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Bentornata! [2]29 Gennaio 2013, 11:18 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
I lavori del Consiglio sono aperti da poco più di dieci minuti, quando una vecchietta macilenta, emaciata e canuta, reggendosi con la sinistra su un bastone, entra nell'aula e si dirige decisa verso il consigliere Cassata. Gli stringe la mano, incurante degli sguardi interroganti e meravigliati dei presenti, e gli dice sorridente: grazie! Sorda ai richiami del Presidente, che la invita ad allontanarsi, prosegue verso il consigliere Messina e come ha fatto prima, gli stringe la mano e gli dice: grazie! La voce del Presidente si fa più severa, ma la vecchietta non se ne cale e prosegue proprio verso il tavolo della presidenza, dove ripete anche con il consigliere Riggio quanto ha fatto in precedenza.
A questo punto, soddisfatta, va a sedersi fra il pubblico, ma in prima fila, e segue il dibattito. Via via che esso procede, sul suo viso traspare sempre più un'espressione soddisfatta, frammista, di tanto in tanto, a un'altra di disappunto, come se non condividesse quel che qualcuno sta dicendo.
Nel momento in cui prende la parola il Sindaco, non si capisce se per correggere un funzionario o per chiarirne il pensiero, ma certamente per usare una lunga sequela di verbi coniugati al futuro, come dev'essere per chiunque si considera uomo del futuro, ecco entrare un'altra donna. Questa, a differenza della prima, è giovane e pimpante, con un cappellino piumato stile belle époque, e non riceve alcun invito a non disturbare. Anzi, dai severi richiami precedenti si passa a sorrisi soddisfatti e sornioni. Anche costei, infine, va a sedersi accanto alla vecchietta, guardandola prima con aria di compatimento.
I lavori proseguono e si concludono con la votazione di un documento. La seduta viene sciolta e tutti si avviano verso l'uscita. Ultima rimane la vecchietta, che viene avvicinata da uno del pubblico, che si era attardato proprio per parlarle. Costui le chiede di conoscere il suo nome e la vecchietta gli risponde prontamente: sono Democrazia e sono rientrata in quest'aula per merito di quei tre Consiglieri, che ho voluto ringraziare. In gioventù fui corteggiata da uomini della tempra di un Pericle o di un Socrate, ma oggi la mia presenza risulta sgradita persino a coloro che devono a me la loro possibilità di godere di fiducia e di stima. Lo fanno, però, presentando mia cugina Demagogia come se fossi io e ingannando così la buona fede degli uomini.
“E la donna entrata dopo di te è forse questa tua cugina?”.
“No. Anche demagogia è più bella e più giovane di me, ma non era quella donna. Si trattava di Arroganza, con la quale non vado d'accordo.”