Cefalù ritorna al medioevo

Ritratto di Angelo Sciortino

1 Marzo 2020, 21:00 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Stanno accadendo troppe cose strane a Cefalù; di quelle cose che ne mortificano la storia o che la fanno retrocedere alla storia medievale, quando esistevano i servi della gleba e la cultura era diritto di pochi. Era quella l'epoca in cui la Chiesa la faceva da padrona e la Santa Inquisizione si macchiava dei peggiori crimini, non soltanto in Spagna e in Sicilia, ma anche a Cefalù.

Nell'anno dell'anniversario del più truce di tali crimini, il rogo di Giordano Bruno, basta esso per provare in quanta e quale insicurezza vivessero quegli uomini che osavano pensare. Sulle cifre spese per la Chiesa facciamo prima una riflessione generale sull'Italia e poi dedichiamoci a Cefalù.

Le cifre meno rilevanti sono per certi versi le più odiose: possibile che nel terzo millennio si debbano pagare 5 milioni l’anno per le bollette di acqua e luce del Vaticano? O che gli assistenti religiosi cattolici negli ospedali (costo 35 milioni), i cappellani delle Forze Armate (20), nella Polizia (9), nei cimiteri (6) e nelle carceri (8) siano a libro paga dello Stato? Le voci più importanti sono le più note: l’Otto per mille, col suo impianto ingannevole e palesemente discriminatorio per chi non appartiene alle selezionate confessioni religiose con cui i governi hanno scelto di stipulare l’Intesa, nel riparto 2019 ha assegnato alla Chiesa cattolica 1.131.196.216 euro. Gli approssimati rendiconti sull’utilizzo che ne viene fatto mostrano che la parte più rilevante viene destinata al sostentamento del clero, al culto e alla catechesi, mentre una parte minoritaria per interventi caritativi. Carità con i soldi degli altri, quindi, quando invece lo Stato potrebbe utilizzarli per politiche di welfare e la Chiesa potrebbe raccoglierli tra i fedeli. Per non dire della spesa più importante: 1,25 miliardi per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. È proprio il protocollo addizionale del Concordato del 1984 a stabilire che debba essere impartito “in conformità alla dottrina della Chiesa” e “da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica”, cioè indicati dai vescovi e senza alcun concorso.

E veniamo a Cefalù. Circa un anno fa il vescovado ha venduto a un privato la chiesa che sorgeva in via Portosalvo; pochi giorni fa il vescovado ha ricevuto dalla Regione la somma di alcuni milioni per restauri della Cattedrale; adesso la ciliegina sulla torta: l'assegnazione dell'Osterio Magno alla chiesa e l'impegno di un finanziamento per i restauri. A fronte di questi impegni è stata creata una cooperativa, alla quale con ogni probabilità saranno assegnati i lavori di restauro e il controllo degli ingenti finanziamenti ricevuti.

Di contro abbiamo un'Amministrazione, che ha affidato la gestione del Bastione con una gara, sulla quale sembra che ci siano indagini in corso da parte degli inquirenti.

Allora, se tutto ciò non è un ritorno al peggiore medioevo, non saprei come definire il medioevo. Un ritorno allo stato clericale, nel quale ci aveva fatto sprofondare prima Mussolini, poi Craxi e infine Salvini, Conte e Di Maio, con l'aiuto di Musumeci &C.