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“Portare Re Ruggero nel Suo Duomo sotto la Rocca!” [2]13 Luglio 2015, 18:47 - Fedele Calistro [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Questo appello è rivolto alle istituzioni, religiose e civili, alle associazioni politiche e non, agli organi di stampa e, attraverso di loro alle persone, ai Siciliani, soprattutto ai Cefaludesi. L’augurio è che vogliano e sappiano creare un movimento trasversale fuori dalle appartenenze partitiche del momento, unitario di tutte le forze e strutturato con un comune obbiettivo ben delineato:
“PORTARE RE RUGGERO NEL SUO DUOMO SOTTO LA ROCCA!”
PER CEFALU’ E LA SUA CATTEDRALE PATRIMONIO DELL’ UNESCO
Gentili Signori Curatori,
essere Siciliani è un sentimento. Essere Siciliani, anche se nati fuori dall’isola, è un'aggravante che accentua ogni legame e rinforza questo sentimento; è appartenenza ad una realtà fisicamente lontana ma presente nella memoria, un ricordo che diventa vitale malessere quando, spesso, si modifica nella versione della nostalgia. Questo patrimonio genetico-culturale, dono grandissimo ricevuto senza volere, è soprattutto collegato ai luoghi della giovinezza e la Sicilia, per chi scrive, è stata ed è soprattutto Cefalù, dove la mia famiglia ha le radici ed io stesso ho passato lunghi, non dimenticati, periodi.
Tutto ciò mi spinge a scriverle.
Finalmente, è arrivato il riconoscimento che da tempo e non senza qualche piccola ansia si aspettava: la Sicilia Normanna, nel suo complesso (e con le proprie origini bizantino-arabe), è patrimonio mondiale dell’umanità! E con questa la Cattedrale di Cefalù!
Eppure c’è qualcosa che difetta, una particolare disattenzione della storia che reclama di essere corretta. E’ qualcosa che riguarda Re Ruggero II ed il “suo” Duomo di Cefalù, da cui egli ingiustamente manca!
Ruggero II d’Altavilla, primo Re di Sicilia, aveva infatti deciso di consacrare il Duomo di Cefalù anche quale monumento sepolcrale per sé e per la sua discendenza. In tale ottica ed anche con questa precisa finalità lo edificò con forti simbolismi destinati a glorificare il suo regno e l’enorme potere che era riuscito a costituire e collocò al suo interno due magnifici sarcofagi, uno dei quali avrebbe dovuto accoglierne le spoglie.
Il suo successore, Guglielmo I, forse per un eccesso di amore filiale, non eseguì le volontà del padre e lo seppellì a Palermo, dove probabilmente contava di riposare anche lui per l’eternità. Fu invece vittima di una curiosa nemesi e da morto non rimase a Palermo accanto al genitore.
Suo figlio, Guglielmo II, infatti, costruì a Monreale il proprio Duomo dove, alcuni anni dopo la scomparsa paterna, ne trasferì il corpo e dove, primo tra i Re Normanni, almeno lui, riuscì a riposare esattamente dove voleva.
In seguito la Cattedrale di Palermo accoglierà, assieme a quelle di Ruggero II, le spoglie di sua figlia, l’Imperatrice Costanza d’Altavilla, del marito di lei, l’Imperatore Enrico VI e del loro figlio, l’Imperatore Federico II, che vi aveva traslato i sarcofagi di Cefalù. Forse dovremmo dire, con maggiore aderenza ai fatti, che Federico II li trafugò, profittando dell’assenza del Vescovo - che mai glieli avrebbe concessi - e con buona pace del nonno Ruggero e dei canonici cefaludesi che di quest’ultimo, per lungo tempo, chiederanno inascoltati la consegna dei resti mortali.
In questa specie di gioco del domino delle grandi Cattedrali dei Normanni, alla fine, quella di Cefalù - pur essendo la prima indicata per volontà regia a monumento sepolcrale dei Regnanti di Sicilia - è rimasta senza il suo Re, mentre le altre sono colme di Re, Regine, Imperatori e Imperatrici.
CEFALU’ PUO’, FORSE DEVE, GRIDARE:
“RIDATECI RE RUGGERO II!”
Per sua espressa volontà e scelta è lì che deve tornare.
Tuttavia il motivo non è solamente fine a se stesso.
Ciò concorrerà infatti a rendere preciso e definito il ruolo storico di ognuna delle tre grandi Cattedrali, quali Mausolei Reali, oltre a sanare il torto che Guglielmo I ha fatto al volere di suo padre Ruggero II e a Cefalù, cui ha sottratto il primo Re di Sicilia. Notevole torto, questo, che si è trasformato nel tempo in una grave imprecisione storico-archeologica e in un danno sostanziale e impoverimento proprio per Cefalù.
I Cefaludesi – e i loro rappresentanti istituzionali - per amore della loro città, ma anche i Siciliani in genere, anche solo per riguardo verso la cultura e per rispetto della storia, devono attivarsi e, se necessario, battersi per modificare questa situazione.
Cosa evidentemente difficile, è vero, ma perché non provarci?
Palermo e la sua Cattedrale, che ha avuto Re Ruggero per quasi 900 anni, sia adesso giusta e nobile, ne renda le spoglie alla città della Rocca e al suo Duomo a queste destinato. Non sarà affatto impoverita da un tale atto generoso.
Le rimarranno sempre i suoi Imperatori ed Imperatrici, a ricordare il ruolo che aveva conquistato in quel mondo di cui è stata grande capitale, felice e meravigliosa, come la narrò Ibn Jubayr.
La restituzione del corpo di Ruggero II, mentre sarebbe un bene per Cefalù e per la sua Cattedrale Diocesana, diverrebbe per tutta la Sicilia un ulteriore potenziamento del suo richiamo turistico.
L’argomento in più per agire in questa direzione è proprio il fatto che la Sicilia Normanna è stata proclamata patrimonio mondiale dell’umanità.
Restituire alla sua più giusta destinazione il Duomo di Cefalù (peraltro specificamente indicato anche nella mozione all’UNESCO quale mausoleo reale), collocando nel suo interno le spoglie del Suo Grande Re, non potrà che rafforzare la precisa lettura del percorso storico-monumentale che la Sicilia, con questa nomina, deve correttamente offrire agli occhi di un mondo che, con maggiori attenzioni, verrà a visitarla.
Questa traslazione costituirebbe infine un evento di grande richiamo per tutta la Regione (potenziale generatore di altri).
Perché non sognare di commemorare i 900 anni dall’incoronazione di Ruggero II a Re di Sicilia (2030), anche a Cefalù, nella Cattedrale che contenga i suoi resti mortali?
La religione, la storia, la cultura, il turismo vivono di eventi, di ricorrenze, di celebrazioni la cui forza evocativa aiuta a trovare le risorse per concretizzarli e crea nuove energie per realizzare altri progetti a contorno del fatto principale.
Un solo esempio, su tanti che, con un po’ di riflessione, si potrebbero attuare in tutte le direzioni: la riconsegna delle spoglie del primo Re di Sicilia potrebbe mettere Cefalù sotto una lente d’ingrandimento così forte da contribuire a trovare soluzioni definitive anche per il restauro della Cattedrale e del suo chiostro e forse anche per risolvere la crisi del suo altro gioiello, il Museo Mandralisca.
Quante altre opportunità potrebbero tuttora offrire alla Sicilia intera questi grandi Re?
Nel ringraziare per quello che le vorrete fare,
porgo i miei migliori saluti,
Anzio, 09/7/2015 Fedele Calistro