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Le cicogne ghermite dalle aquile [2]27 Febbraio 2015, 15:19 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
L'assordante silenzio della Chiesa sulla triste vicenda del “centro nascite” dell'ospedale di Cefalù è, secondo la mia opinione, più grave della dichiarazione del Sindaco, che preannuncia un ricorso, come se amministrare equivalesse a coinvolgere le Autorità Giudiziarie a cose fatte.
È più grave, specialmente se si pensa che proprio questo Vescovo disse un giorno che Cefalù doveva volare alto come un'aquila. Sembra che così è accaduto, ma l'aquila, che ha volato alta, ha fatto il suo mestiere di rapace, uccidendo le cicogne in cielo. Finora ci siamo salvati noi gufi, coperti dalle fronde degli alberi, ma adesso siamo in pericolo anche noi.
In pericolo non per la minaccia del rapace, ma per quella degli Amministratori e dei capi partito, che si dicono inorriditi di fronte alla decisione dell'Assessore della Sanità di chiudere il centro nascite, dimenticando i loro due lunghissimi anni di silenzio, sebbene in tanti, e io fra costoro, avessimo lanciato più di un grido d'allarme.
Questi Amministratori e questi capi partito hanno lasciato che impunemente le loro fantasie di uomini con i piedi ben piantati sulle nuvole si trasformassero in aquile e cancellassero ogni possibilità di futuro. E ora che sono riusciti in questo intento di distruggere il futuro, dedicheranno la loro pervicace fatica a colpire noi poveri gufi, che abbiamo e abbiamo avuto soltanto il torto, dal loro incolto punto di vista, di dire sempre la verità e di proporre di sostituire l'agitazione con l'azione. E, abituati come sono a stare in basso, sono in questo momento le piccole formiche rosse carnivore, pronte ad attaccarci.
Io non so che cosa ci si può attendere da simili esseri, ma dubito che ci si possa attendere qualcosa di buono. In questo momento si sono formati gruppi e si sono pubblicate locandine allo scopo di dare alla protesta una parvenza di azione, ma temo che anche qui si tratti soltanto di agitazione, che avrà il solo merito di soddisfare ego personali dei promotori, perché privi di una vera strategia.
Salvare il reparto ginecologico del nostro ospedale significa battersi per la vita, per ogni nuova vita, che non può considerarsi soltanto un oggetto passivo di battesimo, ma semplicemente una vita. Questo vorrei che sottolineassero il Vescovo e i Parroci di ogni chiesa. Questo, perché è questo il vero messaggio di Gesù, che seguono loro soltanto a parole, ma non nei fatti.
Continuerò come prima, con la legge morale nella mia coscienza – e non in una fede – a battermi da solo per ciò che ritengo giusto e non cercherò in nessun caso di aggregarmi in qualsivoglia gregge. Non sono una pecora e quindi, pur accettando le opinioni di quanti sfileranno l'8 marzo contro la chiusura del punto nascite, non sarò con loro, sebbene io mi auguri che abbiano successo e che il punto nascite rimanga a Cefalù.