NEL SUCCESSO DELL’INFORMAZIONE A CEFALÙ UNA DELLE COMPONENTI DEL SUCCESSO DELLA CITTÀ
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14 Settembre 2011, 10:08 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti]
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Il confronto degli ultimi giorni sulla libertà di critica, le recentissime polemiche sulla informazione e sui “numeri” della informazione a Cefalù mi hanno fatto tornare indietro, nel tempo.
Al giugno del 2006, quando altre polemiche sul modo di proporsi di Cefalunews, indussero il consigliere dott. Eugenio Culotta a sottoporre all’attenzione del Consiglio la mozione dal titolo :
CEFALU’QUALE INFORMAZIONE.
Ho riletto l’intervento con il quale, da consigliere comunale, ho aperto il dibattito sulla mozione nella seduta del 15 giugno del 2006.
Ho ritenuto opportuno riproporlo nella sua intierezza.
Può offrire spunti per un ulteriore confronto.
E poi per avere, anche, ripercorso la “storia” della informazione a Cefalù, almeno quella dei miei giorni, propone una pagina di vita cefaludese che tantissimi giovani potrebbero non conoscere.
E’ un intervento abbastanza lungo.
Per volenterosi.
“Signor presidente, signori consiglieri,
signori dell’Amministrazione e signori presenti in aula,
Da tempo, nella nostra città, si era cominciata ad avvertire la necessità di un dibattito pubblico sulla “INFORMAZIONE A CEFALÙ”
È stato, per me, spiacevole aver dovuto registrare che l’occasione al dibattito sia stata data da un episodio che ha visto protagoniste
DUE PERSONE CHE STIMO, per averne apprezzato i modi con i quali nei rispettivi ruoli si sono proposti e si propongono alla città :
il collega Culotta ed il direttore del giornale telematico “Cefalunews”, Mario Macaluso.
Un episodio esso stesso spiacevole rispetto al quale, personalmente, ho già espresso il mio pensiero
in una lettera, inviata per tempo al Giornale telematico, che il direttore ha ritenuto di pubblicare sotto il titolo “USARE LA PASSWORD”.
Un episodio che, non me ne voglia il collega Culotta, si sarebbe potuto evitare.
E PER EVITARLO SAREBBE BASTATO POCO.
Sarebbe stato sufficiente quel pizzico di maggiore cautela che, spesso,
la emotività, l’impulso e la passionalità che mettiamo nell’esercizio della nostra funzione di consigliere ci strappano.
Quell’ episodio pur sempre negativo, però,
ha finito per assumere quell’aspetto assolutamente positivo che non può non essere colto nella occasione che ha dato al dibattito di questa sera.
UN DIBATTITO CHE, per non essere usuale nelle aule di un consiglio comunale, FA ONORE AL CONSIGLIO ED ALLA CITTÀ.
Nei miei interventi sulle questioni più rilevanti per la Città, e questa che stiamo dibattendo indubbiamente lo è, sono solito partire da lontano.
Sarà così anche in questa occasione, per due ragioni di fondo.
La prima :
Cefalù non è una realtà a sé stante ed avulsa rispetto al contesto nazionale sicché, a mio giudizio, non si può parlare della informazione a Cefalù senza nulla dire sul momento storico-culturale della informazione in Italia.
La seconda ragione :
a mio giudizio, non si può parlare di quella che oggi è l’ informazione a Cefalù senza aver detto di quella che è stata, almeno, nel più recente passato.
Entro nel tema.
“INFORMARE” è uno di quei verbi della lingua italiana che,
pur essendo rimasto, nel termine, assolutamente uguale al suo omologo del lessico latino,
è andato assumendo significati più vari ed anche più moderni di quanti i latini non gliene avessero dati.
I latini hanno anteposto la preposizione “in” al verbo “formare” per rafforzarne il significato.
Il che vuol dire che, nella lingua latina,
il SIGNIFICATO PRIMORDIALE del verbo “INFORMARE” è “DARE FORMA, PLASMARE, FOGGIARE, MODELLARE”, ovviamente, una determinata materia.
