26 Novembre 2021, 19:32 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Vi ricordate del detto che quand'ero bambino in tanti pronunciavano spesso: “Si Cifalò avissi u puortu, Termini fussi muortu”? Cefalù, purtroppo, non ha ancora un porto vero e Termini è più viva che mai. Ha un Tribunale e Cefalù non ha più una sezione distaccata del suo tribunale; non ha più la sede di un Giudice di Pace; Termini ha ancora la sede dell'esattoria e Cefalù non l'ha più. In verità pochi anni fa c'eravamo quasi a essere come Termini: abbiamo avuto per pochi giorni il vantaggio di avere un sindaco incriminato e rinviato a giudizio. Una grande occasione di essere all'altezza di Termini, anche se per un fatto negativo. Stavamo per farcela, quando i due sindaci incriminati di Termini si sono dimessi senza attendere la sentenza, togliendoci la parità raggiunta.
Il nostro Sindaco, nella sua onnipotente grandezza, ha salvato Cefalù. Non soltanto alla parità, ma ha mirato perfino alla superiorità di Cefalù rispetto a Termini, non dimettendosi e anzi dando la prova di quanto neppure il timore di una condanna può rallentare o fermare il suo sacrificio nel fare grande e rinomata Cefalù. E il bello è che c'è gente che l'ammira per questo suo sacrificio.
Qui ci starebbe una poesia di Trilussa:
Quanno, de notte, sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello,
tutta la folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’ le braccia in croce.
Ma un vecchio restò in piedi, e francamente
voleva dije che nun c’era gnente.
Poi ripensò: “Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzolo:
ma, più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione”.
E pure lui se mise a pecorone.
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