggi potenziale - “ricchezza” ( e non certo in senso solo economico) è una responsabilità che non si può prendere alla leggera; e, a proposito di futuro, insisto – avendolo forse già detto altrove- a dire che qualsiasi scelta andrebbe fatta all’interno di un “progetto” generale che ci dica dove vogliamo andare.
In particolare il mio presente dissenso, per quel che vale, riguarda la proposta vendita dei locali del Circolo Unione, di quelli di piazza G. B. Spinola e del Mercato di v. Amendola. Della sede del Circolo ha ben parlato A. Di Francesca in altra sede, per l’edificio di piazza Spinola rimando ad un mio precedente intervento (http://www.qualecefalu.it/node/58 [5]) e per l’ex-Mercato del pesce voglio richiamare l’attenzione sul fatto che è l’ubicazione strategicamente più idonea per il desiderato Museo-Laboratorio del Cinema, a favore del quale ultimo esiste un precedente impegno dell’Amministrazione e considero veramente indegno che tal posto, con tutta la sua storia e potenzialità , venga adibito a pizzeria o consimile ( ribadendo il mio rispetto per questo tipo di esercizi commerciali) sottraendolo ad un uso pubblico.
Ribadisco che tutto ciò non nasce da insane, o sane, nostalgie ma dalla certezza che l’alienazione di questi particolari beni ( che sono anche miei) taglierà in modo pesante le gambe al nostro futuro.