[1] |
L'autunno del nostro scontento [2]25 Agosto 2014, 19:03 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Oggi, le strade semi deserte di Cefalù dimostrano che la tanto attesa stagione del “grande turismo”, quel turismo che porta ricchezza, volge alla fine. Certamente potremmo trarne alcune conclusioni ed esprimere un giudizio sui due mesi trascorsi, ma in questo Paese urgono altri problemi e l'autunno ci prepara non pochi dispiaceri, per cui sorvoliamo i due mesi trascorsi e ci dedichiamo a quel che ci aspetta e che ci minaccia. Sì, che ci minaccia, perché, a furia di agitarsi, questa Amministrazione ci ha portati sulle sabbie mobili, sulle quali sprofondiamo sempre più.
Guardate un po', cari lettori, quali e quante scadenze da settembre a dicembre! Presto la “visita” dei Giudici della Corte dei Conti, che vorranno controllare l'avvenuto rispetto delle scadenze del primo semestre del “piano decennale di rientro”; l'approvazione dei bilanci preventivo e consuntivo; la preparazione del bando di gara per i lavori – già finanziati dall'ex Provincia – del depuratore di Prissuliana (Presidiana per gli ignoranti); l'ospedale di Cefalù ancora commissariato, nel silenzio delle Istituzioni locali; le scuole pronte a riaprire, ma ancora ospitate in edifici da rendere più sicuri; la rete idrica sempre più fatiscente, nonostante le volenterose ordinanze del Sindaco; sentenze in arrivo per quanto riguarda l'albergo del Lungomare, le vecchie poste e i procedimenti che presto si aggiungeranno.
Insomma, un autunno di fuoco, per il quale non abbiamo preparato alcun servizio antincendio. Lo affronteremo al solito modo: servendoci di rinvii, che non allontaneranno le fiamme, che invece ci avvolgeranno con sempre maggior vigore.
Sì, lo so, la colpa è di Simona Vicari e di Pippo Guercio. Sono stati loro gli incendiari e presto passeranno alla storia come i Neroni del Tremila. E Lapunzina? Forse egli crede d'essere un martire sacrificato nel Colosseo, ma qualcuno prima o poi dovrà spiegargli, o soltanto dirgli, che egli non è un martire, ma un gladiatore che combatte contro i veri e unici martiri: i cittadini.