Cosa penso del raddoppio ferroviario e della fermata sotterranea (terza parte)

Ritratto di Saro Di Paola

21 Maggio 2025, 10:24 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Per non allungare a dimisura l’attesa di quanti, per esserne interessati, me l’hanno chiesta, pubblico su Quale Cefalù la parte della risposta alla domanda di Pino Simplicio “Cosa penso del raddoppio e della fermata sotterranea” che, nella puntata dello scorso 8 maggio del programma “E ancora chiedo: scusi permette?”, per esigenze di tempo, non sono riuscito a dare e che, comunque, darò in una delle prossime puntate.
L'8 maggio, il tempo, tiranno, ci ha fermati al 19 febbraio del 2016, quando, carte alla mano, ho dimostrato che l’imbocco della rampa di accesso alla galleria di sfollamento allo Spinito, in corrispondenza del curvone a monte della Piazzetta di San Pio, era irrealizzabile perché avrebbe fatto da tappo al tubo ARMCO, all’interno del quale scorrono le acque del torrente Spinito, www.qualecefalu.it/node/25087 .


Abortita, anche, tale seconda soluzione, ITALFERR, recependo, solo in parte, il suggerimento del Prof. Cafiso fatto proprio dall’Amministrazione comunale, di spostare “almeno” l’imbocco e la rampa di accesso alla galleria di sfollamento in “un’area senza preesistenze in superficie”, l’ha localizzata in località Gallizza e,  precisamente, nel terreno, a monte del passaggio a livello ed a valle dell'Ospedale Giglio, delimitato ad est dalla via Pietrapollastra e ad Ovest dalla cosiddetta Villa Parlato.
                

Tale terreno dista circa 500 metri dall'estremità lato Palermo delle banchine da cui la rampa dovrebbe cominciare a salire.
Una distanza per la quale la galleria di sfollamento finirebbe per avere la lunghezza complessiva di circa 1.000 metri, che è lunghezza quasi proibitiva per quanti, nelle inevitabili condizioni di panico causate da una emergenza, dovessero trovarsi in prossimità dell’estremità, lato Messina, delle banchine della fermata.

Dopo aver trovato le tavole della nuova soluzione pubblicate sul sito del Ministero delle Infrastrutture, 
ho scritto, papale papale, su questo blog che la Soprintendenza avrebbe bocciato quel progetto. 
Tanto era impattante e devastante dal punto di vista ambientale e paesaggistico, sia in corso d’opera e sia anche ad opera ultimata.
               

E così è stato: la Soprintendenza l’ha bocciato.

Sul progetto si è espressa, anche, l’Autorità di bacino, che, nella Regione Sicilia, è stata istituita nel 2018 per sovrintendere alla “difesa del suolo ed alla mitigazione del rischio idrogeologico” e, ovviamente, per garantirle a beneficio della collettività, non solo dopo l’ultimazione di una qualsiasi opera pubblica, ma, anche nel corso della sua realizzazione, cioè a cantiere aperto.

Il parere di tale Autorità, favorevole nella forma, è reso contrario nella sostanza dai “considerata, dalle prescrizioni e dalle raccomandazioni” elencati nel suo dispositivo, come ho già scritto www.qualecefalu.it/node/24643 , www.qualecefalu.it/node/24649 .

Altro parere sul progetto è stato quello dell’ufficio del Genio Civile, che, nella Regione Sicilia, approva i progetti delle opere pubbliche, verificandone la fattibilità ed il rispetto delle norme tecniche di costruzione.
Nel dispositivo di tale parere l’aggettivo “favorevole” non si legge.
Si leggono, invece, le “raccomandazioni, precisazioni e prescrizioni” di altra natura rispetto a quelle dell’Autorità di bacino, di cui ho già scritto, www.qualecefalu.it/node/24641 .

Sintesi emblematica di tale parere sono il passaggio “Occorrerà tenere conto, in fase esecutiva, delle relative modellazioni geotecniche ipotizzate nonché delle conseguenti ipotesi progettuali finalizzate al superamento delle criticità geologiche e geotecniche” e le prescrizioni finali che ho sottolineato in rosso, nell’immagine che segue.
              


Il parere contrario della Soprintendenza, non già quelli dell’Autorità di bacino e del Genio Civile, che per usare un eufemismo possono essere definiti “a trasi e nesci” e che altro non sono che il classico “ferro dietro la porta”, col quale i due Uffici si sono cautelati rispetto ai potenziali sviluppi della realizzazione dell’opera, ha costretto ITALFERR a rielaborare il progetto con una nuova soluzione, la quarta, che la Soprintendenza ha approvato.
Nonostante fosse diversa dalla terza tanto quanto, la zuppa è diversa dal pan bagnato, come ho pure scritto, www.qualecefalu.it/node/24783.
              

