PROGETTUALITA’ “TRIANGOLARE” DI ARCHITETTURA “LITURGICA” E DIDATTICA “SUL CAMPO”
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12 Novembre 2011, 13:48 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti]
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(La lectio magistralis di Crispino Valenziano per “narrare” Pasquale Culotta nel quinto anniversario della scomparsa)

L’INTRODUZIONE DEL PROF.ARCH. MARCELLO PANZARELLA

"I cinque anni dalla dipartita di Pasquale Culotta sono stati, per noi della Facoltà di Architettura di Palermo, un periodo difficile, nel quale allo choc iniziale della perdita è seguito un disorientamento inevitabile.
Tutti noi che lo abbiamo conosciuto, tutti noi che, dalla sua vivida, lucida intelligenza, abbiamo avuto tracciate strade e ricevuto valori essenziali, in questi cinque anni abbiamo dovuto impegnarci in un’opera faticosa di riorientamento, cercando di far fronte alla sua mancanza.
È stato molto duro, molto difficile.
Non so fino a che punto ci siamo riusciti, perché il problema è stato, ed è, ancora enorme. Però il suo ricordo ci aiuta e ogni anno vogliamo ricordarlo per onorare la sua memoria e per confortare noi stessi.
Noi, dico, che da lui abbiamo avuto il dono della sapienza dell’Architettura, perché questo egli ha fatto: è stato maestro per più generazioni.
Dunque, abbiamo il bisogno di ricordarlo per confermare, attraverso il ricordo, l’insegnamento che egli ci ha trasmesso.
Ha fatto parte del suo insegnamento, divenendo per noi un modello, la vivace varietà di interessi con i quali egli ha esplorato in lungo e il largo i territori differenti dell’Architettura, mettendoli in relazione tra di loro attraverso ciò che, a tutti gli effetti, è il centro della nostra attività: il progetto. Pasquale Culotta è stato persona di grandissima capacità, di enorme curiosità, un esploratore nato.
E’ stato un vero indagatore e per questo un vero scienziato.
A partire dai suoi iniziali interessi per l’Urbanistica, dai suoi entusiasmi per la necessità di mettere assieme il progetto della città e il progetto della vita sociale, egli si è calato nel progetto fino a diventare architetto pieno, fino a progettare la città dell’uomo attraverso le variegate occasioni del progetto.
Quando infatti si riferiva alla città egli intendeva la città dell’Uomo, non una città astratta, ideale, ma quella concreta, in cui vivere ogni giorno.
A questo modo, esplorando in profondità le condizioni del reale, egli ha allargato ancora di più il campo dei suoi interessi, impegnandosi nell’investigazione del mondo che cambia, del sud del mondo che avanza, con tutti i problemi che nascono dall’incontro tra etnie, tradizioni e popoli differenti.
L’ha sorretto sempre l’idea ottimistica e positiva che l’incontro non è scontro ma parola: perché il futuro si costruisce sul rispetto reciproco, e sull’interesse vivo degli uni per gli altri. Anche questo è stato un altro grande insegnamento di Pasquale.
Infine, Pasquale Culotta è stato uno tra i primi a comprendere che da parte degli architetti era necessario tornare ad occuparsi di ciò che, per secoli e secoli, era stato il loro principale campo di lavoro: l’Architettura del culto, della religione, della Chiesa. Ha inaugurato questo filone di studi scoprendo, e facendoci scoprire, una variegatura complicata di questioni. Perché quando si entra dentro ciò che dall’esterno ci appare come un atomo, ci accorgiamo che in effetti è un universo. Dell’universo Pasquale Culotta è stato un esploratore entusiasta, dedicando se stesso all’opera di costruzione del kosmos, e allo stesso tempo tracciando per noi un cammino da seguire, lungo la via della bellezza.
Ed in questo "universo di Pasquale Culotta" ci faranno entrare le parole del Prof. Arch. Mons Crispino Valenziano.”

LA LECTIO MAGISTRALIS DEL PROF. ARCH. MONS. CRISPINO VALENZIANO
Non la ho deregistrato.
Ho voluto affidarla alle orecchia di chi avrà l’interesse di ascoltarla come Valenziano l’ha affidata alle orecchia di quanti, il 9 novembre 2011, ci siamo ritrovati
“CON PASQUALE CULOTTA”
nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo.


Quella di Valenziano è una NARRATIO-LECTIO che trascina.
Che entusiasma.
Che fa sentire l’orgoglio :
di avere avuto Culotta,
di avere Valenziano.
Per ascoltarla non si deve essere architetti.
Per ascoltarla si deve avere “sete”.
CHI HA “SETE” avrà modo di dissetarsi.
CHI HA “SETE”, ascoltando Valenziano “con Culotta”, “SI DISSETERA’”.
Eccome!
Mi sono limitato ad indicare una “traccia” :
Dio Agricoltore e Dio Architetto,
il caos ed il cosmos,
la cosmesi del caos,
la PROGETTUALITA’,
la cultura del progetto,
la celebrazione,
la frequentazione della cosmesi,
la TRIANGOLAZIONE dell’architettura cultuale,
lo spazio ed il tempo,
l’estetica,
la percezione delle cose sensibili in bellezza,
la LITURGIA -servizio del popolo,genitivo soggettivo/oggettivo-,
la qualità liturgica dell’architettura,
l’architettare liturgicamente,
la poiesis,
la DIDATTICA -didascalos e discepoli-,
la didattica SUL CAMPO -cosmizzato che non è mai cosmizzato definitivamente-,
l’archè del progetto,
il maieuta,
il restauro,
la progettazione cosmetica,
l’incompiuto da compiere,
la storicizzazione,
il continuum della storia,
la SAPIENTIA,
il senso dell’Architettura .
Consiglio l’ascolto in cuffia.


Ringrazio Armando Geraci per le foto
Saro Di Paola, 12 novembre 2011
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Nel link http://www.uam-productions.it/uam_ejournal.html la deregistrazione integrale della lectio magistralis di Mons. Crispino Valenziano.