18 Marzo 2013, 14:02 - Franco D'Anna [suoi interventi e commenti] |
L’Architetto Salvatore Culotta, nel suo articolo pubblicato sul blog “Quale Cefalù” il 15 marzo 2013, propone di destinare la tassa di soggiorno che il Comune di Cefalù ha deliberato di applicare a carico dei turisti che vengono a soggiornare nelle strutture ricettive di Cefalù, interamente alla Fondazione Mandralisca.
Mio figlio Gianfranco, nel suo commento, replica che forse non è possibile poiché la Fondazione Mandralisca non è un ente comunale.
Il Comune di Cefalù, stando alla delibera, è tenuto a destinare il 30% del ricavato in favore del turismo e dei servizi pubblici locali e il restante 70% per finanziare la manutenzione, la fruizione e il recupero dei beni culturali ed ambientali. E allora, a mio avviso, intervenire a favore della Fondazione Mandralisca significherebbe proprio sostenere la fruizione ed il recupero dei beni culturali del nostro Comune.
Vittorio Sgarbi, va ripetutamente sostenendo che i beni culturali, di cui l’Italia è il paese più ricco al mondo, e quelli ambientali, dovrebbero essere la prima fonte di reddito per l’Italia ed è appunto da questi beni che dipende principalmente il turismo. Il nostro Paese era, fino a qualche anno addietro, al primo posto per presenze turistiche, oggi è sceso al quinto.
Gli albergatori di Cefalù si sono schierati, quasi tutti, contro la tassa di soggiorno, sostenendo che scoraggerebbe i turisti a venire nella nostra città; ma quanto possono incidere cinquanta centesimi o un euro al giorno a fronte di decine di euro, se non di centinaia, che ognuno di loro spende per ogni giorno di permanenza? Gli albergatori, per stimolare i turisti nella scelta della loro meta, potrebbero farsi carico della tassa di soggiorno, certamente, senza che i loro guadagni ne soffrissero poi tanto.
Poi, se i proventi di questa tassa sono spesi bene ne guadagniamo tutti, in particolare albergatori e commercianti.
Per un’ipotesi fantascientifica, immaginatevi Cefalù senza la Cattedrale e il Museo Mandralisca, per citare solo due dei tanti beni culturali di cui è ricca la nostra Città e poi senza la rocca, circondata dal verde delle colline (per quello che ormai resta), della Caldura e di Santa Lucia, sarebbe un paesetto come tanti altri e allora, i tanti alberghi non avrebbero motivo di esistere. Basterebbe capire che i beni culturali ed ambientali sono la nostra prima ricchezza, per cambiare modo di ragionare ed operare.
Si è sempre parlato di un turismo mare-monti che dovrebbe coinvolgere tutti i paesi delle Madonie. Io, ho avuto modo di girare a fondo i quindici paesi del Parco per poterli raffigurare nei miei dipinti, in occasione della mostra “Architetture del Parco delle Madonie”, voluta dall’Ente Parco. Vi posso assicurare che quando le opere furono esposte nella città di New Orleans, hanno suscitato un grande interesse negli americani, anche perché sono vedute uniche che non hanno confronto. Ha affascinato soprattutto un dipinto raffigurante un gregge di capre davanti ad una chiesetta di campagna di Castelbuono, tanto da essere scelta dalla galleria come immagine per la pubblicità. (chi vuole può vedere le opere nel mio sito: francodanna-pittore.jimdo.com/)
Noi abbiamo gli occhi pieni delle bellezze del nostro territorio, tanto da non saperle più apprezzare. Bisogna imparare a guardarle con spirito nuovo per poterne cogliere l’essenza autentica.
In questi ultimi anni ho lavorato sul tema “Cefalù città marinara” e vi assicuro che non ho finito, ancora oggi, di scoprire soggetti sempre più interessanti. Spero, un giorno, di esporre questi lavori per trasmettere a voi le stesse emozioni che ho provato io.
Qualche anno fa, in un’intervista rilasciata al giornale Cefalunews, dissi che il Comune dovrebbe trovare il modo di sostenere la Fondazione Mandralisca e che questa, in cambio, grazie alle sue competenze ed alle sue strutture, dovrebbe impegnarsi ad organizzare delle manifestazioni culturali di alto spessore, tali da richiamare le televisioni ed i giornali, in modo che il nome di Cefalù possa circolare tanto da attrarre sempre più presenze qualificate.
Inoltre, non dimentichiamoci che ancora oggi, più di un quarto del plesso Mandralisca non è ancora fruibile. Dovremmo impegnarci per trovare i fondi necessari per ultimare i lavori, senza dovere ricorrere alla vendita del patrimonio che il Barone Mandralisca ha lasciato alla sua Fondazione come, purtroppo, è avvenuto nel tempo a cominciare dal feudo Mandralisca, da cui derivava il titolo nobiliare. Potrebbero così essere esposti, almeno in parte, reperti archeologici che sono venuti alla luce con gli ultimi anni e fare tornare quelli che si trovano nell’Antiquarium di Himera. Inoltre, si potrebbe istituire una biblioteca comunale che andrebbe ad arricchire quella della Fondazione, rispondendo così alle esigenze di un centro di studi qual è quello della nostra città.
Abbiamo perso tante occasioni come quella dell’Anno della Fede, ora ci sarà quella dei Borghi Marinari.
Impariamo a collaborare per un fine comune che è quello del rilancio della nostra Cefalù, poiché non possiamo contare sulle dovute attenzioni da parte della Regione e della Provincia.
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Articolo correlato: Tassa di soggiorno di Salvatore Culotta - 15 marzo 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/1894)
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