![]() |
26 Dicembre 2015, 12:40 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |


Ecco che cosa conta per l'uomo e, soprattutto, per un uomo politico: avere una visione del mondo. Se non si ha una simile visione, ci si riduce a un essere inanimato, che tutto prende e nulla dà, esattamente come avviene con gli attuali uomini politici, che non ne hanno una di visione.
Possibile? Possibile che il popolo italiano si sia ridotto a scegliere del suo futuro con la pancia e che si esprima soltanto con il gorgoglio di questa sua pancia? Sì, perché soltanto la pancia può fargli scegliere a rappresentarlo e a decidere chi non ha la cultura, la competenza e l'intelligenza necessarie per farlo meglio di come lo farebbe esso stesso, se fossimo in una democrazia diretta. Il problema, si badi bene, non è commettere l'errore, ma non criticare il frutto dell'errore, perché esso rappresenta il potere e può elargire, se gli si è amici ossequiosi, posti di lavoro o finanziamenti a vario titolo.
Quindi, grazie a questo secondo errore, il popolo non chiede una visione del mondo o una strategia, che dia una motivazione per la lotta quotidiana per conservare quel che c'è da conservare nel presente e per cambiare quel che c'è da cambiare, ma soltanto un elargitore di favori. A questo punto in un regime democratico saranno i politici difensori dei loro clienti a vincere e non gli statisti, come lo fu De Gasperi, per esempio.
Noi possiamo protestare quanto vogliamo, se la politica è diventata sporca, ma dobbiamo chiederci se è possibile ripulirla, se prima non si ripulisce il popolo. E ripulirlo non significa renderlo più onesto, perché scelga gli onesti, ma piuttosto renderlo più capace di avere una sua visione del mondo, perché scelga coloro che propongono la strategia per perseguirla.
Con la scuola ridotta a mortificazione della vera cultura, le leggi a farraginosi componimenti per ingannare e la politica a mero esercizio di potere per appagare le proprie ambizioni, non sarà facile ripulire il popolo. Quel popolo, che elegge i sindaci, che hanno referenti politici regionali e nazionali; quel popolo, che non giudica l'idea del candidato, ma il suo profumo di potere.
Come pretendere, così facendo, che Cefalù abbia un sindaco come Giuseppe Giardina, che fu tale anche contro il suo “referente politico” nazionale e in ultimo fu sindaco meritatamente e senza l'appoggio della politica clientelare? Come pretendere un Presidente del Consiglio come De Gasperi, se abbiamo eletto un Parlamento di ambiziosi uomini di potere?
Queste mie riflessioni nascono dalla costatazione dell'attuale stato di Cefalù e dell'Italia, ma anche alla vista dell'inerme protesta dei cittadini, fatta più di brontolii che di azioni concrete. Quante volte sento la frase: io non voto, perché la politica fa schifo! Non capisce, costui, che se non vota saranno sempre i soliti a governarlo! La sua altro non è, che la protesta dell'impotente.
Perché, allora, ho voluto riportare questi miei pensieri? Credo, semplicemente perché voglio restare in pace con la mia coscienza e un po' pure perché la speranza è l'ultima a morire. La speranza di veder rinascere Cefalù e l'Italia, che di cultura e di storia ne hanno più di quelle che sappiamo meritarci.
- Rubrica di Angelo Sciortino
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 1358 volte