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Tra bolle di sapone e sogni nel cassetto [2]24 Agosto 2013, 19:59 - Antonella Scicolone [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Quello che segue è un intervento dell'architetto Leandro Parlavecchio, speditomi per email, con la richiesta di pubblicarlo a suo nome. Cosa che faccio con piacere, perché così si chiarisce definitivamente la "querelle" sulla fattibilità o meno di una casa per anziani sul terreno, che voglio donare a Cefalù. Se ho trattato l'offerta con questa e la precedente Amministrazione, l'ho fatto riconoscendole rappresentanti dell'intera Cittadinanza.
Sono stato sollecitato da più parti ad esprimere la mia opinione dal punto di vista di progettista della struttura alberghiera di tipo “Residence”, progettata nell’area di proprietà “SCICOLONE”, oggetto di donazione al Comune di Cefalù da destinare alla realizzazione di una “Casa famiglia per anziani”. Si tratterebbe in sostanza di adattare il progetto alle esigenze geriatriche.
In funzione di quanto fin qui commentato dai vari partecipanti ai “Forum mediatici”, occorre fare alcune precisazioni preliminari:
1) Nessuno di coloro che hanno partecipato a qualsiasi titolo alla progettazione del detto “Residence” ha mai ignorato che l’area ricadesse nella Zona Q2 del P.R.G. di Cefalù;
2) Che, ai fini di realizzare insediamenti produttivi in verde agricolo in deroga agli strumenti urbanistici, si è fatto riferimento all'art.22 della L.R. 27/12/78 n.71, all'art.6 della L.R.29/09/94 n.34, all'art.35 della L.R.07/08/97 n.30, all'art.30 della L.R.26/03/02 n.2, all'art.87 della L.R.16/04/03 n.4;
3)Che l’art.15 della L.R.78/76 recita: “Ai fini della formazione degli strumenti urbanistici generali comunali debbono osservarsi, in tutte le zone omogenee ad eccezione delle zone A e B, in aggiunta alle disposizioni vigenti, le seguenti prescrizioni:
1. le costruzioni debbono arretrarsi di metri 150 dalla battigia; entro detta fascia sono consentite opere ed impianti destinati alla diretta fruizione del mare, nonché la ristrutturazione degli edifici esistenti senza alterazione dei volumi già realizzati;
2. entro la profondità di metri 500 a partire dalla battigia l'indice di densità edilizia territoriale massima è determinato in 0,75 mc/mq;
3. …..omissis”;
4) Che in funzione di tale articolo non si spiega la presenza di nuovi insediamenti alberghieri in Zona G1 del P.R.G., proprio a valle dell’area Scicolone, e prospicienti il Lungomare G.Giardina, a circa m.50 dalla battigia e con indice di fabbricabilità di 2,5 mc/mq;
5) Che in funzione di tale articolo non si spiega la presenza di nuovi insediamenti residenziali in Zona F1 del P.R.G., confinante ad Est dell’area Scicolone, a meno di m.250 dalla battigia e con indice di fabbricabilità di 2 mc/mq;
6) In altre parole l’area in questione risulta circondata da fabbricati e quindi di fatto urbanizzata tendendo più ad una zona territoriale omogenea B;
7) In ogni caso, ai fini della volumetria di progetto, si è fatto esplicito riferimento alle citate norme di attuazione del P.R.G. riguardanti le Zone G1 ed F1, in deroga alle prescrizioni della Zona Q2.
Quanto sopra descritto è stato la premessa di una attenta e curata progettazione che ha tenuto conto sia della difficoltà oggettiva del superamento degli ostacoli urbanistici, sia della reale fattibilità dal punto di vista della “geografia del luogo”. In tal proposito va specificato che le varie ipotesi di accesso alla nuova struttura, paventate dall’ing. Di Paola, sono del tutto arbitrarie, prive di senso e comunque diverse da quelle previste in progetto, “questo sconosciuto”. Anche lui avrebbe trovato una soluzione di fattibilità se gli fosse stato dato l’incarico della progettazione, a prescindere delle normative urbanistiche.
Va inoltre aggiunto che tutte le disquisizioni mediatiche, che ormai hanno superato di gran lunga il livello del pettegolezzo, non portano da nessuna parte in quanto nessuno, fino ad ora, si è posto il problema della Soprintendenza, organo al di fuori di ogni legge urbanistica, in balia delle opinioni del funzionario di turno, per non parlare d’altro.
Il vero nocciolo della questione non è la concreta fattibilità dell’opera ma la reale volontà di farla. E’ un po’ come i “capponi di Renzo Tramaglino” che litigavano fra loro prima di finire in pentola. Se il l’Amministrazione Comunale reputa che il luogo deputato alla realizzazione della “Casa famiglia per anziani”, donato dalla S.ra Scicolone, possa diventare un elemento di prestigio posto all’ingresso del Comune di Cefalù e proiettato verso la futura eliminazione della ferrovia, allora difenda a tutti i costi tale opportunità, ne promuova la programmazione e si adoperi alla ricerca dei finanziamenti necessari alla realizzazione.
(E’ opportuno precisare che il progetto in una primitiva versione, ha partecipato al bando pubblico di cui al decreto n.70 del 07/08/2003 per l’attivazione del regime di aiuti previsti dall’art.76 e seguenti della L.R.n.32/2000 ottenendo il riconoscimento di opera finanziabile con posizione n.177, prat.653, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.29 Parte I del 09/07/2004 pag.70).
Viceversa se l’Amministrazione Comunale ritiene che non si debba prendere in considerazione la proposta di tale progetto, allora lo depenni definitivamente da dai suoi programmi, onde evitare ogni tentativo di inutile e squallida disquisizione accademica pro e contro l’iniziativa, lasciandola come un “sogno nel cassetto”.
Firmato
Architetto Leandro Parlavecchio