24 Maggio 2020, 19:14 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Gli “esperti” si sono schierati contro la circolare dell'assessore alla Sanità Razza, che prevede l'abolizione dei Covid hospital. I tecnici, infatti, non hanno condiviso i provvedimenti assunti in tema di politica sanitaria, che non recepiscono due delle misure chiave suggerite dalla commissione in un parere di oltre due settimane fa. Contestano in particolare l'abolizione di fatto dei Covid hospital: a partire dal 25 maggio, infatti, vengono riaperte tutte le attività sanitarie finora sospese e per i pazienti Covid positivi si prevedono posti letto “con relativi e adeguati percorsi separati all'interno di tutte le strutture ospedaliere”. Ciò significa che gli eventuali nuovi casi potranno essere trattati in tutti gli ospedali, anche quelli che nella Fase 1 sono stati esclusi. Di fatto ora diventano tutti ospedali misti.
L'altro punto contestato dai tecnici è la decisione di non sottoporre tutti i pazienti in attesa di ricovero programmato a tampone. Nella circolare varata dall'assessore, infatti, il tampone pre-ricovero è previsto solo per chi deve essere sottoposto a procedure anestesiologiche (ovvero chi deve sottoporsi a intervento chirurgico ed essere intubato), mentre per tutti gli altri pazienti sono previsti test sierologici. Obbligo che vale sia nel pubblico che nel privato (in questo caso i costi sono a carico della struttura). Una decisione che contraddice i suggerimenti dati dalla commissione e in controtendenza rispetto a molte altre Regioni che invece hanno previsto tamponi per tutti coloro che devono essere ricoverati. Secondo i tecnici, infatti, i test sierologici non restituiscono l'eventuale situazione di positività in corso del paziente, ma hanno un buco di almeno 8-10 giorni. Per questo gli esperti suggeriscono tamponi per chi deve ricoverarsi, almeno per i prossimi 30 giorni della Fase 2.
Sullo scontro intervengono i parlamentari del Movimento 5Stelle Roberta Alaimo, Valentina D’Orso e Adriano Varrica: “Non abbassare la guardia e non sottovalutare il coronavirus. La Regione siciliana non può sottovalutare le indicazioni del comitato tecnico-scientifico regionale Covid-19 a tutela dei cittadini. La scelta rischiosa dell’assessore Razza oltretutto va in controtendenza rispetto agli interventi di molte altre Regioni italiane. Invitiamo il presidente della Regione e il suo assessore alla Salute alla prudenza”.
Anche i deputati della commissione Sanità all'Ars contestano la circolare dell'assessore: “No a ospedali misti per la cura del Covid, il governo Musumeci faccia marcia indietro su questa folle decisione, presa ancora una volta snobbando l'Ars, come sta diventando suo costume”, scrivono Francesco Cappello, Antonio de Luca, Giorgio Pasqua e Salvatore Siragusa, che sottolineano che nel decreto nazionale Rilancio è prevista l'individuazione di presidi dedicati alla cura dei pazienti Covid e la ristrutturazione dei pronto soccorso per adeguarli all'accoglienza dei pazienti potenzialmente contagiati.
Vi confesso che questi “esperti”, sicuramente specializzati, mi fanno tornare in mente un mio giudizio sullo specialismo: più è piccolo il campo di specializzazione, più si è specialisti. In altre parole, se il campo della conoscenza è zero, siamo di fronte al massimo della specializzazione. Le decisioni prese dal Governo nazionale per contenere la pandemia ne sono una prova incontrovertibile, come provano gli scarsi risultati laddove hanno prevalso. Ora che l'assessore Razza, pur criticabile per altre scelte, prende delle decisioni libere dalla dittatura degli “esperti”, ecco in tanti politici fare da sostegno a costoro e una parte dell'opinione pubblica gioire della loro opposizione. Così, però, non si proteggono i cittadini bisognosi di cure, perché contagiati dal virus, ma li si confinano per dimenticarsene e per isolarli persino dai loro affetti, con la compagnia della loro disperata solitudine.
In tanti hanno dimenticato lo scopo degli ospedali, che è quello di curare e non di carcerare. Io non ci sto e spero che finisca questo acritico ossequio agli “esperti”, che tali sono spesso soltanto agli occhi di chi non sa riconoscere la loro effettiva valenza.
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