21 Dicembre 2021, 18:16 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Premesse
Quanti hanno seguito, e seguono, le vicende dell'inizio dei lavori della fermata sotterranea di Cefalù ricorderanno, certamente, che:
- il cronoprogramma dei lavori del raddoppio illustrato il 26 novembre 2015 dalla ToTo nella Sala delle Capriate, aveva fissato al 15 marzo 2016 l'inizio dei lavori della galleria di sfollamento. L’inizio di tali lavori, con l’imbocco della galleria progettato “esecutivamente” e, addirittura, già “disegnato” sui luoghi, era, però, subordinato all'ordinanza, che il Sindaco avrebbe dovuto emettere e, ad oggi non ha ancora emesso, per disciplinare il traffico lungo le strade di Spinito, Pacenzia e Pietragrossa che sarebbero state interessate dalla circolazione dei mezzi pesanti, che ne sarebbe conseguita;
- contro la mancata emissione di tale ordinanza, il primo giugno 2021, RFI ha fatto ricorso al TAR, che, dopo l’ordinanza cautelare favorevole al Comune e confermata dal CGA lo scorso 8 settembre, ha rinviato al 24 marzo 2022 la decisione definitiva sul merito del ricorso, che era prevista per lo scorso 2 dicembre;
- nelle more di tale sentenza, lo scorso 23 settembre, il Sindaco aveva preannunciato la convocazione, per i primi di ottobre, da parte dell’Assessore Regionale Falcone, di un tavolo tecnico al fine di trovare una soluzione condivisa sulla galleria di sfollamento.
Il tavolo tecnico, ad oggi, non si è tenuto.
Almeno così fa presumere il fatto che, al riguardo, nessun comunicato ufficiale è stato fatto.
Nelle more dello svolgimento di quel tavolo,
io, NESSUNO per pensare di potervi partecipare, presuntuoso come sono, a quel tavolo mi sono seduto, prima che si svolga, col contributo che pubblico di seguito: “il passato, il presente, il futuro”.
Per parlare, ispirato da Cicerone, di futuro, partendo dal passato e passando per il presente.
Il contributo di NESSUNO al “tavolo tecnico”
Nel 1988, un pittore cefaludese riuscì a disegnare cosa sarebbe accaduto ad Ogliastrillo se la stazione fosse stata realizzata in quel luogo.
Che poi, senza la stazione, ad Ogliastrillo è accaduto di peggio, molto di peggio, è sotto gli occhi di tutti.
Ma non ha importanza alcuna.
Tanto, quello del 1988 altro non era se non un disegno, per parlare del futuro di Cefalù.
E quello non sarà nostro.
Apparterrà ad altri.
Nel 2022, per parlare del futuro di Cefalù, serve un esperto.
Non in disegno.
Possibilmente in Geologia, in Geotecnica o in Ingegneria.
Un esperto in grado di escludere che a Pietragrossa, Pacenzia e Spinito possa accadere quanto è accaduto, sta accadendo e accadrà, in vicolo Bernava.
Là, in vicolo Bernava, a pochi passi dalla fermata Palermo Lolli del passante ferroviario di Palermo che finirà per collegare il Falcone-Borsellino a Castelbuono, dove, come tutti sappiamo, nel giugno del 2012,
l'acqua ed il fango fermarono l'avanzamento dei lavori per ultimare gli ultimi 56 metri della galleria, che si stavano realizzando con gli stessi metodi tradizionali, che sono previsti, non già per la galleria di sfollamento che, come ho la presunzione di sostenere da anni, nessuno potrà realizzare, ma per i 130 metri della galleria di accesso alla galleria del mezzanino e per i 400 metri circa di quest'ultima, senza i quali, a Cefalù, la fermata sotterranea non potrà esserci.
Là, in vicolo Bernava, dove per rimediare ad un “imprevisto” idrogeologico, dopo l’evacuazione e la demolizione di cinque palazzine, serviranno, ad andare benissimo, almeno altri due anni, oltre ai dieci già trascorsi, e altri 18 milioni di euro, oltre a quelli già spesi.
Se un esperto, uno solo, ci dovesse essere, si faccia avanti, metta nero su bianco e si assuma tutta la responsabilità di escludere che fatti analoghi, o in tutto simili, a quelli di vicolo Bernava potranno verificarsi a Pietragrossa, Pacenzia e Spinito.
Dopo l’assunzione di tale responsabilità, chi di competenza faccia redigere, finalmente, il progetto esecutivo della fermata sotterranea, le Istituzioni competenti lo approvino e si dia inizio ai lavori della fermata sotterranea, ammesso che possano essere iniziati, prima che la nuova sottostazione elettrica per alimentare la linea ferroviaria venga “spostata” da Pietragrossa a Fiume Carbone.
Se, però, quell'esperto non dovesse esserci, chi di competenza, ciascuno per la sua parte, si determini per l’accantonamento della sfida con l’imprevisto idrogeologico, che tanto imprevisto non è, e faccia mettere mano a penna.
Per redigere i progetti.
Il progetto della fermata, che, piuttosto che sfidare l'imprevisto, risolva in luogo urbano, una nuova centralità urbana, il baratro di Ogliastrillo e gli oltre 6 ettari di terreno – con l’approssimazione che consente “Google earth”, ma certamente in difetto, li ho misurati in 63.000 mq- che sono stati devastati dalle opere di cantierizzazione del lotto in corso di realizzazione e dalle opere realizzate, ma non ultimate, del primo lotto.
Il progetto, che risolva il tratto di linea che andrà dismesso, da Gallizza al bivio Ferla, in "circonvallazione" interna e dell'area dell'attuale stazione in nodo di servizi e di infrastrutture per scambio intermodale. Il tutto nel cuore del vecchio centro urbano, dove non v’è altra possibilità per dare risposta alle esigenze che solo quelle due opere potranno soddisfare.
Quei progetti, con le economie che si ricaverebbero dall'accantonamento della sfida con l’imprevisto, potrebbero cambiare il volto al futuro di Cefalù.
Un futuro, nel quale, per le previsioni del nuovo PRG, Cefalù si ritroverà con il suo baricentro spostato sempre più ad Occidente.
Anche se quel futuro non sarà nostro, chi di competenza, ciascuno per la sua parte, ha il dovere di provare a fare progettare.
Saro Di Paola, 21 dicembre 2021
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