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Surreali i motivi della mortificazione della nostra scuola [2]5 Settembre 2019, 16:23 - Salvatore Ilardo [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
SURREALI I MOTIVI DELLA MORTIFICAZIONE DELLA NOSTRA SCUOLA
Abbiamo provato a leggere l’articolo di Angelo Sciortino dal titolo “Istruzione scolastica mortificata [5]”.
Scopriamo, dopo una non facile lettura, che la nostra Scuola versa in condizioni precarie per colpa dei tanti “Sessantottini”, di una certa ideologia di sinistra, che da oltre mezzo secolo impera con astuzia ed arroganza, oltre che con una prassi aggressiva ed intimidatoria, su tutte le Istituzioni della Formazione. Ne viene fuori un quadro avvilente del nostro sistema scolastico, sottoposto da decenni a lavaggi del cervello da parte della sinistra culturale e politica. Lavaggi a cui non sono scampati non solo gli alunni, ma anche le loro famiglie. I “sinistri” hanno occupato quasi militarmente le istituzioni scolastiche.
Se questa appena descritta da Angelo Sciortino non è una visione fantasiosa della nostra scuola, essa, se vera, sarebbe decisamente preoccupante, quasi da Stato totalitario. Per fortuna il nostro Paese non lo è, anche se abbiamo rischiato con la coalizione giallo verde di Salvini di diventare una demokratura, tipica di alcuni paesi dell’Est Europa.
Pericolo scampato grazie a una prova di responsabilità proprio di quella sinistra tanto dileggiata da Angelo Sciortino, che ha forzato non poco la sua coerenza, accettando di concorrere a sostenere una nuova maggioranza di Governo con il Movimento 5 Stelle. E lo ha fatto proprio per scongiurare all’Italia l’avvento di un regime che con non pochi eufemismi avrebbe avuto una connotazione fascista.
Ora, non ci vengono descritte quali sarebbero le nefandezze imposte dai cosiddetti “Sessantottini o Sinistri” alla nostra scuola nel corso degli ultimi cinquant’anni. Sappiamo bene quali sono le carenze delle nostre Istituzioni scolastiche. In primis, la carenza di mezzi, di edifici scolastici, di aule, di laboratori, ma soprattutto la grave precarizzazione del corpo docente. Professori che a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico non sanno ancora in quali sedi saranno assegnati, ma anche questa sensazione di incertezza, di precariato, dopo tanti anni di insegnamento, su e giù per l’Italia. Naturalmente fa parte di paesi avanzati che si stabilisca un certo legame tra scuola e tessuto produttivo del paese per sviluppare sinergie nel campo della ricerca e della formazione. Input che non può essere delegato alla singola scuola o all’insegnante, ma svilupparsi in modo armonico e razionale a livello di sistema Paese.
Certo non può non preoccupare che tanti giovani siano incollati ai loro cellulari e agli incerti programmi social che in essi vi trovano, sottraendo tempo prezioso al dialogo, al confronto, alle relazioni sociali, alle letture, allo sport. E questo non può non avere riflessi alquanto negativi sulle difficoltà registrate nelle varie prove di comprensione anche di un semplice testo in lingua italiana. Apprendiamo che qualche insegnante obbliga i suoi alunni a consegnare i propri telefonini durante le lezioni in classe. Iniziativa lodevole ma, naturalmente, non è sufficiente. Dobbiamo tutti interrogarci come reagire a questo fenomeno che porta ad un processo di progressiva alienazione, di isolamento culturale, psicologico, sociale dei giovani, anche nell’ambito della stessa famiglia.
Salvatore Ilardo