Perciò INFORMARE è un verbo che, nella più propria delle sue accezioni litterali,
non solo si estrinseca in esiti che, nel bene o nel male, sono strettamente connessi alla personalità del soggetto cui è riferito ma,
è un verbo che, anzi,
del soggetto medesimo, nel bene o nel male, esalta il complesso delle qualità.
Faccio un esempio efficace nella sua banalità,
Michelangelo ha “informato” nella “Pietà” un blocco di marmo di Carrara come nessun altro prima di Lui aveva “informato” e come nessun altro dopo di Lui potrà “informare”.
INFORMARE è, altresì, un verbo che esalta la personalità del soggetto anche nei significati traslati che i latini gli hanno dato e che,
come tutti sappiamo,sono :
“istruire, ammaestrare, preparare a qualcosa, preparare in qualche disciplina, descrivere, rappresentare…”.
Anche per tali significati faccio un esempio altrettanto efficace nella sua banalità :
un soggetto che, come me, abbia le qualità e le conoscenze che dovrebbero essere proprie di un ingegnere potrebbe “informare” cioè potrebbe istruire un discente in materie letterarie ma,
con certezza o con tutta probabilità,
potrebbe “informarlo” meno bene di quanti abbiano le qualità e le conoscenze che dovrebbero essere proprie di un docente di lettere.
Anche nel più traslato che è, anche,il più ricorrente ed il più moderno dei significati con i quali, oggi nella lingua italiana, il verbo “informare” viene impiegato e cioè
“dare notizie”…….“raccontare i fatti del giorno”……“fare giornalismo”…. “fungere da strumento mediatico”,
assai difficilmente, il verbo medesimo dispiega esiti che possano prescindere dalla personalità del soggetto.
E la personalità di un soggetto e cioè, come ho detto prima il complesso delle sue qualità,
forse che sia o che possa essere scissa dal suo bagaglio culturale ?
O forse, piuttosto, che di tale bagaglio le qualità di un soggetto non ne siano la sintesi ?
E forse che il BAGAGLIO CULTURALE di un soggetto non ne comprenda anche quello POLITICO ?
Un bagaglio, tale ultimo che, purtroppo generalmente, degenerato in PARTITICO, inevitabilmente,
finisce per condizionare quanti, a qualsiasi titolo e con qualsiasi mezzo, facciano informazione.
È difficile, anzi è molto difficile, che quanti facciano informazione di tipo politico e cioè
informazione attinente ai fatti della “POLIS”, li riescano a rappresentare nella loro obiettiva essenza e nel loro effettivo divenire.
È difficile che l’ informazione politica, possa essere asettica rispetto a quella componente di soggettività che l’informatore si ritrova
per orientamento o, più marcatamente, per appartenenza e per fede partitica.
Una fede, quella di partito, da cui l’informatore medesimo, per quanti sforzi faccia, difficilmente riesce ad affrancarsi.
E, certamente, non soltanto per ragioni di subconscio.
La componente legata alla SOGGETTIVITÀ DELL’APPARTENENZA di chi opera informazione politica, NELLA SUA INELUDIBILITÀ,
rientra in quella NORMALITÀ che, relativamente ad una stessa vicenda politica,
estrinseca informazione con TAGLI che, spesso, più che diversi sono, addirittura, OPPOSTI.
QUELLA NORMALITÀ che è propria della PLURALITÀ DELLE FEDI POLITICHE
si traduce in quella PLURALITÀ DELLA INFORMAZIONE che, pur pesantemente condizionata dalla fede di appartenenza,
al tirar delle somme e generalmente, la fa ritenere LIBERA.
Finiamo per ritenere libera l’informazione se essa ci dice ciò che, in linea con la nostra ideologia politica o partitica, fate Voi,
vorremmo sentirci dire,
in un convincimento assolutamente antitetico a quello di Gorge Orwell, lo scrittore indiano secondo il quale
“la vera libertà di informazione è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”.
Finiamo per riconoscere LA LIBERTÀ DELLA INFORMAZIONE nella libertà della fede partitica dell’informatore.
E tale riconoscimento che, generalmente non tiene affatto conto della qualità dell’informazione,
ci è più facile se la fede dell’informatore è uguale alla nostra.
Gli operatori dell’informazione che la pensino diversamente da noi, sono, da noi considerati, generalmente, asserviti se non “VENDUTI”.
