[1] |
L'Assessore sordo, il Ministro favorevole e l'ospedale nella morsa. [2]8 Settembre 2016, 15:28 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Ieri sera nel seguente intervento http://www.qualecefalu.it/node/19830 [5] avevo scritto che il Ministro aveva assicurato alla senatrice Vicari e al Direttore sanitario del Giglio che il Decreto assessoriale era stato ormai approvato e che non era in suo potere fermare l'assessore Gucciardi dall'emetterlo.
Sarebbe stato, semmai, sua discrezione astenervisi in considerazione delle sollecitazioni del Presidente del CdA Albano per l'ospedale di Cefalù. Personalmente dubitavo che egli avesse potuto avere tanto buon senso, da sospendere fino alla decisione del Ministero. Invece non soltanto ha pronta una bozza del decreto, ma ha persino dichiarato che se ne potranno “cambiare soltanto le virgole”.
Continuo a essere fiducioso che l'intervento del Ministro e le pressioni di noi tutti potranno far cambiare l'intera punteggiatura e persino le parole, che stabiliscono la chiusura dell'ospedale di Cefalù.
Pochi minuti fa ho parlato con il presidente Albano, che ha indetto una conferenza stampa per domani e che mi ha anticipato la sua intenzione di andare al Ministero, per discutere personalmente la questione e per avere assicurato che nel decreto dell'Assessore saranno cambiate tutte le cose necessarie ad assicurare la sopravvivenza del “suo” ospedale.
Non c'è alcun dubbio che in questa battaglia egli ha il sostegno attivo di tutti i cittadini responsabili e di buon senso. Questo voglio assicurarglielo, perché non si senta solo nella difesa di un diritto, che, più che suo, è di noi tutti. Questo sostegno avrebbero dovuto darglielo i Sindaci, che però militano nello stesso partito dell'Assessore e hanno timore di opporglisi, persino accettando che la salute dei loro cittadini cessi di avere il riferimento dell'ospedale G. Giglio.
Non so come definire il comportamento di questo Assessore e dei burocrati autori del piano sanitario regionale, ma auspicherei per essi un ravvedimento e che abbiano un po' più d'intelligenza delle “cose” che governano in nome dei cittadini e per i cittadini.