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Continua la caduta di Cefalù [2]18 Aprile 2015, 09:39 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Nel maggio 2012 Cefalù si buttò dall'alto di un grattacielo di sessanta piani, tanti quanti sarebbero stati i mesi della sindacatura Lapunzina.
A ogni piano – pardon, a ogni mese – il neo sindaco diceva al paese: finora è andata bene!
Lo ripeté appena giunti al piano del dissesto; lo ripeté ancora al piano della chiusura della sezione distaccata del Tribunale; ancora lo ripeté quando si giunse al piano del Giudice di Pace: insomma lo ripeté con un martellamento continuo, che ogni volta lasciava frastornati i cittadini.
Giunti infine quasi al piano trentaseiesimo, quello del centro nascite, i cittadini, sebbene frastornati dalle chiacchiere, cominciarono ad avere paura. Tentarono, e tentano, in tutti i modi di ribellarsi, cercando disperatamente qualcosa a cui aggrapparsi, per non sfracellarsi al suolo ormai vicino. Si forma un comitato, che cerca di sostituirsi al Lapunzina, per salvare il Paese e i cittadini, persino quelli che devono ancora nascere.
È così che alcuni membri del comitato si danno da fare nella ricerca di un qualche sperone al quale aggrapparsi, per fermare la caduta almeno a quel trentaseiesimo piano. Incontrano un'impaurita Assessora e cercano di procurarle gli strumenti, perché fermi la caduta. Incontrano, per questa ragione, i responsabili dell'ospedale, allo scopo di coinvolgerli nella ricerca dei mezzi. Vanno persino a Roma, dove cercano di coinvolgere anche i funzionari del Ministero.
Ieri sera, infine, mentre la Città continua a precipitare verso il suolo, dove rischia di sfracellarsi, si riunisce il Sindaco con molti membri del comitato civico. A parlare il Sindaco, che propone in estrema sintesi di aspettare ancora quarantottore e di seguirlo a Palermo in piazza Ottavio Ziino, che fu un valente musicista, per suonare la grancassa di fronte all'Assessorato alla Salute, visto che con il TAR s'era perso tempo e non si era ottenuta l'agognata sospensiva.
Hanno poi parlato Rosario Fertitta, Giuseppe Livecchi, Paola Castiglia e Mauro Caliò per il comitato. Tutti sono stati molto critici con il Sindaco e con la politica in generale; tutti hanno insistito nell'esprimere un giudizio negativo sulle azioni fin lì svolte dalla politica e, quindi, sulle sue responsabilità. Dimenticavano, però, che anche la loro azione si era svolta perorando la causa del centro nascite con la politica, con questa politica, e per di più armati soltanto di parole.
Sfogata la loro voglia di rimproverare colpe, tutte meritate, ai politici presenti, alla fine hanno deciso di abbandonare il loro fortino assediato e di recarsi presso il comando generale del nemico, per rallegrarlo con la grancassa, come aveva chiesto il Sindaco. In fondo, è stato detto, si tratta di sole quarantottore! Nessuno ha pensato che quelle ore passeranno velocemente, in considerazione che sta precipitandosi velocemente e, soprattutto, che la grancassa non è un'arma valida per combattere contro nemici viscidi, quali sono quelli dell'ospedale di Cefalù.
Quali conclusioni trarre? Sicuramente quella che la politica ha fallito miseramente nel suo compito di governare correttamente, ma poi anche quella che il comitato, cedendo alla richiesta di suonare la grancassa, non è stato capace di azioni valide a fermare il precipitare del Paese. Già ieri sera hanno creato un evento su facebook, per invitare quante più persone a suonare la grancassa.
Non posso che dirmi sinceramente deluso dal comitato tanto quanto lo sono da questa politica e, aggiungo, poiché sono stanco di dover ammettere sempre che sì, avevo ragione, ma ho combattuto contro i mulini a vento, in futuro non interverrò più né per criticare né per consigliare.
Amen.