PRG: finalmente un intervento condivisibile in Consiglio

Ritratto di Angelo Sciortino

29 Dicembre 2022, 17:48 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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So che questo intervento, per la sua lunghezza, avrei dovuto ppubblicarlo almeno in due puntate, ma la sua importanza merita una lettura immediata. Poiché tratta interessi importantissimi dei cittadini, in quanto consente la loro partecipazione, che l'Amministrazione non ha concesso, nonostante così preveda la legge, lo pubblico per intero nel loro interesse a servirsene per capire.

AL SIGNOR SINDACO

DEL COMUNE DI CEFALÙ

Al Presidente del Consiglio Comunale di

CEFALU’

Oggetto: Considerazioni sulla Variante al PRG di Cefalù in occasione della deliberazione sulle controdeduzioni alle osservazioni e alle opposizioni presentate in seguito alla pubblicazione prescritta dalla legislazione regionale, vigente o meno, applicabile nel nostro tempo.

Consegniamo, oggi, al rituale giuridico amministrativo nonché alla storia di Cefalù le riflessioni che seguono, alle quali avremmo voluto pervenire più efficacemente, con il vigore di un energico dibattito sociale che questa e la precedente Amministrazione si è guardata bene dal promuovere.

Deve essere chiaro da subito che noi rigettiamo questo metodo politico e dunque interamente ogni scelta, ogni decisione furbesca, sia in ordine alla tempistica, nella quale è stato costretto il processo di formazione del Piano e sia per quel che riguarda l'uso di principi di rango nazionale o europeo che dissimulano, agli occhi dei più, gli interessi privatistici.

In breve queste che seguono sono le nostre osservazioni che conducono al giudizio e al voto appena anticipato. Tutte le osservazioni che seguono sono conseguenti ad una attività amministrativa insufficiente e culturalmente impreparata ad amministrare modernamente.

Quindi:

 

  • Il Piano costituisce un evento politico, esso non può e non deve essere considerato uno strumento meramente ingabbiato dalle regole assolute ed immutabili della tecnica, annullando lo spirito e la creatività di ogni atto umano. Dunque la insistente strumentalizzazione del Progettista per fare apparire certe scelte volute dalla razionalità tecnica costituisce un grave tentativo di scaricare responsabilità - che sono della politica stessa - alla tecnica.

  • Il Piano, come è stato confezionato, non risponde agli obiettivi delineati nelle direttive e nel progetto di massima. L'avvio della Variante Generale, ai sensi della LR 71/78, aveva due obiettivi:

il primo era dato dalla necessità di obbedire ad una precisa disposizione di legge che ci obbligava a riordinare e riattivare i vincoli preordinati all'esproprio scaduti, previsti per la realizzazione delle infrastrutture, nelle quali dovevano essere innervate le funzioni strutturali della città;

il secondo era costituito dalla necessità di definire un insieme concreto di indicazioni progettuali e normative, immediatamente operanti, che sulla scorta della esperienza della gestione del Piano vigente, e sull'esame delle situazioni di fatto nonché dei problemi urbanistici emergenti, fornisse soluzioni senza rinvii.

  • Il Piano segue nella sua redazione vecchie metodologie ormai considerate dalla disciplina urbanistica, criticamente superate, cosicché esso manca, nel senso che è vuoto, delle conoscenze necessarie per poterlo considerare rispondente agli interessi della Comunità di Cefalù. Esso è certamente frutto della pressione esercitata dal sindaco protempore sul Professionista, il quale si è trovato, dopo un lunghissimo stallo o disinteresse dell'Amministrazione, a dover seguire una accelerazione forzata per esigenze estranee ad un lavoro serio di cui notoriamente è capace il Professor Trombino;

  • Il Piano manca di una ricognizione puntuale dello stato in cui si trova  il territorio, negli aspetti che lo determinano socialmente, e cioè manca di: conoscenze puntuali sullo stato delle infrastrutture, sulle attività produttive di ogni genere, sullo stato del patrimonio residenziale, e soprattutto è priva dell'acquisizione delle aspettative dei cittadini che dovevano acquisirsi entrando in dialogo con essi per rilevarne i bisogni e orientarli negli scopi di interesse generale che la pianificazione urbanistica, per sua natura, deve perseguire.

  • Il Piano manca di progettazione sugli annosi problemi urbanistici irrisolti la cui soluzione si trascina da troppi anni. La prova è data dal loro rinvio ad una urbanistica differita costituita dalle cosiddette ATI, ovvero, per i non addetti ai lavori, - forma di ripiego tecnico causato da incapacità di entrare in idonea positiva forma di interlocuzione culturale con il Progettista.

