[1] |
Un cancello per cancellare? [2]30 Maggio 2013, 09:00 - Salvatore Culotta [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Giorni fa è stato posto il problema di come impedire guasti e vandalismi vari alla terrazza del Bastione.
Non avendo una mente pronta, non trovando idee geniali ci sono andato per esclusione; ho per prima cosa scartata l’ipotesi di un cancello – sia esso alla base che alla sommità della scala - : sarebbe una violenza del tutto fuori luogo, formalmente e funzionalmente, che interverrebbe pesantemente su un’opera del tutto compiuta e che non ammette altro che quello che c’è; dal punto di vista funzionale un cancello (che verrebbe chiuso soltanto la notte, o meglio quando chiude il ristorante che ingombra la piazza Crispi) non impedisce i tanti e vari atti vandalici durante il giorno, sotto gli occhi peraltro di tanti altri indifferenti turisti. A nulla è servito – come prevedibile – l’installazione di un faro (che forse nemmeno funziona più) se non a fornire una buona illuminazione per meglio scrivere su muri, pavimenti etc.. Altrettanto inutile considero sia l’installazione di una telecamera: oltre al suo costo, realisticamente, cosa si avrebbe? Una – anzi due o più – persone che guardano un monitor 24 ore al giorno? o rivedono il nastro il giorno dopo? e quando vedono un “vandalo” cosa si fa? si avviano indagini di polizia per cercarlo tra i tanti turisti o tra i residenti? Vi sembra realistico?
Altrettanto irrealistica è da considerare l’idea di mettere un guardiano, armato o perlomeno muscoloso, per 24 ore al giorno. Tolto tutto quanto sopra, quello che resta ha il sapore di una resa: istituire frequenti controlli da parte di personale (di una categoria da individuare), tenere costantemente e scrupolosamente pulito il luogo, avviare nelle scuole e ovunque un programma teso a migliorare il grado di civiltà dei cefaludesi, perlomeno della generazione che verrà, solo offrendo un ambiente “pulito” si può sperare che lo resti. Che male si fa se si getta una carta in un immondezzaio?
Naturalmente dopo tutto ciò è implicito l’invito a tutti e ad ognuno di esporre le sue idee, cosa che è realistico prevedere che non avverrà. Così come è altrettanto realistico prevedere che l’Amministrazione farà quel che vorrà, nel solco della chiusura, delle catene, dei paletti, dei divieti inapplicati etc.