Purtroppo è così e, purtroppo, è divenuto ASSOLUTAMENTE NORMALE.
Sono altre le componenti per le quali NON RICONOSCIAMO LIBERA L’INFORMAZIONE.
Sono quelle componenti che condizionano gli informatori ben oltre la soggettività delle loro appartenenze ideologiche.
Sono quelle componenti che, per essere più grandi di noi, sfuggono alla nostra facoltà ed alla nostra capacità di incidere per modificarle.
Sono tutte componenti che non possono non inquietare le nostre coscienze e che, dall’esterno e dall’interno del nostro Paese,
fanno guardare alla informazione in Italia con un certo e giustificato allarmismo.
“FREEDOM HOUSE”, la prestigiosa associazione no profit fondata sessanta anni fa in America da Eleanor Roosevelt,
in un quadro di generale declino internazionale della libertà d’informazione,
ha collocato l’Italia al 77° posto tra i 193 paesi del globo terrestre presi in esame.
L’Italia nella classifica per l’anno 2005 è stata relegata all’ultimo posto tra i paesi dell’Europa Occidentale, al pari della Turchia e di altri paesi sottosviluppati come la Mongolia e la Bolivia.
L’ITALIA, per il 2005, è stata declassata da paese libero a PAESE PARZIALMENTE LIBERO.
Le ragioni di tale allarmante collocazione sono molteplici e sono sin troppo patenti perché tutti non se ne abbia piena consapevolezza :
• il conflitto d’interessi tra politica,informazione ed economia che, per essere tra i più irrisolti a livello internazionale, costituisce il più grave dei pregiudizi per la libertà d’informazione;
• la concentrazione della editoria e della pubblicità in pochissime mani con un tasso che è il più alto in campo internazionale e che orienta o spinge gli addetti ai lavori ad anteporre l’interesse dell’editore all’interesse del lettore;
• le frequenti rimozioni di giornalisti, le altrettanto frequenti dimissioni dei direttori di testata, le aggressioni e le cause per diffamazione ai giornalisti;
• l’abuso delle intercettazioni telefoniche che, seppure divenute strumento essenziale per venire a capo di vicende che, altrimenti, sarebbe stato e sarebbe impossibile districare, troppo spesso divengono strumento di lapidazione mediatica;
• le improvvise irruzioni e le perquisizioni, più o meno motivate nelle abitazioni e negli uffici dei giornalisti.
Ragioni tutte che finiscono per sacrificare sull’altare della strategia editoriale l’informazione di qualità e con essa la libertà d’informazione.
Sono ragioni che, certamente, non possiamo essere noi a rimuovere.
Sono ragioni che, certamente, non è il caso di dibattere e di approfondire in questa sede ed in questa occasione.
In questa sede, siamo stati chiamati a dibattere su quella che, oggi, è l’informazione nella nostra città.
Una informazione che, negli anni dal 1998 al 2002, ha fatto registrare NOVITÀ che, nel breve volgere di un quinquennio,
hanno stravolto con inaspettata repentinità quella che, nel trentennio precedente,
si era consolidata come informazione politica nella nostra città.
Una informazione che, dobbiamo riconoscerlo, si era quasi assopita nei connotati con i quali veniva ed in parte viene ancora proposta.
Una informazione che, per decenni, non aveva dato la stura a polemiche di sorta e che, anzi, aveva riscosso il generale apprezzamento della cittadinanza tutta.
Fu Alfredo Mario La Grua, il 15 marzo 1964 che, con il “CORRIERE DELLE MADONIE”,
iniziò a Cefalù una INFORMAZIONE POLITICA E NON di tipo sistematico.
Con il Suo quindicinale in carta stampata, poi diventato mensile, ed oramai purtroppo né quindicinale né mensile e neanche annuale,
non solo ha informato sui più rilevanti fatti politico-amministrativi e non di Cefalù e dei comuni madoniti ma ha, anche,
affrontato le problematiche di sviluppo del comprensorio madonita allargato al termitano.
Oggi possiamo dire che, a Cefalù, il prof. La Grua sia stato il pioniere della informazione sistematica.
