30 Settembre 2014, 12:25 - Deborah Maranto [suoi interventi e commenti] |
Domenica sera, al tramontar del sole, presso il lido Apollo, dove il cielo solcato dagli aquiloni di Vento dAmare e il sottofondo del rumore del mare hanno reso ancora più particolare l'atmosfera, si è tenuta la presentazione del romanzo "Tira scirocco" di Monica Gentile.
Il libro, breve, ma intenso, come intensi sono i personaggi che lo popolano e che sono stati descritti con bravura e sensibilità, è ambientato a Bagnomaria, un paesino siciliano degli anni 50 in cui gli abitanti vogliono sapere tutto di tutti, ma fanno sapere poco di sé. Un paese ostile alle novità e talmente radicato nelle sue credenze, che ha difficoltà ad aprirsi ai cambiamenti.
Ciò che mi ha affascinato e incuriosito, sin da subito, è stato il titolo del libro e la mia curiosità è stata soddisfatta prima dalle parole stesse dell'Autrice e poi dalla lettura del libro. Lo scirocco, questo vento che "attacca a soffiare come un diavolo", è visto dall'autrice come una rabbia che spinge a reagire, somigliando alla vita che cerca di spazzare l'inerzia e l'immobilità.
Nel libro, dedicato a una Sicilia di gente umile, ma piena di dignità, a reagire sono quasi tutti i protagonisti. E così accade a Serafina, la giovane ragazza madre, che nonostante le offese e le umiliazioni, decide, con coraggio, di sottrarsi a un destino già segnato; al Barone, uomo solitario, che seguendo le parole di Seneca, reagisce e decide di allontanarsi da un mondo che non gli appartiene e lo opprime; e come , infine, accade a Vicé Mandolino, umile lavoratore, che nonostante le avversità, a differenza degli altri, decide, reinventandosi, di restare nella sua terra, quella terra maledetta dove il lavoro, sinonimo di dignità, è sempre più difficile da trovare.
I protagonisti veri, però, rimangono il territorio e la natura di Bagnomaria, che sembrano immutabili nonostante tutti gli sforzi di cambiarli. Così, inerte ai cambiamenti, il paese di Bagnomaria è come se ci facesse trovare di fronte a una “metafora di un microcosmo che implode e muore"!
Volendo dare alle parole della scrittrice un'interpretazione estensiva, ci si rende conto che Bagnomaria altro non rappresenta che la Sicilia tutta. Questa terra, da cui tanti, nonostante l'amore per le proprie radici, sono costretti a emigrare. Chi leggerà il romanzo, si accorgerà che ogni pagina del libro è intrisa dell'amore della scrittrice per la Sicilia e attraverso la sua penna scorrevole ci permette di provare davvero la sensazione di percepire non solo il profumo dei mandorli, dei gelsomini e della terra bagnata dall'acqua, ma anche la nostalgia di chi è costretto ad andare via, la speranza di chi sogna di ritornare e la rabbia di chi, restando, si rende conto di non poter far niente per cambiare le cose.
Allora grazie a Monica per aver dato voce ai suoi sentimenti e averci regalato queste bellissime pagine e grazie allo staff di Vento dAmare per aver organizzato questo emozionante incontro.
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