7 Aprile 2020, 14:19 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Allora, ricapitoliamo. Si riunisce un Consiglio comunale per “difendere” Cefalù da un attacco del virus corona, a detta di tanti causato dalla creazione di un reparto Covid 19 nell'ospedale Giglio, e si indica come responsabile il presidente della Fondazione Abano, contro il quale vengono lanciati gli strali accusatori e spesso offensivi. Il presidente Albano si offre per partecipare e chiarire alla riunione del Consiglio avente all'o.d.g. la questione, ma gli viene rifiutata l'offerta. Gliene dà comunicazione l'avvocato Giovanni Iuppa, presidente del Consiglio, comunicando che nella conferenza dei capigruppo “è prevalsa la volontà, condivisa personalmente anche dal sottoscritto, secondo cui non si appalesa alcuna necessità per dare seguito alla chiesta audizione.”.
Ora, se il Consiglio si è riunito per tutelare l'interesse collettivo, non vedo come questo poteva essere tutelato non ascoltando chi poteva dare informazioni ed eventualmente assicurazioni che il pericolo era stato esagerato. Le sue spiegazioni e le sue informazioni potevano essere criticate coram populo e persino contestate, in modo che la polemica potesse infine far conoscere la verità.
Non posso non aggiungere la precisazione che forse non c'era l'unanimità dei capigruppo, se uno di questi, Fabrizio Piscitello, aveva fatto pervenire al Presidente del Consiglio comunale una nota, in cui suggeriva proprio l'invito al presidente Albano di riferire al Consiglio sulla questione.
A prescindere dalla verità o meno della condivisione unanime, è ben strano che un avvocato, al quale sono note le procedure penali, dica nella sua risposta che la mancata volontà di far partecipare il responsabile del Giglio sia “ condivisa personalmente anche dal sottoscritto”. Da quando in qua è permessa una simile procedura? A meno che a prevalere non sia l'interesse della collettività, ma piuttosto quello meno nobile del cosiddetto partito preso.
Dovrei esprimere la mia personale opinione su questo modo d'agire, ma non credo di aver conservato, dopo la lettura dei documenti e l'ascolto del dibattito consiliare, la pacatezza sufficiente per esprimermi, non lasciandomi trascinare dalla rabbia.
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Commenti
Angelo Sciortino -
Giovanni Albano sul diniego
CEFALU’ 7 APRILE 2020 – “Esprimo profondo rammarico per la mancata opportunità di confronto che mi è stata negata, per la seconda volta, di intervenire in audizione al Consiglio Comunale di Cefalù”. Lo afferma il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Giovanni Albano.
“Ho formalmente rinnovato – ha detto Albano - la mia disponibilità a confrontarmi e a chiarire, nell’assise più rappresentativa della città di Cefalù, quanto la Fondazione abbia fatto e stia facendo per prevenire e contenere la diffusione del Coronavirus.
Il confronto – ha concluso Albano - avrebbe sicuramente contribuito a dissipare le comprensibili preoccupazioni dei cittadini e a dare sostegno a quanti, ogni giorno, sono in prima linea in questa emergenza per assistere i pazienti”.