9 Febbraio 2013, 13:21 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ieri sera un amico mi ha affettuosamente rimproverato per aver auspicato che il nuovo Sindaco amministrasse anche senza quella maggioranza, che l'elettorato non gli aveva dato. Proprio la perdita della maggioranza precostituita subito dopo le elezioni dimostrava oggi, a suo parere, quanto invece fosse stata corretta la scelta di allora, che qualcuno definì “inciucio”. Corretta, sempre secondo la sua opinione, perché gli esiti degli ultimi tre consigli dimostravano come senza di essa le decisioni della nuova maggioranza avrebbero arrecato un danno alla Città.
Di diversa opinione rimango io. I primi otto mesi di amministrazione, quando la democrazia era mortificata quasi quotidianamente e non c'era un serio confronto neppure con i sostenitori acquisiti, sono stati contrassegnati da troppa improvvisazione. Una improvvisazione che, dato il particolare momento di difficoltà, non ha permesso di risolvere o di avviare a soluzione problemi ormai annosi, obbligando i giudici della stessa Corte dei Conti a stigmatizzarla e persino a sanzionarla.
I Giudici non l'hanno detto, ma non c'è dubbio che i bilanci presentati, e soprattutto quello preventivo del 2012, non rappresentavano una corretta immagine contabile delle finanze comunali. Noi, che abbiamo vissuto quotidianamente la politica locale, lo sapevamo, come sapevamo pure che il Sindaco vedeva il passato come un incubo, che portava i nomi dei suoi predecessori e di un qualche funzionario, e il futuro come una sorta di delirio onirico, condito di verbi coniugati al futuro, come se il tempo si fosse fermato, impedendo a quel futuro di realizzarsi e divenire passato.
Poter contare su una maggioranza a ogni costo gli impediva di prendere coscienza di questa realtà. Qualunque documento sottoposto al controllo dell'organo controllore, il Consiglio, veniva approvato ed eventuali critiche non invitavano alla riflessione, ma scivolavano addosso come la pioggia sul vetro.
Finalmente alcuni consiglieri si sono resi conto che un tale deficit di democrazia aveva creato troppi danni e stava per il far correre gravissimi rischi alla Città. Da due settimane, quindi, hanno segnato opportunamente i confini, che l'Amministrazione non può e non deve superare.
Lo hanno fatto, ieri sera, anche con i Revisori dei Conti, imponendo loro l'obbligo di essere quel che la legge prevede: organo consultivo e chiarificatore del Consiglio comunale e non già dell'Amministrazione. Anzi, di questa dev'essere il controllore per gli aspetti contabili e garante della loro correttezza di fronte al Consiglio.
Lo stesso Sindaco è stato obbligato a presentare per tempo le iniziative, che devono essere approvate dal Consiglio, per permettere d'impegnare presso terzi il Comune. E ieri sera, in attesa di presentare lunedì prossimo il “piano di rientro”, ha letto una sua relazione, che in più punti corregge errori, che l'assenza di un dibattito aperto e democratico ha costretto il Consiglio a una sorta d'irresponsabile “lasciar correre”. Con quali effetti purtroppo s'è visto, attaccati come siamo al tenue filo del ricorso al TAR, e a quello più robusto della Corte dei Conti, di fronte al cui giudizio il Comune dovrà comunque ripresentarsi.
Ecco da quali riflessioni e da quali fatti nasce la mia opinione.
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Commenti
gaetano lapunzina -
Il Giudice Onorario
"I Giudici non l'hanno detto, ma non c'è dubbio che i bilanci presentati, e soprattutto quello preventivo del 2012, non rappresentavano una corretta immagine contabile delle finanze comunali".
Il "Delirio onirico" dev'essere una grave malattia contagiosa!
Angelo Sciortino -
L'hanno detto!
Posterò in un prossimo commento la frase completa dei Giudici contabili virgolettata.
gaetano lapunzina -
Diagnosi complicata
Da "non lo hanno detto" a "l'hanno detto". Allora, probabilmente, trattasi di una più semplice stato confusionale.
Angelo Sciortino -
Soltanto carità cristiana.
Non confusione, ma carità cristiana mi ha impedito di citare testualmente le parole dei Giudici, che comunque ho già citato fra virgolette su queste stesse pagine.
In ogni caso ho trasgredito a un consiglio dello stesso Gesù, che suggeriva di "non dare perle ai porci", nel nostro caso, fuor di metafora, di dire a chi si ostina a non comprendere.