28 Settembre 2024, 14:05 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Dalle prime ore del pomeriggio di venerdì, 27 settembre, sulla scala in fondo alla Piazza Bellipanni, non si sversa più acqua.
Da questa mattina di sabato, la prima rampa, il ballatoio e la seconda rampa sono asciutti.
Il fatto che ciò è avvenuto senza alcun intervento da parte dell'AMAP prova, a mio giudizio inequivocabilmente, che lo sversamento era stato causato dai lavori eseguiti dalla ToTo a monte della sottostazione elettrica.
E, in particolare, dalla terra di riporto con la quale era stata tombata la fossa d'acqua che, all'inizio dei lavori, si era formata sotto la benna dell'escavatore e da quell'altra terra che è stata addossata al vecchio muro in pietra per realizzare la rampa indispensabile per eseguire la paratia.
Terra, quest'ultima, che ha occluso la cunetta al piede del muro, che raccoglieva l'acqua drenata dal terreno a tergo, per convogliarla in un recapito, che non poteva non esserci.
Con tutta probabilità, è accaduto che i lavori eseguiti hanno ostruito tale recapito e l'acqua ha finito per riprendere l'antico corso che la faceva sfociare alla "funtana" del Giardino Belvedere.
Altrettanto probabilmente, è accaduto che, dopo il sopralluogo all'EGV eseguito giovedì scorso, la ToTo, ha provveduto a ripristinare il recapito medesimo, facendo tornare a secco la sorgiva dell'EGV CENTER.
Può, anche, essere accaduto che quel recapito l'acqua se lo sia ritrovato da sola.
Un fatto, però, è certo, la cazzuolata di cemento che è stata data
nel punto del cunnuttu, dal quale fuorusciva non tutta l'acqua, ma solo una parte di quella che si sversava sulla scala
non è, affatto, servita.
Nel cunnuttu, infatti, non scorre più acqua.
Quella cazzuolata di cemento fa ridere “puru i siddiati.
Ed invece, solo a farci chiedere in che mani siamo, fa piangere.
Tutta la vicenda, come ho già scritto, www.qualecefalu.it/node/24957 , prima degli sviluppi di questi ultimissimi giorni, deve indurre alla riflessione, sulle variazioni all'assetto idrologico del sottosuolo di Pietragrossa e sulle conseguenti ripercussioni superficiali, che il prosieguo dei lavori potrebbe provocare nell'intorno urbanizzato a monte della paratia.
LA RIFLESSIONE, non del cittadino comune, ma DI TUTTE LE PARTI IN CAUSA DEVE ESSERE LA PIÙ SERIA.
Perché, non finirò mai di ripeterlo, Pietragrossa è peggio, molto peggio di Vicolo Bernava.
Purtroppo però, "quannu u scieccu 'unn'avi siti è 'nutili fischiari".
Saro Di Paola, 28 settembre 2024
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