8 Maggio 2013, 11:32 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
La società “
a) che, dal 18 dicembre 1974, il lotto di terreno distinto al catasto dalle particelle 922 e 923 del foglio 5 ricade all’interno del centro edificato in base alla perimetrazione deliberata dal Comune con del. N. 233 del 20 luglio 1972;
b) la destinazione urbanistica dello stesso lotto di terreno.
Decorsi sessanta giorni dal deposito dell’istanza senza avere ottenuto l’attestazione richiesta, la società richiedente, in data 16 gennaio 2013, ha proposto ricorso al TAR contro il Comune di Cefalù,
“per l'accertamento della illegittimità del silenzio inadempimento formatosi su istanza di rilascio di attestazione urbanistica”.
Il TAR di Palermo si è definitivamente pronunziato sul ricorso nella Camera di Consiglio del 05/04/2013.
Lo ha ritenuto “meritevole di accoglimento”,
ha “dichiarato l'illegittimità del silenzio inadempimento impugnato e l'obbligo del Comune di Cefalù di provvedere sulla istanza presentata, entro il termine di 30 (trenta) giorni dalla comunicazione in via amministrativa ovvero dalla notificazione a cura di parte della presente sentenza”
ed ha
“condannato il Comune di Cefalù alla rifusione delle spese di giudizio in favore della ricorrente, che vengono liquidate in 750,00 (euro settecentocinquanta/00), oltre accessori di legge”.
Il commento
La sentenza del TAR aggiunge un altro anello alla catena dei debiti fuori bilancio del nostro Comune.
Una catena che, andando avanti così, rischia di diventare più lunga di quelle, cosiddette, di S. Antonio.
Il tutto in assoluta discrasia con i criteri e con i principi cui era ispirato il “RISANAMENTO” del nostro Ente che il candidato sindaco Lapunzina aveva indicato al primo punto del Suo programma elettorale :
“Alla base del progetto di rilancio della Città, si impone una forte azione di risanamento ….. che rinnovi la macchina amministrativa, orientandone il funzionamento ai principi di efficacia, efficienza ed economicità, ponendone l’azione al servizio dei Cittadini ……”
Quella macchina amministrativa del Comune che, per quanto è scritto in quello stesso punto programmatico, sarebbe stata ridisegnata con “una nuova struttura organizzativa, aree dirigenziali e premialità legate al risultato” per conseguire quell’obiettivo “BUROCRAZIA ZERO” che, però, almeno sino ad oggi, la Città non ha conseguito.
Anzi, le decisioni con le quali, in questo primo anno di sindacatura Lapunzina, il TAR ha condannato il Comune dicono tutt’altro :
ZERO ALLA BUROCRAZIA!
Saro Di Paola, 8 maggio 2013
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 2065 volte
Commenti
Angelo Sciortino -
Ancora un po' di tempo!
Il Sindaco sa che cosa bisogna fare e lo ha detto già un anno fa: "Alla base del progetto di rilancio della Città, si impone una forte azione di risanamento, che non si limiti a mettere ordine nella finanza comunale, ma che rinnovi la macchina amministrativa, orientandone il funzionamento ai principi di efficacia, efficienza ed economicità, ponendone l’azione al servizio dei Cittadini."
Non credi che bisogna dargli ancora tempo? Non pretendiamo troppo? Anche i magistrati pretendono troppo: quelli della Corte dei Conti, quelli del TAR, quelli della Suprema Corte. Anche loro sembrano colpiti dal virus dell'opinionismo imprevvisato.
Antonello Di Fatta -
Al Signor Sindaco....
Salve a tutti, è la seconda volta che intervengo in questo blog e su questo doloroso argomento.
Mi preme fare delle premesse, prima di proporre al Sig. Sindaco, una soluzione che eviti ulteriori aggravi delle spese relative alle cause perse dal Comune, nei confronti di privati cittadini.
Le sentenze pubblicate su questo blog, che hanno visto condannare il Comune al pagamento delle spese di giudizio sono tre, ed in tutte risulta palese l'inadempienza del responsabile del servizio urbanistica che ha omesso di provvedere ad una semplice richiesta o ha agito scorrettamente nei confronti di privati cittadini calpestando i loro diritti.
I cittadini, loro malgrado, vistisi privati di quello che gli spettava, sono stati costretti a ricorrere, a proprie spese, al TAR, ottenendo quello che è stato ingiustamente negato.
Premesso che le spese di giudizio attribuite al Comune vengono da questo addebitate a tutta la comunità dei residenti Cefaludesi, ritengo di sottoporre all'attuale Sindaco la seguente domanda:
dato che, da tutte le sentenze, risulta palese l'inadempienza e/o l’imperizia del responsabile del suddetto ufficio, perchè non defalcare le spese di giudizio dal suo stipendio?
Grazie per l’attenzione, Antonello Di Fatta.