Nell’editoriale di presentazione del periodico Egli scrisse :
“Il nostro giornale è aperto a tutti, senza problemi di natura politica o campanilistica. La politica deforma i termini dei problemi e ne strumentalizza le soluzioni, il campanilismo ne guasta la visione unitaria”.
“Siamo dei giovani pionieri che possono anche sbagliare ma che si pongono a disposizione di tutti chiedendo comprensione fiducia e sostegno”.
SOSTEGNO, ovviamente, in termini di INTERESSE AL GIORNALE, ma, anche, sostegno in termini di CONTRIBUTI AL GIORNALE e,
certamente, NON SOLTANTO DI NATURA ECONOMICA.
Il sostegno di natura economica che, al “Corriere” per decenni, è arrivato dagli abbonati, dalla vendita in edicola e dalla pubblicità,
nel 2000, anche a seguito della scomparsa di Salvatore Lo Giudice che, da tipografo era divenuto coeditore del giornale,
ha cominciato a rivelarsi insufficiente al pareggio delle spese di stampa.
Così, nel dicembre del 2004, sotto la direzione di Angelo Rosso, è andato in stampa quello che sarebbe stato l’ ultimo numero della quarantennale storia del “Corriere delle Madonie”.
Non abbiamo, neanche, potuto leggere l’editoriale di chiusura del periodico, come solitamente avviene, nelle occasioni in cui una testata si congeda dai lettori.
Infatti, lo stesso direttore nel licenziare il numero del dicembre 2004, non sapeva che, per motivi economici, sarebbe stato l’ultimo.
Alla biblioteca della Fondazione Mandralisca è disponibile la raccolta di tutti i numeri del Corriere”.
Oggi, a rileggerne le pagine, con assoluta certezza, si può dire che, senza quel periodico,
NON SAREBBE RIMASTA TRACCIA di tantissime vicende, politiche e non e di tantissimi uomini, politici e non,
che sono passati a Cefalù e nel comprensorio Madonita.
Con la stessa certezza, si può anche affermare che, AL CORRIERE, negli anni 2000, NON È VENUTO MENO, soltanto, IL SOSTEGNO ECONOMICO.
Al Corriere è VENUTO MENO quel sostegno che gli derivava dall’ INTERESSE e dalla PARTECIPAZIONE DEI LETTORI.
Soprattutto di quei tantissimi lettori lontani da Cefalù per i quali il periodico, per tanti anni, ha costituito uno dei legami più forti con la nostra città.
Negli anni in cui la prorompente diffusione della informazione in tempo reale via etere ha sminuito l’interesse per quella giornaliera su carta stampata
più inesorabili e pressoché inevitabili sono stati il declino e la crisi dei periodici.
Al prof. La Grua che, eletto sindaco, ha lasciato la direzione del Corriere, ad Angelo Rosso che Gli è succeduto
ed a quanti per quaranta anni hanno dato voce e vita al Corriere,
ricordo per tutti il giovane DOMENICO PORTERA che del Corriere è stato il primo vicedirettore,
nella ufficialità di questo dibattito, sento di esprimere la mia gratitudine di cittadino.
Una gratitudine incondizionata non fosse altro che per quei fatti e per quegli Uomini che il Corriere ha tramandato alla memoria storica di Cefalù.
Dopo ed insieme al Corriere, a Cefalù nel 1976, Radio Cammarata prima e Cefalù Radio Madonie a distanza di pochi mesi, hanno cominciato a fare informazione attraverso le frequenze radiofoniche.
Due radio locali che hanno fatto e continuano a fare informazione politica con notiziari e con dibattiti domenicali che hanno interessato e continuano ad interessare la cittadinanza.
Adriano Cammarata e Angelo Arduino, Armando Geraci, Mario Lombardo, Pino Simplicio, Angelo Rosso, Carlo Antonio Biondo e Benuccio Coco a Cefalù,
sono stati pionieri della informazione via radio come Alfredo La Grua lo è stato per l’informazione su carta stampata.
Tutti pionieri per diletto e per passione, tutti pionieri con sacrificio personale.
RADIO CAMMARATA, in particolare, DA SEMPRE LA RADIO SENZA PUBBLICITÀ.
