1971 - "Cefalù Turismo e Ambiente" convegno organizzato dal primo (forse) circolo culturale di Cefalù "Il Pungiglione"

Ritratto di Pino Lo Presti

27 Luglio 2024, 20:27 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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1971 - "Cefalù Turismo e Ambiente" convegno organizzato dal primo (forse) circolo culturale di Cefalù "Il Pungiglione"

- Un Documento Storico di un momento di speranza presto abortita! -

 

Il 2 febbraio 1971, un nutrito gruppo di studenti universitari costituisce a Cefalù forse la prima associazione culturale cittadina rivolta alla promozione di iniziative sociali aventi per obiettivo lo studio delle problematiche della città e del suo circondario: "Il Pungiglione". Io avevo 19 anni.
Fu quello, d'altra parte, un periodo in cui in tutto il mondo occidentale fervevano speranze di costruzione di un mondo migliore "a misura d'uomo".

 

Il problema era allora la conservazione della natura e del paesaggio. La natura era ancora abbastanza intatta anche se l'espansione urbana aveva già definitivamente distrutto nella indifferenza di tutti la vasta necropoli che si estendeva in tutta la zona tra il lungomare e la ferrovia a partire grosso modo dalla via Cavour.
L'unica Tomba oggi sopravvissuta è all'interno dell'Hotel "Artemis", priva di alcuna segnalazione sia nelle guide turistiche che nella cartellonistica attorno all'hotel!
Il P.R.G. uno dei primi elaborati in Italia, era in attesa di essere adottato per poi passare ai Piani particolareggiati mai arrivati.

 

 


Si faceva una mostra - nei locali oggi dell'Ente Parco - dei progetti di una decina di alberghi che si sarebbero aggiunti al St. Lucia e al Kalura.
 Non c’era ancora il Parco delle Madonie e anzi si parlava di costruire tra quelle montagne un autodromo come prosieguo della iniziativa “turistica” della Cefalù-Gibilmanna

La passeggiata dei cefalutani si svolgeva tra piazza Duomo e Porta Terra; e solo i giovani si inoltravano fino alla Villa considerata ancora una zona "scognita" (il manto stradale era stato fatto da poco).
La circolazione veicolare nel Centro storico non aveva limitazioni e nei giorni festivi la massa compatta della gente era costretta ad aprirsi alla fila continua delle macchine di coloro che intendevano così farsi  il loro "giro". Bisognava fare attenzione a non trovarsi un piede sotto le ruote e si era costretti a respirare i gas di scarico di tutte quelle auto che procedevano tra la folla lentissime. Qualcuno pensò persino di lasciare cadere a terra dei chiodi a tre punte (il sabato sera, i gommisti avrebbero aperto il lunedì) per "sollevare" il problema.
I problemi acustici erano costituiti soltanto dalle “lambrette” che, smarmittate o meno, da sole o in stormi, sfogavano le energie giovanili in  gare e ripetuti giri notturni per le vie del paese. Si parlava delle problematiche acustiche anche al riguardo del tracciato che avrebbe dovuto avere l'autostrada: se sul fronte mare delle colline o se alle loro spalle. Ovviamente se ne dibatteva soprattutto per l'impatto che avrebbe potuto avere sul paesaggio.


Non c’erano pedane e tavolini. La prima "pedana" fu fatta nel '98 (prima sindacatura Vicari) per il ristorante "Arkade Grill" di Paolo "l tunisino" in via Vanni (oggi "Il Normanno") e il primo locale per i giovani aperto la sera, la prima birreria, "Popei", di Patrizia e Paolo, avrebbe aperto alcuni anni dopo (primissimi anni '80) alla fine di via Vittorio Emanuele a pochi passi dalla piazzetta Bagni di Cicerone.
Quando si cominciarono a fare i primi spettacoli con "i cantanti" in piazza Duomo i cefalutani non erano ancora abituati ad applaudire, per timidezza, e dal palco venivano, con scarso esito, reiterati gli inviti a farlo.
Il Club de la Mèditerranèe era ancora "toute nature" ma  da poco era spuntato il cemento tra gli scogli del promontorio per un approdo e ricovero di loro imbarcazioni.


E fu anche per denunciare quanto stava accadendo al Club che quei giovani si mossero. Ma subito furono tacitati da autorevoli inviti fatti ai genitori a tenere "a posto" i loro giovani.

 

       


Tuttavia quei ragazzi riuscirono - per iniziativa soprattutto di Marcello Panzarella, allora studente - ad organizzare un pubblico dibattito, presso i locali del Seminario Vescovile, sul tema cruciale del rapporto tra Turismo e Ambiente, con l'intervento dei proff. Carlo Doglio, Samonà e Pirrone

Ciascuno potrà valutarne l'interesse ma rimane un documento certamente storico della vita di questa nostra sfortunata città, un documento quindi da non perdere.
Io ne ho forse l'unica copia originale rimasta. Ringrazio Pino Virga per avermi fornito alcuni preziosi fogli - gelosamente custoditi - relativi alla costituzione di quell'esperimento tentato di quei giovani di allora: "Il Pungiglione".