  • Il Piano ha assunto in sè, generando problemi incommensurabili al sistema cefaludese, il Piano Regionale Forestale, pedissequamente calato sul nostro territorio senza discernimento alcuno, in sostituzione della perimetrazione dei boschi esistente, prodotta ai sensi della LR 16/96 e s.m.i, adottata, pubblicata osservata ed approvata. L'errore macroscopico è dovuto nell'aver considerato il PFR un Piano Territoriale mentre esso non è che un riferimento cartografico alla scala regionale predisposta per una politica di investimento sul settore, come si evince dal DPRS 158/2012 che lo ha approvato.

  • Il Piano è privo del processo di formazione partecipato, come prescritto dalla legge, processo partecipato, che doveva anticipare la sintesi progettuale e la pubblicazione. Così fatto esso non genera nei cittadini né formazione, né conoscenza, né cultura della coesione dello stare insieme.

  • Le osservazioni e le opposizioni pervenute non sono che un minimo riflesso delle conseguenze nefaste che questo Piano ha già arrecato al sistema cefaludese. Esse, inoltre, non sono che l'avviso di quelle che saranno le impugnazioni al TAR, il quale dovrà prendere atto che la potestà amministrativa di questo Comune è stata esercitata con inconsistenti motivazioni, con arbitrii, con illogicità, in eccesso di potere e quindi sostanzialmente illegittimamente.

  • Il penoso tentativo di rendere accettabile l'assetto rovinoso di questo Piano a coloro che hanno presentato osservazioni ed opposizioni, con l'introduzione di una norma di compensazione parziale, non fa che aggravarlo.

  • Primo perché manca della verifica degli equilibri tecnici di Piano, poi perché la compensazione così come è stata introdotta alla stregua di un pannicello caldo, costituirà fonte di difficoltà gestionali, nella malaugurata ipotesi che questo Piano giunga ad approvazione.

  • Il Piano presenta gravi contraddizioni in ordine alle determinazioni generate dall'applicazione della tecnica VAS sui suoi obiettivi. Infatti si evidenzia che la draconiana eliminazione della edificabilità di molte delle zone del Piano 68, decisa nella logica della sostenibilità delle scelte, è in lapalissiana contraddizione con la scelta di densificare l'edificabilità nella parte terminale del Lungomare Giardina. L'amministrazione si è così unita irresponsabilmente agli obiettivi della speculazione edilizia creando un ambito a forte rendita, a detrimento della consolidata percezione paesaggistica, valore e cultura per questa città.

Cari colleghi prendete, dunque, atto e consapevolezza che la storia che riguarda questa nostra piccola Comunità vi registrerà come corresponsabili del processo di revisione dello strumento di pianificazione urbanistica particolarmente anomalo in tutti i suoi aspetti, sia che si guardi al percorso temporale, sia che si guardi allo svolgimento partecipativo e sia che si guardi al metodo con il quale avete definito i contenuti del Piano stesso.

Come abbiamo ascoltato tutti, compresi coloro che ci seguivano da casa, il giorno 20 il Progettista si doleva e si rammaricava del lunghissimo tempo occorso per giungere al progetto definitivo di questo Piano, attribuendo lo stato finale di questa Variante al PRG, al sopraggiungere di norme e di orientamenti.

 

Nelle Sue parole egli ha evidenziato soprattutto che norme e orientamenti sono sopraggiunti sostanzialmente dopo il 2010; con particolare riferimento all’applicazione della VAS e alla Riforma urbanistica regionale dell'agosto del 2020, e noi aggiungiamo con il dilagare del vincolismo boschivo e con la improvvida decisione del sindaco protempore, di far rifare la perimetrazione già esistente, nella incapacità di coglierne le conseguenze sul nostro territorio.

Ma non solo. Ricordiamo come la Soprintendenza, frustrata dalla mancata approvazione del Piano Paesaggistico ha illegittimamente imposto, nella sua prassi autorizzativa, la strumentalizzazione del Piano Forestale Regionali (PFR), con arbitraria decisione, nel silenzio acritico del mondo comunale che ha rinunciato alla difesa della sua autonomia e delle sue primarie responsabilità in materia di tutela del territorio, mediante processi di crescita culturale dei propri cittadini.

Vi chiediamo di prendere questi appunti con lo spirito critico che vorrete, confutando come vi pare, ma per favore fatelo senza sofismi, con la passione sinceramente e obiettivamente rivolta alla realtà, nell'interesse dei contemporanei e dei posteri.

