30 Aprile 2016, 16:09 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Lo scorso 22 aprile, ho pubblicato la nota,(https://www.qualecefalu.it/node/19138), che il Dirigente del servizio 1 del Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti, ha inviato ad AMAP SpA per “invitarla a valutare l’idoneo rapporto di miscelazione tra acqua della sorgente Presidiana e acqua potabilizzata al fine di fornire ai cittadini la maggiore portata all’interno dei valori massimi di potabilità”.
Secondo il Dirigente, infatti, “dai dati forniti da parte dei Dirigenti del SIAN è emerso che sarebbe possibile miscelare acqua della sorgente Presidiana ed acqua potabilizzata ottenendo sempre acqua potabile avente cloruri e sodio portati ai valori massimi ammissibili”.
La miscelazione delle due acque sarebbe, come ho già scritto, “provvedimento assolutamente ineccepibile nella forma e nella sostanza”.
Purtroppo, però, non è possibile “valutare quale sarebbe l’idoneo rapporto di miscelazione”.
Neanche sul piano, strettamente, teorico.
Ciò a prescindere da chi quella miscelazione dovrebbe, o potrebbe, eseguire. Gestore del servizio idrico o Autorità Sanitaria che sia.
Ciò a prescindere dalle modalità e dal serbatoio di alimentazione della rete, nel quale la miscelazione dovrebbe, o potrebbe, essere eseguita.
Ciò a prescindere dalla quantità d’acqua, certamente modesta, che potrebbe essere immessa in rete, in aggiunta ai 6.500 mc giornalieri prodotti dall’impianto di potabilizzazione.
La ragione è ovvia.
L’acqua che sgorga dalla sorgente di Presidiana non ha caratteristiche chimiche e batteriologiche costanti nel tempo.
Tali caratteristiche variano con le stagioni.
In particolare la percentuale di cloruri, che, in pieno inverno si attesta intorno a 200 mg/l, nella stagione estiva, quando le piogge sono minime, raggiunge valori prossimi ai
1000 mg/l.
A dirlo non sono io.
A dirlo sono i risultati delle analisi, che, sistematicamente, vengono eseguite per adeguare il processo di potabilizzazione alle caratteristiche dell’acqua greggia.
Risultati, che, per rendere possibile la miscelazione, richiederebbero sul piano tecnico-pratico una strumentazione in grado di rilevare, in tempo reale, i parametri chimici dell’acqua greggia ed, in contemporanea e sempre in tempo reale, in grado di calcolare e di regolare il rapporto di miscelazione idoneo a fare rientrare i cloruri ed il sodio entro i valori massimi fissati dalla Legge per le acque da destinare al consumo umano.
La strumentazione, inoltre, sempre in tempo reale, dovrebbe, anche, commisurare e somministrare il cloro necessario per abbattere la carica microbiologica e batterica dell’acqua greggia.
È una strumentazione, che, ancora, la Scienza e la Tecnica non hanno messo a disposizione dell’Uomo.
Per tale ragione, che dovrebbe essere ben nota, sarebbero dovuti essere proprio i Responsabili del SIAN ad escludere la possibilità di miscelare acqua greggia ed acqua potabilizzata.
A tale possibilità, si potrebbe fare ricorso solo dopo la revoca, da parte del Sindaco Lapunzina, dell’ordinanza, con la quale, l’11 luglio 2005, il Sindaco Vicari, dichiarò potabile l’acqua distribuita dalla rete idrica di Cefalù.
Una ordinanza di revoca, che, per la mancanza dell’autorizzazione sanitaria al potabilizzatore, Lapunzina, da Consigliere, chiese, reiteratamente, di “emettere in via cautelativa” al Sindaco Guercio.
Una ordinanza di revoca, per la quale Guercio, al fine di “dare risposte alle richieste formulate dal Consiglio Comunale”, conferì, il 14 febbraio del 2008, al Prof. Giovanni Pitruzzella l’ incarico di “rendere apposito parere pro-veritate”.
La rinunzia all’incarico da parte di Pitruzzella, se “destò non poche sorprese” in Lapunzina e nel PD, finì per fare risparmiare al Comune la somma di 10.000 euro, che era stata impegnata nella delibera.
Però, quella della mancanza dell’autorizzazione sanitaria al potabilizzatore fu un’altra storia: “metteva a repentaglio la salute pubblica”.
Erano altri tempi.
Erano gli anni dal 2007 al 2012 e “Lapunzina non era nell’esecutivo della Città”.
Saro Di Paola, 30 aprile 2016
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