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Ti tasso, ma non dirmi che sono per le tasse! [2]11 Settembre 2014, 14:36 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Il comunicato del PD (http://www.qualecefalu.it/node/14245 [5]) e quello del sindaco Lapunzina (http://www.qualecefalu.it/node/14247 [6]), nonché il mai mancante commento di Gaetano Lapunzina, mi hanno riportato alla mente Hegel, questo pericoloso parolaio, divenuto supporto filosofico di ogni governante liberticida, come Hitler o Lenin. Egli indicava certi politici, che peccavano di presunzione nel ritenersi i soli capaci di cambiare la società, come “i funzionari dello spirito del mondo, di cui la ragione astutamente si serve per i propri fini.” Inutile precisare che si tratta della ragione dello spirito del mondo, la cui conoscenza e il cui esercizio è riservato soltanto a pochi eletti, come si ritengono gli uomini del PD cefalutano e che, per questa loro qualità di eccellenza, non possono essere né contraddetti né criticati.
Ecco, ad ascoltare certi interventi in Consiglio o a leggere i loro comunicati, ci si rende conto che la filosofia di Hegel è ancora viva e a Cefalù ha, nel PD, i suoi seguaci del Terzo Millennio.
Questo preambolo non va oltre, perché non voglio annoiare i lettori e, soprattutto, perché già così esso spiega qual è il retroterra culturale degli attuali piccoli rivoluzionari, giunti finalmente all'agognato potere, che gestiscono anche a costo di negare se stessi e il loro passato.
Come Lenin dopo il suo Che fare, a Cefalù il Sindaco e i suoi seguaci criticano e accusano il passato, ma, nel contempo, ne sono i prosecutori pedissequi. Anzi, se ne discostano soltanto negli aspetti positivi, che pur vi furono.
Dichiarano di non essere il partito delle tasse, ma vorrebbero imporle per racimolare più introiti, evitando lo sforzo mentale di trovare altre vie per accrescere la produzione di ricchezza, che consentirebbe di pagare con meno sacrifici i debiti del Comune. Non si rendono conto, i poveretti, di due aspetti importantissimi: a) che tassando oltre il limite minimo chi è povero, si finisce con il rendere impossibile persino la sopravvivenza della povera pensionata ottantenne, che ha il torto di possedere la casa d'abitazione; b) che più soldi si tolgono ai cittadini, più diventa difficile che essi possano trovare mezzi e volontà per investire.
I due aspetti sono sufficienti, da soli, a dimostrare come sarebbe stato pericoloso portare l'aliquota allo 0,25%, contro il minimo previsto dalla legge dello 0,10%. Non sarà il partito delle tasse, questo PD, ma è sicuramente il partito, i cui rappresentanti fanno di tutto per dimostrare quant'è vero l'aforisma di Montanelli: la sinistra ama così tanto i poveri, che quando va al potere li aumenta. E a nulla vale che ci si richiami a piano di riequilibrio, perché quel piano è stato presentato alla Corte dei Conti prima che il Governo nazionale ci rendesse benignamente edotti della TASI. A meno che la ragione dello spirito del mondo non ha permesso a questa Amministrazione e ai suoi seguaci di anti-vedere il futuro.
È strano che il PD cefalutano abbia un comportamento diverso da quello di Palermo, che, insieme a Italia dei Valori, si è battuto contro l'aumento delle aliquote TASI volute dall'Amministrazione Orlando.
Ma forse non è strano: il PD di Palermo è all'opposizione, quello di Cefalù è al governo. Questa costatazione mi permette di non riportare le dichiarazioni dei singoli consiglieri del PD, perché essa è la loro sintesi.