Mandralisca: "Himera città greca, ricerche e prospettive"
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21 Novembre 2011, 12:24 - Rosalinda Brancato [suoi interventi e commenti]
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Si è svolta ieri nella sala conferenze della Fondazione Mandralisca la conferenza organizzata dall'Archeoclub d'Italia sezione di Cefalù, sul tema "Himera città greca, ricerche e prospettive"; tema di grandissima attualità, infatti attiene agli scavi eseguiti negli ultimi due anni nella necropoli ovest della antica città di Himera.



Sono intervenuti l'arch. Francesca Spatafora, Direttore del Parco Archeologico di Himera e delle aree archeologiche di Termini Imerese e comuni limitrofi, il Dott. archeologo Stefano Vassallo, Dirigente responsabile dell'Unità Operativa Archeologica della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, il Dott. archeologo Matteo Valentino e il Dott. archeologo Antonio Di Maggio.



Ad un pubblico numeroso ed attento i quattro relatori hanno offerto uno spaccato esaustivo della storia della città, del ritrovamento di circa 10.000 tombe, comprese le fosse comuni con scheletri allineati di uomini e cavalli, morti nelle battaglia del 480 a.C., combattuta dalle cittè greche alleate, in primis Siracusa ed Agrigento, contro i Cartaginesi, che aspiravano ad impossessarsi di Himera e del suo territorio, base importantissima, per i commerci, essendo la città lambita dal mar Tirreno e dal fiume Himera settentrionale. Non posso soffermarmi sui contenuti dei vari interventi ma non posso sottacere delle slides che ci hanno illustrato il cantiere, le fasi di scavo, il rilievo, la pulitura, il resturo e la conservazione delle migliaia di reperti rinvenuti nelle tombe. Un tesoro, che oltre alla sua valenza intrinseca, darà modo agli archeologi, agli antropologi, agli storici di approfondire le ricerche sul lungo periodo della colonizzazione e della permanenza greca in Sicilia.



Dopo l'intervento dell'arch. Francesca Spatafora, il prof. Marcello Panzarella ha presentato una sua composizione corale, scritta nel 2005 scaturita dall'emozione procurategli dalle fotografie scattate da Giovanni Chiaramonte sul litorale di Himera e Buonfornello, parte delle quali il prof. ha proiettato sullo schermo.


La sua composizione è stata poi letta dal nostro amico ed attore Vincenzo Giannone.
In margine all'avvenimento c'è stato un breve colloquio fra il nostro assessore vicesindaco Avv. Roberto Corsello, presente in rappresentanza del Sindaco Giuseppe Guercio al tavolo dei conferenzieri.
L'assessore ha manifestato pubblicamente il suo compiacimento per avere ripreso con i due alti rappresentanti della Soprintendenza il discorso sulla creazione a Cefalù, di un Museo archeologico, dove finalmente potrebbero essere offerti alla fruizione e alla ricerca i molti reperti fittili rinvenuti dal Prof. Amedeo Tullio nel suo trentennale lavoro di scavo a Cefalù ed ora conservati in attesa di collocazione.
Questo è anche l'auspicio dell'Archeoclub di Cefalù, che da anni lavora affinchè alla città medievale di Ruggero II si aggiunga la conoscenza della città Greca e Romana.
Rosalinda Brancato Culotta
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Ottimo. Spero si
Ottimo. Spero si moltiplichino iniziative tese alla realizzazione di un nostro Museo Archeologico,obiettivo per il quale sono sempre disponibile.Mi sarebbe comunque piaciuto, non avendo potuto intervenire, che venisse qui pubblicata (con l'assenso di M.Panzarella) quella composizione cui si accennava.
"Chora" di Marcello Panzarella
Caro Salvatore,
questa volta simpaticamente mi permetto di farti notare che non sei stato attento,
la composizione "Chora" di Marcello Panzarella è stata già pubblicata su L'altracefalù e la trovi nella seconda pagina del pieghevole allegato all'articolo "Himera città greca - Ricerche e prospettive", 18 novembre ore 17 alla Fondazione Mandralisca"
(http://www.laltracefalu.it/node/6058)
http://www.laltracefalu.it/files/Chora_pieghevole.pdf
Speriamo che qualcuno abbia cambiato idea
Speriamo che qualcuno abbia cambiato idea rispetto a quanto dichiarato nella trasmissione radiofonica “Oggi parliamo di…” andata in onda l'11 settembre u.s. su Radio Cammarata e da me, a suo tempo, riportato in “Spazi polifunzionali a Cefalù” (http://www.laltracefalu.it/node/5661):
Nella trasmissione radiofonica “Oggi parliamo di…” andata in onda il 11/09/2011 su Radio Cammarata, in un intervento telefonico, il consigliere Antonio Franco, nel ricordare al Vice Sindaco Roberto Corsello, presente in studio, «l’impegno suo personale che si era preso con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo per un intervento d’urgenza relativo al magazzino del plesso Bastione dove sono conservati i reperti archeologici di Cefalù», gli chiede, in qualità di Assessore alla Cultura, «se corrisponde a verità, come mi è stato detto in Soprintendenza, che è arrivata al Comune una comunicazione da parte del Soprintendente archeologico, il Dott. Vassallo, il quale lo ha ulteriormente diffidato a tenere i reperti nelle condizioni vergognose in cui sono tenuti in questo momento in quel magazzino, e che sarebbero pronti a portarseli via, a portarli ad Himera e non so se questi reperti torneranno mai più a Cefalù. Siccome è un patrimonio della nostra città su cui lui aveva preso un impegno personale in Consiglio comunale ed un impegno personale con il nostro concittadino onorario prof. Amedeo Tullio, io gli chiedo se qualche cosa è stato fatto o se ha intenzione di agire tempestivamente.»
L’Assessore Corsello risponde:
«È vero quello che Tony ha detto, cioè che è arrivata questa nota. Io, come avevo già anticipato al prof. Tullio, ritengo che l’unico posto alternativo alla conservazione dei reperti che vi sono al Bastione possa essere individuato nell’Osterio Magno. Mi sono già incontrato con l’arch. Testa per valutare l’opportunità di custodire all’interno di una delle sale dell’Osterio Magno, quella al piano terra, una parte, quanto meno la parte più importante, dei reperti che si trovano al Bastione, posto che la situazione infrastrutturale dell’immobile del Bastione è tale da non potere consentire oltre la permanenza di quei reperti li come la Soprintendenza ha giustamente scritto. Questa idea cui faceva riferimento Tony Franco era quella della creazione di un museo archeologico di Cefalù che, secondo me, con le ristrettezze economiche di questi tempi, non può essere fatta avulsa dalla Fondazione Mandralisca, cioè noi non possiamo far altro che continuare ad arricchire il patrimonio della Fondazione Mandralisca perché pensare ad un’altra struttura, ad un’altra fondazione, ad un’altra realtà sarebbe assolutamente impensabile posto che non ci sarebbero le risorse per poterlo fare, quindi, la conservazione, secondo me, va fatta di concerto con la Fondazione Mandralisca che, peraltro, so in questi giorni sta avviando anche un’attività di recupero delle sale a piano terra della struttura chiusa; nell’immediato l’ipotesi a cui abbiamo pensato per evitare il problema che ha posto la Soprintendenza, quindi la fuga di questi reperti da Cefalù, è quella della loro conservazione all’Osterio Magno previo assenso della Regione proprietaria del bene.»