In questo voto è espressamente richiamato quello esposto dall'Architetto Piazza nel Consiglio che nel novembre 2021 ha adottato la Variante al Piano vigente, anzi questo è da intendersi integrazione di quello.

Pertanto, come abbiamo appena detto, noi siamo profondamente contrari a questa proposta di pianificazione in quanto è il risultato di una politica dannosa che vede come motore principale un’amministrazione che, come sappiamo, non ha nelle sue corde il metodo della partecipazione.

Noi rifiutiamo la politica di chi pensa che la partecipazione sia una perdita di tempo.

La nostra concezione della pianificazione e della programmazione, per niente diversa da quella contenuta nella legislazione e nelle discipline che la costituiscono, è fortemente connessa all'azione educativa che essa deve produrre nel corpo sociale.

In essa si concentrano una pluralità di interessi utili alla formazione del cittadino consapevole del valore della società e del territorio nel quale vive.

Ricordiamo che la legge assegna la competenza esclusiva sulla pianificazione urbanistica al Consiglio comunale. Nei fatti, constatiamo che i Consiglieri lasciano usurpare le proprie competenze alterando la dialettica istituzionale prevista dalla nostra legislazione, con effetti negativi sul corpo sociale.

Consentiteci ancora di riproporre in termini apparentemente diversi il concetto appena delineato di partecipazione, secondo il quale l'attività di pianificazione della città e del territorio, comprensiva della successiva programmazione dell'uso delle risorse, costituisce il più importante processo decisionale in mano ai pubblici poteri, i quali sotto la condizione dello svolgimento partecipativo, appunto, generano cultura, identità e coesione del corpo sociale.

Al contrario l'assenza della partecipazione, sostenuta con ogni mezzo, condanna la politica al clima del sospetto che il potere pubblico sia stato utilizzato per sè stesso e non per l'interesse generale.

Per quella che è la nostra convinzione non riteniamo che questo principio nella prassi sia stato rispettato adottando esclusivamente gli obblighi di pubblicazione burocratica, in ragione di quanto segue.

Infatti per coloro che non avessero chiaro nella propria mente citiamo il D.A. n. 116/GAB del luglio 2021 dal titolo, “Linee guida per la redazione dei PUG” dal quale si estrae il seguente principio in applicazione della recente Riforma Urbanistica Regionale: “la legge colloca la partecipazione tra i principi fondamentali da porre alla base delle attività di pianificazione del territorio siciliano”

Con questo, Decreto dell'Assessorato al Territorio, ha ribadito il fondamento della attività di pianificazione, la partecipazione, il quale per nostro inciso, costituisce l'unico principio che differenzia il suo significato quando lo si applica alle società libere rispetto al significato che assume nelle dittature storicamente conosciute.

Va qui rimarcato che in tutta la storia dell'urbanistica, a partire almeno dallo scorso secolo, questo caposaldo della pianificazione è stato introdotto come compito inderogabile dell'attività amministrativa della PA, dalle fonti sia nazionali che regionali.

Appare del tutto evidente che il legislatore non ha inteso circoscrivere riduttivamente il significato del concetto di partecipazione alle osservazioni conseguenti alla pubblicazione di atti tecnici, la cui comprensione, come è noto, non è agevole neanche, spesso, agli addetti ai lavori.

Ci si consenta ancora, a proposito della comprensione dell'attività amministrativa di cui ci stiamo occupando, che la PA, dovrebbe anche avere il compito di sviluppare questa attività, coinvolgendo i cittadini per consentirgli di familiarizzare, per l'essenziale, con il linguaggio in uso nella pianificazione. Questa solerzia è mancata, mentre costituisce un benefico valore aggiunto per la crescita della consapevolezza.

Le modalità del coinvolgimento e della partecipazione erano nella volontà e nella creatività degli amministratori. Purtroppo il percorso seguito non è stato fecondo per la crescita della pubblica opinione.

Pertanto il principale tra i motivi accennati della nostra contrarietà a questo Piano Regolatore è costituito dal fatto che da più di dieci anni gli artefici di questo progetto non hanno fatto nulla per sviluppare i processi partecipativi, da sempre sollecitati nella nostra legislazione nazionale e regionale, anzi come vedremo è l'oscurità che ha caratterizzato le azioni amministrative lasciando spazio a logiche letture del comportamento amministrativo che introduce congetture o inferenze con le quali possono avviarsi dimostrazioni che l'azione della PA è stata indirizzata sul terreno degli interessi privatistici contrari all'interesse generale.