RADIO CAMMARATA DA SEMPRE GRATUITAMENTE e, fatta eccezione per qualche dolorosa parentesi,
ININTERROTTAMENTE LA RADIO DEL CONSIGLIO COMUNALE.
LA RADIO che ha “portato” questa “Sala delle Capriate” all’interno delle case di Cefalù, la radio che ha dato è dà voce a tutti.
Dopo, insieme alle radio ed al Corriere, nel 1991,
“LA PRESENZA DEL MURIALDO” il giornalino parrocchiale che sotto la direzione di Carlo Antonio Biondo ha fatto guardare ai problemi della città, e quindi ai problemi politici,
attraverso gli occhi dei giovanissimi.
Poi ancora, ad arricchire il quadro della informazione politica nella nostra città sono arrivate le prime novità radicali :
nel 1998, l’informazione a cura dell’addetto stampa,” nel gennaio del 2000, il primo di tredici numeri del periodico su carta stampata “Cefalùinforma” e, nel marzo del 2002, i notiziari a pagina 655 di “TelevideoRai”.
Per la prima volta nella storia di Cefalù
L’INFORMAZIONE PER LA CITTÀ A SPESE DELLA CITTÀ.
Nel 2002, arriva anche la novità che si è rivelata, in assoluto, la più “rivoluzionaria” e quella più al passo con i tempi : “CEFALUNEWS”.
Mario Macaluso, anch’Egli pioniere, si è proposto alla città con il primo giornale telematico.
L’informazione che, via internet, raggiunge in tempo reale qualsiasi punto del globo terrestre.
Oggi nel 2006 possiamo dire che, nel settore dell’informazione, la nostra Città abbia una pluralità di informazione multimediale che tantissime altre città, anche più grandi della nostra non hanno.
Anche il periodo “CEFALÙINFORMA” ha la sua versione telematica.
Insieme alle novità sono arrivate, però, anche le polemiche.
Le prime sono state suscitate dall’informazione finanziata dall’Amministrazione che è divenuta argomento forte della competizione elettorale per le amministrative del 2002.
Prima, durante e dopo quella competizione, violenti attacchi sono stati e continuano ad essere rivolti al sindaco Vicari per quello che viene ritenuto sperpero di pubblico danaro e che,
a giudizio degli oppositori, era ed è finalizzato essenzialmente a reclamizzare la Sua figura per fini elettoralistici.
A tal proposito alcune riflessioni devono essere pur fatte.
Il sindaco Vicari con l’istituzione dell’Ufficio stampa ha sfruttato la facoltà concessa a tutte le amministrazioni locali dalla legge Bassanini prima e dalla legge n° 150 del 2000 dopo.
La facoltà di avvalersi di consulenti e di addetti stampa per quella che la stessa legge definisce “attività di informazione e di comunicazione istituzionale”.
Le finalità che le pubbliche amministrazioni devono perseguire con tale attività sono elencate, dal quinto comma dell’articolo 1 della citata legge,in sei lettere dalla “a” alla “effe”
Alla finalità di cui alla lettera “effe” si legge testualmente :
“promuovere l’immagine delle amministrazioni, nonché quella dell’Italia in Europa e nel mondo conferendo conoscenza e visibilità ad eventi d’importanza locale, regionale, nazionale ed internazionale”
Nessuno, in quest’aula e fuori di quest’aula, può affermare che l’informazione a spese dei cittadini non abbia perseguito tale finalità.
D’altronde al riguardo, viene assolutamente spontanea la più banale delle domande :
a prescindere dal colore politico di una qualsiasi amministrazione, è pensabile che i suoi organi di informazione si occupino dei problemi irrisolti e diffondano notizie sui fatti e sugli accadimenti negativi di una città, di una provincia o di una regione che sia ?
NO, NON SOLO NON È PENSABILE, SAREBBE PARADOSSALE ED ADDIRITTURA CONTRA LEGEM!
E poi, a Cefalù, come a Palermo, come a Roma, solo ad elencare i problemi irrisolti,
sia per le pubblicazioni su carta stampata e sia anche per quelle su televideo consistenti volumi sarebbero necessari non cinque o dieci pagine.
