29 Novembre 2019, 13:35 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Siamo tornati all'anno 800 e al feudalesimo! Un piccolo valvassino (il Sindaco) comunica persino al Tribunale del Re (TAR) che vuole gestire autonomamente il suo feudo; un altro vassallo suo superiore (ATI) gli impone di dare la gestione a uno dei suoi agenti (AMAP), non tenendo conto che tale suo agente ha il divieto di distribuire acqua non potabile e di assumere la gestione di un'azienda in passivo. E questo è il caso di Cefalù.
Perché allora il Consiglio di questa sera è chiamato a decidere di aderire, su invito dell'Amministrazione, all'ordine perentorio dell'ATI? E perché il Sindaco ha gongolato di fronte a tale ordine?
Siamo in presenza di domande, che dovrebbero porsi i Consiglieri comunali per esprimere un voto con cognizione di causa, come è giusto fare nella loro qualità di rappresentanti dei cittadini. Senza divisioni politiche tra maggioranza e opposizione, ma nell'unità del ben amministrare secondo logica e conoscenza.
Provo io a rispondere alle domande, seppure con la limitatezza del mio ingegno e con quella della mia conoscenza del problema. Alla prima domanda la risposta non crea difficoltà: il Sindaco, dopo alcuni anni di inconcludente agitazione, è stato costretto a prendere atto che la situazione “acqua” è degenerata, specialmente dopo la requisizione del potabilizzatore, per cui si ritrova adesso in mano un problema diventato cronico e ingigantito, per cui è benvenuto chiunque gli tolga dalle mani la castagna bollente. La risposta alla seconda domanda è conseguente e umanamente condivisibile: come non gongolare di fronte a un ordine, che ci libera finalmente dal peso delle nostre responsabilità, tra l'altro nella speranza di far dimenticare i nostri eventuali errori, conseguenti alla nostra supponenza?
C'è di più, però. Se AMAP si rifiuterà di farsi carico della gestione di Cefalù, servirà a qualcosa il voto del Consiglio? E da informazioni in mio possesso sembra che sia proprio questo il suo orientamento. Ma anche se le cose dovessero andare diversamente, considerando che le bollette dell'utenza si prescrivono in tre anni, ai cittadini non resterà che pagare i milioni di debiti della gestione di questi ultimi anni sotto forma d'imposte locali.
Diciamocelo con franchezza: l'unico a gongolare sarà soltanto il Sindaco, ma non i cittadini! I cittadini, che, come al solito, piangeranno e mormoreranno.
Spero che i Consiglieri di opposizione non partecipino al voto, rilasciando una dichiarazione a verbale per dissociarsi dalle pesanti responsabilità dell'Amministrazione.
Per opportuno ricordo dei cittadini interessati a conoscere i fatti veri, distinguendoli dalle mistificazioni, ecco la sentenza del TAR: Sentenza TAR.pdf
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Commenti
Giovanni Brocato -
A chiarimento: le fatture
A chiarimento: le fatture sino al 31/12/2019 andranno in prescrizione dopo CINQUE anni. Invece, a datare dal 01/01/2020 dopo DUE anni. Inoltre, ritengo che l'Amap MAI e poi MAI potrà distribuire acqua NON potabile, così come avviene a tutt'oggi! Inoltre, ammesso (MOLTO IMPROBABILE!!!) che il S.I.I. possa passare all'AMAP, rimane sempre il problema di chi dovrà (AVREBBE DOVUTO) fatturare dal 01/02/2016 a ??????? E non potrà farlo certamente l'AMAP, poichè é dal lontano 31/01/2016 che NESSUNO si é degnato di prendere i dovuti consumi. INOLTRE, DAL 17 GIUGNO, IN PRESENZA DELL'ORDINANZA N. 50, ESSENDO STATA DICHIARATA LA NON POTABILITA' DELL'ACQUA, AI CITTADINI SPETTA CHE VENGA DECURTATO IL RELATIVO CANONE. Ci sarebbe tantissimo altro da aggiungere ma, mi riservo di farlo (eventualmente) successivamente!