E' il caso, senza rimandare, della deliberazione del CC n.11/2017 “Polo strategico Lungomare” con la quale è stato, come se ve ne fosse bisogno, dichiarato il Lungomare, come obiettivo strategico, ma non per la tutela e la conservazione degli inalienabili valori paesaggistici di questo luogo, ma per predisporre indicazioni per il progettista e gli animi delle persone semplici, ad accettare decisioni che determinano, con nuove edificazioni in questo ambito sensibile della città, nuove rendite speculative.

Questa “operazione amministrativa” è avvenuta senza la trasparenza sui veri obiettivi dell'Amministrazione, dissimulando, mediante l'uso di un linguaggio apparentemente rivolto all'interesse generale.

La furbesca manovra va ricondotta logicamente a chi oggi ha interessi privatistici in questi luoghi.

Circa l'uso che si è fatto del Piano Forestale Regionale come vincolo territoriale consentiteci di spiegare meglio.

Il PRF è stato “sic et sinpliciter” copiato integralmente e sovrapposto cartograficamente al nostro territorio, basta considerare le osservazioni che hanno rilevato l'estensione del vincolo addirittura su edifici esistenti.

Non ci vede d'accordo dell'assunzione della cartografia del Piano Forestale Regionale come vincolo urbanistico territoriale trasportato nella pianificazione locale come si spiega di seguito.

Come riferito in precedenza, noi avevamo già una perimetrazione effettuata ai sensi della legislazione regionale vigente (LR 16/1996 e s.m.i nel 2003), mediante un'ampia e analitica ricognizione del territorio sulla base di una metodologia propria delle scienze forestali e rispettosa delle definizioni recate dalla legislazione regionale.

Non correva nessun obbligo di trasporre il Piano forestale Regionale come vincolo urbanistico sovra ordinato al Piano locale in ragione delle semplici constatazioni riferibili alla natura del PFR e alla consolidata tecnica che lega la pianificazione urbanistica e territoriale, articolata per le variabili fisiche e socio economiche che ciascun livello prende in considerazione nella progettazione.

Nella prassi amministrativa, registrata nell’arco di 20 anni, il sistema dei vincoli boschivi assunse una pacifica accettazione da parte della Comunità locale. Non fu oggetto di alcuna impugnazione, integrandosi, come fu, nella sensibilità dell'intelligenza locale.

Il DPRS 158/2012 che approvò il PFR ha dichiarato esplicitamente l'inequivocabile scopo dalla stessa Regione espresso anche in dichiarazioni amministrative dell'Assessorato all’Agricoltura e Foreste: esso costituisce programma d’azione della politica di investimento sul territorio regionale. Nessuna prescrizione vincolistica per i piani urbanistici è prevista anche perché la sua durata temporale è definita dallo stesso DPRS in cinque anni, il che cozza contro la validità degli strumenti urbanistici che hanno validità a tempo indeterminato.

E’ altresì chiaro che tale Decreto del Presidente della Regione non può definirsi un atto di pianificazione territoriale né generale né di settore, poiché esso non è destinato ai livelli di pianificazione territoriale alle scale inferiore con valore prescrittivo.

Cosicché (pensiamo in modo sintetico) esso non può essere considerato fonte di diritto per la redazione degli strumenti alle scale di area Metropolitana né tanto meno alla scala locale.

Ed ancora, nella cosiddetta pianificazione di settore, quando essa deve essere recepita come vincolo alle scale delle altre autonomie amministrative, essa è approvata con atti amministrativi nei quale è richiamato esplicitamente l'obbligo di legge di introdurre le sue determinazioni nei piani locali per costituirne prescrizione normativa.

Ad esempio il PAI (Piano per l'assetto idrogeologico) o i siti di Natura 2000 SIC e ZPS.

La decisione del Sindaco protempore di rivedere la perimetrazione vigente ha prodotto un totale sovvertimento della perimetrazione dei boschi, esistente ed approvata dal Consiglio comunale, introducendo inopinatamente vincoli urbanistici su almeno il 50% del territorio comunale.

Non sappiamo se quanto detto, che costituisce solo una parte degli argomenti che ancora sul tema potremmo rimettere alla storia e alla vostra attenzione, può bastare a farvi riflettere sull'approssimazione con la quale si sta giocando sulla vita dei cittadini.

Noi speriamo, tuttavia, nello spirito di onestà e di riflessione dello schieramento di maggioranza e facciamo voti affinché si rimetta in discussione dialettica e feconda la pianificazione di Cefalù a favore dei cittadini.

Cefalù li 27 dicembre 2022

F.to Carmelo Greco Antoniella MARINARO Pasqualino TURDO Angela FATTA