Perciò, rispetto alle finalità di cui alla lettera “effe” nessuna critica può essere rivolta né all’addetto stampa né alla redazione di “Cefalùinforma”.
Anzi a rileggere sia i numeri del periodico e sia anche tantissime pagine di televideo e tanti dei comunicati che sono stati lanciati dall’addetto stampa
si può affermare che gli stessi abbiamo perseguito, anche, le finalità di cui alle lettere “a”, “b”, “c” ed “e” del citato comma.
Infatti :
nel rispetto della finalità di cui alla lettera (“a”) hanno “illustrato e favorito la conoscenza di disposizioni normative….”
nel rispetto della finalità di cui alla lettera (“b”) hanno “illustrato le attività delle istituzioni……”
nel rispetto della finalità di cui alla lettera (“c”) hanno ”favorito l’accesso ai servizi pubblici …….”
nel rispetto della finalità di cui alla lettera (“e”) hanno ”….favorito la conoscenza dell’avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi..
come testualmente è scritto nella legge.
Quale è, invece, la finalità che l’attività di informazione e di comunicazione istituzionale, non ha perseguito pienamente ?
A mio giudizio,quella di cui alla lettera “d” e cioè
“promuovere conoscenze allargate ed approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale”.
Infatti, relativamente ad “alcuni temi di rilevante interesse pubblico e sociale”
quali in questi anni indubbiamente sono stati, per fare alcuni eclatanti esempi, la progettazione del porto, la potabilizzazione dell’acqua, i PRUSST, il piano traffico,
proprio per “promuovere conoscenze allargate ed approfondite”, l’informazione istituzionale, a mio giudizio,
avrebbe dovuto dare ALLE ARGOMENTAZIONI CONTRO le scelte dell’amministrazione e della maggioranza
LO STESSO SPAZIO che ha dato ALLE ARGOMENTAZIONI A FAVORE delle scelte medesime.
Nel rispetto della finalità di cui alla lettera “d” si sarebbero, così, “allargate ed approfondite”
quelle conoscenze sulle questioni che sono indispensabili perché i destinatari della informazione possano avere il giusto metro per valutare la consistenza o la inconsistenza delle une e delle altre.
MA NON SOLO : si sarebbe, anche, perseguita più compiutamente la finalità di cui alla lettera “b”, cioè quella di “ illustrare l’attività delle istituzioni”.
Che forse il CONSIGLIO, nell’organigramma ISTITUZIONALE DEL COMUNE, sia un ORPELLO e non sia, invece, una ISTITUZIONE con una DIGNITÀ POLITICA e con un RUOLO POLITICO, certamente, non secondari rispetto a quelli dell’amministrazione in carica ?
Non mi resta che parlare della informazione di “Cefalunews”.
NESSUNO di quanti, a Cefalù, ci occupiamo della Cosa Pubblica può dire di NON AVERE AVUTO e di NON AVERE VOCE nel giornale telematico di Mario Macaluso.
Infatti, avendo il direttore dotato il sindaco, gli assessori e tutti noi consiglieri di una PASSWORD PERSONALE,
TUTTI avremmo potuto e possiamo pubblicare nella pagina che il Giornale ha riservato al Consiglio i nostri contributi.
QUALSIASI CONTRIBUTO SU QUALSIASI ARGOMENTO E SENZA ALCUN FILTRO !
Personalmente, da tempo, ho scelto di non usare la mia password e di trasmettere i miei contributi al Giornale per il tramite del Direttore.
La mia scelta da quando, per avere inviato un mio intervento usando la password, mi sono reso conto di avere scalzato con il mio, un intervento che il collega Lapunzina aveva pubblicato poco prima.
La mia scelta di non usare la password per lasciare al Direttore la facoltà di decidere i tempi e le modalità di pubblicazione dei miei interventi.
Che poi, degli interventi liberamente pubblicati e, più in generale, degli atti amministrativi posti in essere dall’Amministrazione e dei deliberati del Consiglio, la redazione del Giornale
abbia dato una chiave di lettura piuttosto che un’altra,
abbia dato un taglio informativo piuttosto che un altro, abbia o non abbia dato rilievo mediatico
a me pare, RIENTRI NELLA NORMALITÀ.
