La scuola e il fascismo: piccole testimonianze

Ritratto di Rosalba Gallà

28 Giugno 2015, 09:34 - Rosalba Gallà   [suoi interventi e commenti]

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LA SCUOLA E IL FASCISMO: PICCOLE TESTIMONIANZE
DAL QUADERNO DI V ELEMENTARE DI ANGELA MACCATAIO, MIA MADRE

di Rosalba Gallà

 

Mi limito a trascrivere due dei temi contenuti nel Quaderno guida per il componimento mensile illustrato (classe V) di mia madre, anno scolastico 1933/34, che bene esprimono l’atmosfera culturale e il tipo di educazione presenti nella scuola italiana di quel periodo.

San Mauro Castelverde

Il Duce d’Italia

Svolgimento

Il Duce nacque a Dovia, frazione di Predappio, in una povera casa di due stanze e una sala dove faceva scuola sua madre Rosa Maltoni.

Nella cucina dormiva lui e il fratello e in un’altra stanza dormivano la madre e il padre.

Si nutrivano mangiando verdura e qualche domenica un po’ di carne in brodo.

Passò i primi anni nella miseria, pure la povera madre trovò il modo di mandarlo agli studi nelle scuole secondarie.

Oh, quanti sacrifici sanno fare le madri e soltanto le madri amorose!

Dopo, finiti gli studi stentò per un posto. Fu maestro e poi anche fece l’operaio presso un vinaio per guadagnare.

Quando ci fu la guerra esso corse a combattere contro il nemico come soldato Italiano dopo avere combattuto nel giornale da lui fondato intitolato il “Popolo d’Italia”.

Poi per i suoi pensieri, per le sue opere, per le sue gentilezze e per il suo attaccamento alla Patria per ordine di Sua Maestà il Re fu messo a Capo del Governo.

Per opera di lui abbiamo avuto fatte tante opere di bene.

Finalmente nel nostro paese s’è portato a compimento lo stradale incominciato 60 anni fa.  Abbiamo la luce, funziona l’opera per l’assistenza invernale e quella per la Maternità e infanzia.

Altrove sono sorte colonie, ospedali per gli ammalati, radio, fabbriche, strade, ponti, manicomi, bonifiche particolari e integrali e tante altre cose che io non posso enumerare e sono tutte opere meravigliose e utili dateci dal Fascismo e dal suo grande Capo.

Io avrei desiderio di parlare con il Duce e di vederlo da vicino per conoscerlo, per leggere nel suo sguardo e vedere se è invecchiato con tutte queste preoccupazioni per le opere fatte e per quelle che debbono farsi.

Il duce è stato un uomo forte che con le sue parole con la sua disciplina nel 1922, il 23 marzo a Milano, nella Via San Sepolcro fondò i fasci di combattimento e poi col partito lottò contro il bolscevismo e contro i nemici della Patria. Io al Duce auguro un buon governo e mille anni di felicità nel suo governo.

 

San Mauro Castelverde, 8 – 6 – 1934

Essere “Piccola Italiana” è orgoglio  per ogni alunna delle scuole d’Italia

Svolgimento

Le piccole Italiane delle scuole d’Italia sono orgogliose di amare la Patria e i superiori. Anche noi che non siamo piccole Italiane ammiriamo pure il Duce, il Re e la Patria che consideriamo come una madre.

Io sono molto pentita che non mi sono iscritta fra le Piccole Italiane ma ora siamo alla fine dell’anno scolastico e non ho che cosa fare.

Quale gioia potere indossare quel bel vestito bianco e nero con lo stemma del fascio.

Io l’anno scorso ero più contenta perché ero Piccola italiana e perché avevo l’onore d’esser una figlia della grande famiglia fascista.

Pure non essendo tesserata prometto di compiere il mio dovere in famiglia, con i superiori e verso l’Italia cercando di crescere buona cittadina. Amo il Duce perché ha saputo ordinare l’Italia e perché è il Capo del Governo del Fascismo. Amo il Re perché è il Capo dello Stato, amo l’Italia perché è la terra nostra e in essa siamo cresciuti e abbiamo tanti affetti. Per i nostri superiori e per la nostra Patria, eia, eia, alalaà!

Il Duce si è premurato di fare sorgere il Fascismo per salvare l’Italia. Dopo la guerra, nel periodo di abbandono e di scioperi, egli con pochi compagni ex combattenti, il 23 marzo 1919 a Milano in Via San Sepolcro, fondò i Fasci di combattimento che ancora oggi si moltiplicano con orgoglio e disciplina.

Noi nominando il Duce raccogliamo nel nostro animo tanti sentimenti di affetto verso di lui e pensiamo ai tanti sacrifici che fece e fa per rendere l’Italia forte e potente.

Noi abbiamo letto il giornaletto della “Piccola Italiana” e sempre ci parla dell’affetto e dei doveri nostri verso la Patria e verso i superiori.

Oh, se potessi parlare con il Duce da vicino, sarei la prima dei fortunati di San Mauro!

Chi sa come si trova sciupato e sempre preoccupato per gli avvenimenti d’Italia.

 

Copertina della pagella dell’anno scolastico 1933/34

Commenti

Senza alcun intento polemico e nell'assoluto rispetto delle altrui personali opinioni, alla luce degli eventi storici, troverei più appropiato: piccole testimonianze.... di grandi mistificazioni.