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Fermiamo la disumana inciviltà [2]20 Ottobre 2014, 11:07 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Ieri sera, dalle 19.35 alle 20.30, si è avuto nel corso Ruggero un clamoroso esempio di disumana inciviltà. Un'autoambulanza, dopo aver raggiunto a sirene spiegate l'incrocio con via Madonna degli Angeli, si è fermata e il medico e gli infermieri di servizio hanno raggiunto, con la barella, l'abitazione dell'infermo. Probabilmente il medico, resosi conto che l'eventuale trasporto potesse mettere in pericolo la vita dell'infermo, è intervenuto subito e, avendone necessità, ha chiesto a uno degli infermieri di collegarsi tramite il computer di bordo dell'ambulanza, che intanto era rimasta ferma in pieno corso, dove a quell'ora era chiuso il traffico.
Nonostante il traffico fosse chiuso, alcune automobili fornite di permessi per disabili si erano fermate dietro l'ambulanza e a un certo punto i loro conducenti, spalleggiati da alcuni passanti, cominciarono a sollecitare l'infermiere impegnato sul computer di togliere il mezzo. Costui, quasi incredulo e disperato, rispondeva che “stava lavorando”. Lo stesso fece dopo alcuni minuti alla seconda “civile” richiesta.
Recatosi con alcuni fogli nell'abitazione dell'infermo, scendeva subito e spostava l'ambulanza, immettendola a marcia indietro all'inizio di via XXV Novembre. Tutto risolto? No! Un anziano borbottò che “simili cose potevano accadere soltanto a Cefalù” e a lui non rispose come meritava l'autista, che dimostrò così sangue freddo ed educazione.
Con l'augurio che l'intervento abbia salvato una vita, non posso esimermi dallo stigmatizzare il comportamento incivile e inumano di alcuni miei concittadini, che sopportano in silenzio lo scorrazzare degli scooter rumorosi e velenosi a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma protestano in un caso in cui è in gioco una vita umana.
Non posso evitare un appello al Sindaco, che da due anni sembra penzolare tra video sorveglianza e dissuasori, affinché decida finalmente di agire in difesa della vivibilità del Centro Storico. So che questo appello non scalfirà la corazza di supponenza, che egli ha innalzato a sua difesa, ma glielo rivolgo comunque, non foss'altro che per mettermi a posto con la coscienza. In fondo il peccato, come la responsabilità penale, sono individuali.