5 Dicembre 2016, 10:51 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Nell'aprire un commento sull'esito del referendum, che ha decretato la vittoria del NO a riforme costituzionali pasticciate, guardando all'esito di Cefalù con il suo 66% di NO, viene subito una riflessione: il PD e il suo più alto esponente, dopo una vita di dire NO, quando si sono decisi per il SI sono stati sconfitti. E di brutto, visto che il risultato a Cefalù ha dato al NO una vittoria più netta rispetto al resto d'Italia.
Questo dovrebbe far riflettere chi in questo momento amministra Cefalù o crede d'amministrarla. Se egli rappresentò l'alternativa al vecchio modo d'amministrare con la sua opposizione spesso dura e i suoi frequenti NO, avrebbe dovuto procedere, nel momento in cui i cittadini gli diedero fiducia e gli affidarono l'amministrazione della Città, in coerenza con le idee, che fecero di lui il più duro degli oppositori. Invece, non fu così. Egli in questi oltre quattro anni ha proceduto senza una strategia e ha lasciato che fossero gli avvenimenti confusi a dettargli l'agenda amministrativa. Agenda che non poteva non essere caratterizzata da improvvisazioni, pericolose e spesso costose, quando egli si è intestardito, con una autoreferenzialità degna di miglior causa, a chiedere ragione alle Autorità Giudiziarie, trasformandosi nel Sindaco delle cause perse.
Tutto ciò ha nociuto alla Città non soltanto finanziariamente, ma anche socialmente e culturalmente. Com'è ridotta è sotto gli occhi di tutti. Lavori fermi; ostacoli agli investimenti; disoccupazione crescente; tasse per servizi non prestati o prestati male; poche certezze del diritto. Tutte cose, delle quali due cittadini su tre hanno tenuto conto al momento di decidere il voto referendario. Si saranno detto: se al momento in cui si sarebbe dovuto dire sì il PD diceva no, sbagliando e facendoci sbagliare, oggi che esso ci chiede di dire sì, probabilmente ci farebbe sbagliare ancora.
Questo spiega il successo del NO a Cefalù oltre ogni aspettativa dei suoi sostenitori, che come me hanno sempre difeso le ragioni del NO con argomenti logici e pertinenti, ma mai con riferimenti agli errori commessi dal PD nell'amministrazione di Cefalù. In tanti, infatti, forse senza riflettere, hanno votato NO per sfiducia verso chi ne era sostenitore.
Quindi, a Cefalù non è stato sconfitto soltanto Renzi, ma anche Lapunzina e il PD. Egli dovrebbe tenerne conto e, spogliandosi della sua autoreferenzialità, dovrebbe recitare il mea culpa.
Personalmente gli sono grato per il contributo dato, anche se inconsapevolmente, alla vittoria del NO, che io ho condiviso subito dopo aver letto la legge di modifica. Certo, i casi della vita sono ben strani! Può accadere, come in questo caso, che anche gli avversari ti aiutino a vincere!
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Commenti
Gianfranco D'Anna -
Il dato nazionale e locale
Il dato nazionale e quello locale dal sito del Ministero dell'Interno (http://elezioni.interno.it/referendum/scrutini/20161204/FI01000000000.htm):
gaetano lapunzina -
Il chiodo fisso
Le solite argomentazioni faziose e risibili.
A riprova, mi limito a riportare, in uno al dato di Cefalù, quello dei primi 50 comuni, per numero di abitanti, della Sicilia.
Solo i dati di Marsala e Ragusa sono lievemente migliori di quelli di Cefalù, con il Si , comunque, sempre su livelli di gran lunga inferiori alla media nazionale.
Saro Di Paola -
Non si può trascurare il fatto...
Per quanto sia difficile valutare quale possa essere stata in una votazione referendaria come l'ultima l'incidenza della indicazione o del suggerimento di voto dei partiti, dei loro "leader" o dei capibastone, nel raffronto delle percentuali del SI e del NO a Cefalù con quelle degli altri Comuni, non si può trascurare il fatto che, a Cefalù, gli ultimi due Sindaci prima di Lapunzina, ex Assessori e Consiglieri non del PD si sono schierati, apertamente, per il SI.
Angelo Sciortino -
Differenze
Caro Saro, non dimenticare mai la differenza tra un vanitoso e un presuntuoso: il vanitoso si compiace di piacere agli altri, il presuntuoso, invece, è felice di piacere a se stesso. Dal primo ci si può aspettare che tenga conto delle critiche, dal secondo mai!