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"L'evidenza tecnico-contabile", "la scelta politica" e l'errore "imperdonabile" del Sindaco [2]7 Marzo 2015, 13:09 - Saro Di Paola [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Il 6 giugno del 2013, nel mio post (http://www.qualecefalu.it/node/2390 [5])
così ho scritto:
“Il lodo arbitrale dello scorso 31 maggio ha scritto la parola fine sulla controversia che “Sorgenti Presidiana” ha aperto contro il Comune di Cefalù……….
Secondo il Collegio arbitrale, il debitore nei confronti della “Sorgenti Presidiana” è il COMUNE DI CEFALU’ -come sostenuto dalla “Sorgenti”-
e NON APS-come sostenuto dal Comune-.
PER CEFALU' E' DISSESTO FINANZIARIO!
Il Comune, infatti, non ha possibilità alcuna di fare fronte all’ulteriore debito fuori bilancio che, con le spese del lodo e gli interessi ad oggi maturati, ammonta all’incirca a tre milioni di euro.”
Invero, il Comune la possibilità di fare fronte all’ulteriore debito l’avrebbe avuta.
Ancora prima del 6 giugno del 2013.
Solo che l’Amministrazione si fosse avvalsa del Decreto Legislativo n° 35 dell’08/04/2013
-“Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali”-
con il quale il Legislatore aveva dato
“agli enti locali carenti di liquidità ed impossibilitati a far fronte al pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2012, ovvero dei debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine”
la possibilità
“di chiedere, entro il 30 aprile 2013, alla Cassa depositi e prestiti l'anticipazione di liquidità da destinare ai predetti pagamenti”.
Come ho, successivamente,pubblicato nel post (http://www.qualecefalu.it/node/15545 [6]), era stata la stessa Sorgenti Presidiana, con apposita nota del 23/04/2013, ad invitare, il Sindaco di Cefalù ad avvalersi di tale Decreto “come unica ed irripetibile occasione per potere liquidare il proprio debito”.
Occasione, che, per la proroga concessa dal Legislatore, il Comune avrebbe potuto sfruttare sino al 31 ottobre 2013.
Occasione, che, però, Lapunzina non ha sfruttato.
Alla domanda sulla ragione per la quale il Comune non si era avvalso del predetto D.L. n° 35 per estinguere il debito di 2.488.000,00 di cui al secondo lodo arbitrale,
che, il 29 novembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15578 [7]),
Gli avevo rivolto, Lapunzina ha risposto indirettamente.
Nel corso della seduta consiliare del 3 dicembre 2014.
Quando, rispondendo al Consigliere Riggio, che Gli aveva chiesto se, alla luce delle sopravvenute revoche degli accordi di rateizzazione da parte di molti creditori,
Egli “fosse pentito” o “fosse, ancora, fermamente convinto della scelta, che con forza, aveva fatto fare al Consiglio non facendogli approvare l’accesso al fondo di rotazione”,
il Sindaco, dopo essersi dichiarato tutt’altro che pentito di quella scelta,
ha concluso la Sua risposta, dicendo, testualmente:
“…. è giusto che si dica, in merito a qualcuno, che sostiene che noi quando, l’anno scorso, abbiamo fatto il D.L. 35 potevamo chiedere allo Stato le somme per pagare i debiti fuori bilancio, pregherei di studiare di più. Perché il D.L. 35, nel 2013, prevedeva di pagare i debiti esclusivamente di cassa, cioè debiti all’interno del bilancio. Quest’anno è stato modificato con il D.L. 66 nella misura in cui si potevano pagare i debiti fuori bilancio.”
(http://www.qualecefalu.it/node/15665 [8]), - minuto 34,48 del podcast di CRM Happy radio,
(https://www.youtube.com/watch?v=YbnIcd6SmrQ&list=UUQ3XOJKnEfwtPnr6Cppe9Qw [9]).
Come ho dimostrato nel mio post del 5 dicembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15673 [10]) la tesi, sulla differenza tra il D.L. n° 35 del 2013 e il D.L. n° 66 del 2014, sostenuta da Lapunzina, era, ed è, palesemente infondata.
Talmente infondata da farmela definire una autentica corbelleria.
Se, per liquidare il debito nei confronti di Sorgenti, che, alla data del 31/12/2012, era “certo” e che, tra primo e secondo lodo ammontava a, circa, 4 milioni di euro, Lapunzina si fosse avvalso del D.L. n° 35, il debito complessivo di, circa, 12 milioni di euro, che ha portato il Comune al dissesto, si sarebbe ridotto a, circa, 8 milioni.
Come, invece, non si è ridotto per il mancato sfruttamento della possibilità, disposta dal Legislatore per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali con il D.L. n° 35/2013, di accedere all’anticipazione di liquidità da parte della Cassa Depositi e Prestiti.
Sfruttare quella possibilità, sì, che sarebbe stata una “scelta politica”!
Una “scelta politica”, che non avrebbe fatto configurare quella “evidenza tecnico-contabile”, che ha indotto il Consiglio a votare il dissesto.
Una “scelta politica”, che avrebbe scongiurato il dissesto per la Città.
Una “scelta politica”, opposta a quella che, operata, con convinzione e senza pentimento alcuno da parte di Lapunzina, è stata un errore.
Un errore, il più grave, che, Lapunzina, da Sindaco, abbia, sinora, commesso .
Un errore, che, per dirla con la stessa enfasi del Presidente Franco,
“solo Dio Gli potrà perdonare, ma che i cefaludesi non Gli perdoneranno mai”.
Saro Di Paola, 7 marzo 2015
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Articoli correlati:
L’ultima corbelleria del Sindaco Lapunzina – Saro Di Paola – 5 dicembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15673 [10])
Signor Sindaco, perché? – Saro Di Paola – 29 novembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15578 [7])
E’ impossibile rimodulare la carta straccia – Saro Di Paola – 25 novembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15545 [6])
Il piano di rientro pluriennale era carta straccia già quando, nel maggio scorso, è stato approvato dalla Corte dei Conti – Saro Di Paola – 17 novembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15491 [11])
Il lodo amaro: altri tre milioni di euro sul groppone della Città – Saro Di Paola – 6 giugno 2013 (http://www.qualecefalu.it/node/2390 [5])