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29 Novembre 2021, 08:07 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |

Quando nel 2007 era Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese Alberto Di Pisa, con il quale avevo avuto rapporti d'amicizia fin dai tempi in cui faceva parte del pool antimafia del Tribunale di Palermo, l'attuale nostro impareggiabile sindaco, allora consigliere d'opposizione, mi chiese di procurargli un incontro, che gli consentisse di riferire alcuni atti illegittimi compiuti dall'allora Giunta Guercio.
Non conoscevo gli aspetti caratteriali, morali e intellettuali di Lapunzina, che in seguito mi portarono a togliergli persino il saluto, per cui telefonai a Di Pisa, che mi fissò un appuntamento per il giorno seguente. Io stesso accompagnai il Lapunzina e assistetti all'incontro. Non ricordo che cosa esattamente raccontò, ma ricordo bene che Di Pisa chiamò due suoi sostituti, ai quali lo affidò per ascoltarlo ed eventualmente per verbalizzare.
A tale incontro non assistetti, perché rimasi con il Procuratore, con il quale presi un caffè, mentre commentavamo alcune vicende riguardanti la situazione generale della Sicilia. A proposito di Cefalù e dei racconti del consigliere appena sentito, disse che non gli sembrava che avessero una valenza diversa dai pettegolezzi, ma che comunque i suoi sostituti avrebbero valutato ed eventualmente gli avrebbero chiesto di sottoscrivere una vera e propria denunzia.
Finito l'incontro, ce ne tornammo a Cefalù. Durante il viaggio di ritorno egli non fece alcun commento né io gli feci domande, perché mi bastava, per valutare, il commento di Di Pisa e quello che avevo ascoltato quando il consigliere parlava con lui. Ero pentito di essermi prestato a procurargli l'incontro, sebbene non potesse dubitarsi che io mi fossi prestato a essere complice di un simile atto di denunziare segretamente, poiché non fu sottoscritto alcun atto, sia esso denunzia e sia un semplice verbale delle sue dichiarazioni.
Dopo oltre dieci anni, e soprattutto dopo la sindacatura dell'allora consigliere, mi spiego tante cose, che mi confermano la giustezza del mio pentimento. Un pentimento, che, unito agli errori pluridecennali di questa Amministrazione, mi spinge a ripetere continuamente che ormai è tempo, se vogliamo aiutare Cefalù, di togliere potere al sindaco Lapunzina e a chi lo ha sostenuto in questi dieci anni.
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