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Nessuna polemica solo delle testimonianze ... [2]9 Luglio 2012, 07:01 - Pino Lo Presti [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Non è per sollecitare o risvegliare polemiche non mie che torno sull’argomento “trasferimento parroci” ma per dare spazio soltanto all’ “Onore” che tanti cefalutani, fedeli e no, parrocchiani e no, vogliono riconoscere, attraverso la loro testimonianza, a padre Salvatore Mormino, perchè di lui - una volta abbandonata Cefalù - non accada che qualcuno (che non l’ha conosciuto) si chieda “chi fosse” senza trovare risposte.
Pubblichiamo quindi tre Lettere:
la prima, sottoscritta da alcune centinaia di fedeli, al Vescovo, del 1 giugno 2012;
fedeli.pdf [5]
la seconda, l’allegata lettera al Vescovo, sottoscritta dal Presidente e dal Consiglio della Azione Cattolica di Cefalù;
presidente A.C..pdf [6]
la terza, del 30 giugno, di accorata testimonianza, invece indirizzata da un semplice fedele, l’arch. Alessandro Giaccone, allo stesso “Canonico Salvatore Mormino”
giaccone.pdf [7]
Intendo anche io dare la mia personale, e grata, testimonianza su Padre Salvatore, soltanto perchè - ripeto - resti traccia della sua pluridecennale presenza pastorale a Cefalù; una traccia che certo non colmerà il vuoto della sua assenza.
Per quello che io posso personalmente testimoniare, la sua modestia nel porsi - sia come uomo che, soprattutto, nello svolgimento del suo ruolo di Prete (mai invadente) - è stata la chiave che ha aperto il cuore a mio fratello, Gaetano, afflitto da una grave malattia (uno dei primi casi di Sclerosi multipla a Cefalù); un cuore, già agnostico in partenza, rimase contratto in più per la bestemmia che sentiva sorgergli dentro per tanta “ingiustizia”, a soli trent’anni!
Fu proprio l’aver visto con quanta semplicità - nelle visite protrattesi settimanalmente negli anni -, Salvatore si spogliava della presunzione del proprio ruolo e si poneva naturalmente, prima di tutto, come uno che anche lui convive con la sconfitta (e, quindi, solo per questo, “amico”), a far abbassare lentamente la guardia al sistema di difesa di mio fratello nei confronti di coloro che “parlano di accettazione della sofferenza senza sapere: per mestiere o ideologia”!
Mio fratello è morto sereno, avendo perdonato al mondo; persino con i sacramenti (ma questo a me non interessa molto).
Ricordo soltanto che poco prima di morire vedeva “una luce”. Certo una suggestione, ma quello che ebbe importanza, per me, suo fratello, e per i miei genitori, fu che il suo sguardo, davanti alla morte, era sorridente!
Io non ho conosciuto bene Salvatore.
L’ho sempre chiamato semplicemente così - nè lui ha mai mostrato di risentirsene. Questo mi ha fatto sempre pensare ad una persone semplice che in quello che faceva ci metteva prima di tutto il cuore.
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Del ’48, viene a Cefalù a soli tredici anni.
Prete, col Vescovo Cassisa, nel ’74. Oltre vent’anni di segretariato con - oltre a Cassisa -, Catarinicchia e Mazzola.
Da 16 anni Parroco della Cattedrale (dal ’96 con Mazzola) e tant’altro ancora dentro l’Azione Cattolica e con la gente.
Torna ora a 64 anni in un piccolo paese dove non ha vissuto e dove l’aspetta solo una vecchia zia.
Ciò che molti auspicherebbero - considerando la “Compassione” come la fondamentale etica cristiana - è un qualsiasi altro incarico per Padre Mormino, purchè a Cefalù!
Siamo certi che questa è una ipotesi praticabile e che certo il nostro Vescovo ha considerato.
Ogni prova di rinuncia è certo occasione per procedere in un cammino di iniziazione, soprattutto per chi questo cammino ha scelto al momento dei “Voti”, ma c’è una soglia umana personale, oltre la quale il dolore dell’esperienza può restare solo una inutile sofferenza.