LA NORMALITÀ PROPRIA DI QUELLA SOGGETTIVITÀ che è insita in quel significato primordiale DEL VERBO INFORMARE che, non a caso, ho tenuto a sottolineare all’inizio.
Che poi, sui nostri contributi, sugli atti amministrativi e sui deliberati medesimi, il Giornale abbia consentito e consenta ai lettori di esprimere il proprio parere,
a me pare, RIENTRI NELLA NORMALITÀ.
LA NORMALITÀ PROPRIA DI QUELLA PLURARITÀ nella quale,
come ho detto prima, generalmente, si riconosce la LIBERTÀ DELLA INFORMAZIONE.
Nessuno può avere la presunzione di pensare che il suo modo di relazionarsi con la Cosa Pubblica debba essere condiviso da tutti.
Nessuno può avere la presunzione di pensare che le proprie scelte abbiano la inappellabilità delle sentenze di terzo grado che, pure, non sono immuni da critiche.
LE CRITICHE sono LINFA VITALE di una informazione autenticamente libera.
LE CRITICHE che, purtroppo, se rivolte ad ognuno di noi o a quanti la pensino come noi,
ognuno di noi mal tollera, ovviamente, perché dal suo punto di vista ingiuste,
SONO IL PIÙ EFFICACE DEGLI STIMOLI al confronto politico ed all’impegno da profondere per pervenire alla individuazione delle scelte ottimali per la collettività.
Che poi, criticare una scelta politico-amministrativa sia esercizio più facile che argomentare per proporne una che,
alla prova dei fatti, si riveli più valida,
è una verità di cui ci si rende amaramente conto, soltanto, dopo essersi, sul campo, misurati con scelte di natura politico-amministrative.
Che infine, Cefalunews o una qualsiasi altra testata
pubblichi i comunicati o i contributi che quanti hanno idee diverse dalle nostre si curano di inviare non può,
da parte di chi comunicati e contributi non invia, essere considerata una colpa della testata.
Sarebbe, perciò, POLITICAMENTE ERRATO ED ASSOLUTAMENTE NEGATIVO PER LA CITTÀ
NON RICONOSCERE IL GRANDE RUOLO e la incisiva funzione che Mario Macaluso ed i suoi collaboratori hanno avuto l’abilità professionale di fare assumere al giornale telematico.
UN GIORNALE che È A CEFALÙ e che si può leggere anche in Patagonia,
ma UN GIORNALE che È DI CEFALÙ perché è UN GIORNALE NEL QUALE E DAL QUALE
TUTTI I CITTADINI DI CEFALÙ ABBIAMO LIBERA VOCE.
A Mario Macaluso ed ai Suoi collaboratori la mia gratitudine di Cefaludense.
Tra i collaboratori mi piace ricordare un altro “cefalutano” che non è più : Nicola Imbraguglio.
Proprio alle pagine di “Cefalunews” Egli ha consegnato le sue ultime riflessioni sui problemi della nostra città.
Mi avvio a concludere.
E per me che amo questa città quanto ognuno di Voi la ama, è motivo di grande soddisfazione concludere sottolineando
DUE MOTIVI DI SPERANZA PER IL FUTURO DI CEFALÙ.
DUE MOTIVI CHE NON AVREI POTUTO COGLIERE se, a Cefalù, non vi fosse quella informazione di cui stiamo parlando.
IL PRIMO MOTIVO di speranza l’ho colto nell’ultimo numero della “PRESENZA DEL MURIALDO”.
In una intera pagina, FRANCESCO e ALBERTO, due giovanissimi che non conosco, hanno firmato un articolo-manifesto dal titolo :
“RISVEGLIO DELLA POLITICA GIOVANILE A CEFALÙ”
Si rivolgono ai coetanei “del sabato sera e delle serate alla villa” e li invitano “al lavoro!......per essere parte attiva delle scelte politiche ….e per avere voce in capitolo su scelte che interessano principalmente il loro futuro ”
Li invitano a “riscoprire la voglia di fare e di dire, pronti a lanciarsi verso una cittadinanza cosciente, responsabile e entusiasta”.