Riporto qui soltanto alcuni passaggi di quel dibattito (il documento, nella sua interezza è in pdf in fondo pagina)

Seminario vescovile – domenica 4 aprile 1971
 
Panzarella:
Ci chiediamo se Turismo significhi attività spontanea  e incontrollata o, invece programmazione e coordinamento delle iniziative in un quadro generale di pianificazione”, c’è lo chiediamo tutt’oggi!
 
Se volessimo estrarre le linee tendenziali di questa non-politica (se volessimo guardare al futuro – n.d.r.)…ci troveremmo amaramente di fronte ad una situazione di degrado e degenerazione. A questo punto il … discorso investirebbe un campo non soltanto disciplinare e cioè urbanistico, ecologico, ambientale e paesaggistico, ma anche politico.
 
Ancora si auspicava l’attuazione, attraverso i Piani particolareggiati, del P.R.G. per Cefalù, consegnato dall’arch. Samonà nel ‘64. C’era l’idea di pensare ad un futuro guidato dall’interesse per il Progresso generale e non dai rapporti di forza tra gruppi che mirassero solo a quello proprio, come era stato ed ancora era quello dei costruttori a cui si aggiungevano ora quelli degli albergatori e dalle nascenti agenzie di viaggio che miravano alla quantità, guardando a Rimini e a Riccione, o a “qualità” tipo Montecarlo, in entrambi i casi non vedendo nella naturalezza e nella storia dell’uomo su questo territorio il vero capitale  da preservare e su cui puntare
 
Nel suo intervento di apertura, lo studente allora di architettura Panzarella, sottolineava, tra l’altro:
le difficoltà e le ostilità… cui è concretamente soggetto chi, come noi (del Circolo Culturale “Il Pungiglione”- n.d.r.) ha voluto prendere coscienza e iniziative per opporsi a tutto ciò che sta portando Cefalù ad una fine che certamente non merita”.
 
(Si riferiva a quella iniziativa di denuncia della creazione di una banchina in cemento per il ricovero di barche realizzata nel promontorio di St. Lucia - n.d.r.)
 
Il Sindaco Rosario Ilardo:
“… questa amministrazione intende varare ogni suo intervento partendo dalla indispensabile premessa della intransigente salvaguardia dei valori paesaggistici. Ambientali e monumentali del nostro territorio”.
 
“… ci ripromettiamo di riaprire, su un argomento così vitale per la nostra Cefalù, nuovamente questo dialogo, anche in vista di quella conferenza nazionale sull’avvenire turistico di Cefalù che intendiamo preparare per non imboccare strade sbagliate e senza ritorno, sia pure fascinose sotto l’illusorio traguardo della legge inesorabile dell’immediato profitto”.
 
Samonà:
Cefalù ha, a mio giudizio, una vocazione turistica talmente chiara… di tipo, direi, privato, familiare, di piccole gestioni, che dall’interno rinnovino e rinsaldino, se ne sono capaci, alcuni valori che ha questa città”.
 
Si iniziava allora a parlare di una alternativa alla ricettività alberghiera che interveniva violentemente sull’ambiente paesaggistico: quella della “ricettività diffusa” e cioè da parte degli abitanti nelle loro case da ristrutturare con l’intervento della Cassa del Mezzogiorno. Idea felice che oltre a redistribuire il reddito da turismo avrebbe potuto permettere un vero scambio umano e culturale tra residenti ed ospiti. Non solo la Cassa per il Mezzogiorno preferì finanziare le grande iniziative alberghiere, ma il concetto di “residenza” divenne tanto labile da potersi ospitare in casa propria chiunque senza effettivamente risiedervi, aprendo così la strada alla grande speculazione immobiliare da parte di capitali di indefinita provenienza che oggi è sotto gli occhi di tutti (case vacanze e B&B) con il conseguente “svuotamento” dei residenti, o della loro maggior parte, dal centro storico, nel più pieno spirito della liberalizzazione economica.
 
Un documento della storia della nostra città che bisognerebbe rileggere più di una volta e poi piangere perché alla fine hanno vinto le scelte “sbagliate e senza ritorno, sia pure fascinose sotto l’illusorio traguardo della legge inesorabile dell’immediato profitto”.

Cefalù Turismo e Ambiente doc.

https://www.qualecefalu.it/files/2024/interventi/07/27/Cefalu%CC%80%20-%20Turismo%20e%20Ambiente%20-%204%20aprile%201971.pdf