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Basterà l’ordinanza del Prefetto ad assicurare la regolare gestione del Servizio Idrico Integrato ? [2]7 Febbraio 2014, 08:31 - Saro Di Paola [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Lo scorso 5 febbraio la Curatela fallimentare di Acque Potabili Siciliane Spa ha consegnato, ad ATO 1 Palermo in liquidazione, le reti e gli impianti afferenti al Servizio Idrico Integrato dei 52 Comuni della Provincia di Palermo, che insieme a Cefalù, nel 2009, le avevano consegnate ad APS e, da ieri 6 febbraio, “Fallimento APS in liquidazione” non gestisce più il servizio.
A partire da oggi :
chi gestirà il servizio idrico integrato a Cefalù?
Chi riparerà le perdite della rete idrica?
Chi si occuperà del depuratore?
A chi pagheremo la bolletta idrica?
Chi pagherà le fatture che “Sorgenti Presidiana” continuerà ad emettere al Comune di Cefalu?
Sono convinto che, ad oggi, nessuno sia in condizione di rispondere con certezza a tali domande.
Ciò perché il fatto che il Prefetto abbia “ORDINATO”
al Commissario Straordinario e liquidatore, pro tempore, dell’ATO 1 di Palermo, di adottare ogni iniziativa ritenuta idonea ed opportuna per impedire l’interruzione del Servizio Idrico Integrato nel territorio dei 52 Comuni della Provincia di Palermo, già gestito da Acque Potabili Siciliane in fallimento, nelle more che siano perfezionate le forme procedurali più adeguate per assicurare lo svolgimento del servizio
non significa, affatto, che sarà ATO 1 Palermo in liquidazione a gestire il servizio.
Non potrebbe esserlo.
Non ne ha il personale, gli strumenti ed i mezzi economici necessari.
Per garantire ed assicurare la regolarità della gestione del servizio saranno necessarie le giuste misure.
Almeno sino a quando ATO 1, in barba a tutti i proclami sull’acqua pubblica, non avrà stipulato un nuovo accordo con un nuovo gestore privato.
Al riguardo basteranno i 120 giorni concessi dal Prefetto ad ATO 1 di Palermo ?
Solo a considerare che, nei tre mesi che sono trascorsi da quando, il 29 ottobre, il Tribunale ha dichiarato fallita APS, nulla, per risolvere la questione, è stato fatto dai politici regionali e dagli amministratori locali, la risposta non può che essere negativa.
Saro Di Paola, 7 febbraio 2014
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