Grazie ad un organo di informazione di Cefalù, la “PRESENZA DEL MURIALDO”,
FRANCESCO e ALBERTO mi hanno fatto cogliere quel sentire e quella volontà di proporsi che tanti giovani di Cefalù hanno e che, spesso, noi grandi non riusciamo a cogliere.
Io sento di dovere ringraziare Loro e la redazione del giornale per quel sentimento di speranza nel futuro di Cefalù che,
RIVOLGENDOSI AI GIOVANI, Loro sono riusciti a trasmettere ad uno, come me, che per Loro potrebbe essere padre.
IL SECONDO MOTIVO DI SPERANZA l’ho colto nella intervista a Paola Castiglia che “Cefalunews” ha pubblicato nei giorni scorsi.
Paola, certamente meno giovane di Francesco e Alberto ma, altrettanto certamente,
più giovane del più giovane di noi, ha risposto a domande che attengono ai problemi della nostra Cefalù.
Ho apprezzato le risposte di Paola nella capacità di analisi dei problemi, nella capacità di intuire e di indicare possibili e valide soluzioni e nella garbatezza della forma.
Le risposte di Paola mi hanno dato un’altra consapevolezza che non avevo :
FUORI DAL “PALAZZO” VI SONO GIOVANI CHE PENSANO IN POSITIVO ED HANNO IDEE PER IL FUTURO DI CEFALÙ.
Chiudo rivolgendomi agli operatori della informazione nella nostra città che sono presenti in questa sala ed a quelli assenti.
SIGNORI :
la VOSTRA INFORMAZIONE è un PATRIMONIO DELLA CITTÀ TUTTA.
È VOSTRO IL COMPITO DI NON DISPERDERLO, È NOSTRO IL DOVERE ISTITUZIONALE DI ARRICCHIRLO.
SIGNORI INFORMATORI : BUON LAVORO.
È NEL VOSTRO BUON LAVORO UNO DEI FATTORI DI CRESCITA E DI PROMOZIONE POLITICA E CULTURALE DELLA NOSTRA CITTÀ.
È AL VOSTRO BUON LAVORO che è legato il SUCCESSO della INFORMAZIONE A CEFALÙ.
E SARÀ NEL SUCCESSO DELL’INFORMAZIONE
UNA DELLE COMPONENTI DEL SUCCESSO DELLA NOSTRA CITTÀ !
Grazie “
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Non so se qualcuno ha già
Non so se qualcuno ha già trattato l'argomento ma,per il piacere di allargare il discorso e senza fraintendere il tuo intervento, vorrei ricordare che la tradizione "giornalistica" di Cefalù si sviluppa a partire dai primi del '900, e fu forse il periodo più fertile, ed è sempre continuata fino ai nostri giorni,anche quando si affiancò al Corriere il periodico, che ebbe breve vita,"Giorni Nuovi" con E.Cesare, D.Portera e altri;altra valenza,più specifica e internazionale, ebbe la pubblicazione "In Architettura".Sarebbe certo interessante,per definire in concreto l'identità di Cefalù,che qualcuno affrontasse con competenza questo tema.Mi piace inoltre che tu abbia fugacemente ricordato Nicola Imbraguglio nei confronti del quale ho il grande dispiacere di non aver potuto veder pubblicato il suo ultimo libro,che narrava le vicende di Cefalù nella prima metà del '900; una grave perdita,certo non per la letteratura mondiale ma per la conoscenza della nostra storia locale.
"STORIA" DELL'INFORMAZIONE A CEFALU'"
Sarei particolarmente grato a chiunque, essendone a conoscenza, volesse andare prima ed oltre quella
"STORIA" DELL'INFORMAZIONE A CEFALU'
che io ho cercato di tracciare a partire dal 1964.
Proprio per quella "conoscenza della nostra storia locale" che rischia di andare perduta.
Rientrava e rientra negli auspici per i quali ho riproposto il mio intervento in Consiglio del giugno del 2006.
Un intervento di ieri come di oggi (?)
Alla luce delle ultime discussioni,
il tuo intervento, riproposto in un Consiglio comunale di oggi, sarebbe quanto mai attuale
se non fosse che nel Consiglio comunale attuale, tolte poche eccezioni, sarebbe impossibile ascoltare un intervento di livello similare.
Complimenti!