Tale quarta soluzione non interessava gli aspetti di competenza del Genio Civile e dell’Autorità di bacino, ragione per la quale i pareri di questi Uffici sono rimasti quelli che erano sulla terza.

Acquisiti i predetti pareri e quelli dei gestori dei servizi di sottorete e dopo il parere di compatibilità con l’assetto territoriale di Cefalù, espresso dal Consiglio comunale nella seduta del 26 aprile 2024, la Giunta regionale ha emesso, seppure, come espressamente precisato, con i vincoli, le prescrizioni e le raccomandazioni, contenuti nei pareri dell'ufficio del Genio Civile e dell'Autorità di bacino, il decreto di approvazione del progetto, che comporterà un incremento dell’importo dei lavori di 18,71 milioni di euro.

Sul dibattito e sui contributi degli Amministratori e dei Consiglieri intervenuti in quella seduta non mi soffermo.
Non solo perché, personalmente, ne ho già scritto, www.qualecefalu.it/node/24813, ma anche, perché potranno essere integralmente ascoltati, nella video registrazione della seduta su “Consiglio comunale on line”.
Negli anni a venire e sempre, per il passaggio cruciale che essi finiranno per essere negli sviluppi, che la vicenda della galleria di sfollamento avrà.
Nel bene e nel male, ovviamente.
E niente aggiungo sulle due lettere al Consiglio inviate, prima e dopo la seduta, dai Comitati “Cefalù Quale Ferrovia” e “Pendolari Sicilia”.
Su di esse ho diffusamente scritto su questo blog www.qualecefalu.it/node/24655 , www.qualecefalu.it/node/25015.

Sugli uni e sulle altre, come, anche, sui contributi, che, sul raddoppio, dal 1987 ad oggi, ho dato da rappresentante delle Istituzioni e da cittadino, libero, giudici inappellabili saranno il tempo e gli sviluppi dell’opera nel suo complesso.

Col decreto di approvazione della Giunta regionale, siamo al 2 agosto del 2024.

Da quel giorno, nessuno ha più parlato della galleria di sfollamento, nessuno ha dato notizia alcuna sulle verifiche e sugli approfondimenti di cui al parere del Genio Civile e nessuno si è preoccupato della criticità costituita dalla via Pietrapollastra, cioè dell’unico asse viario attraverso il quale i mezzi di soccorso potranno confluire nella sua rampa di accesso e da questa defluire.
E la criticità della via Pietrapollastra non è di poco conto.
Trattandosi di una ex mulattiera interpoderale trasformata in strada carrabile è una stradina tanto stretta, sinuosa e ripida da rendere impossibile il passaggio di due mezzi, che, percorrendola, dovessero incrociarsi, durante le operazioni di soccorso, www.qualecefalu.it/node/24782.
                
     
   
    

Rispetto ad essa la rampa di accesso è un’autostrada 
               
   
e nessuna autostrada ha l'imbocco-sbocco in una strettoia.                              

Oggi, nel mese di maggio del 2025, cioè a meno di due anni dal 23 aprile del 2027, quando, secondo la cartellonistica dei cantieri aperti, è previsto il termine ultimo per il completamento del raddoppio, della galleria di sfollamento e della sua rampa di accesso sappiamo, per avere la possibilità di constatarlo, che i lavori non sono ancora iniziati.

Come non sono, ancora, iniziati i lavori delle altre opere indispensabili per la fermata sotterranea, che, ad eccezione del "Rio Pisciotto", dovranno essere realizzate con scavi e sistemi tradizionali, che, notoriamente sono i più pericolosi in terreni ricchi d'acqua, come sono quelli sotto la fascia collinare da Pietrapollastra a Pietragrossa.

Invero, di una di esse, la galleria di accesso al piano mezzanino, i lavori erano iniziati esattamente un anno fa, a metà maggio del 2024, ma sono fermi dal mese di ottobre dello stesso anno.
Un fermo, che ha il suo EMBLEMA, tecnico ed esecutivo, nei trefoli
                                                          

che sono stati inseriti nel primo, ed unico, dei fori a corona dell'imbocco della galleria d'accesso, che la ToTo, dopo avere ultimato la paratia di micropali disposti a trapezio, avrebbe dovuto, e dovrebbe, trasformare in quei tiranti, che sono presidio indispensabile per stabilizzare non solo il terreno a corona dell'imbocco medesimo, ma anche la stessa paratia.
Quei trefoli non sono stati tesati perché se, come viene ricordato dagli sprovveduti che aprono la bocca per dare fiato ai polmoni, è stato possibile realizzare il tunnel sotto La Manica, il loro tesaggio, in acqua,
    
    
fondamentale per rendere efficace il tirante rendendolo idoneo alla funzione che deve assolvere, è impresa assai ardua, se non impossibile.
Almeno sul pianeta Terra.
E Pietragrossa non è su Marte e, neanche, sulla Luna.

Com’è ovvio, e come ho più volte scritto, senza le opere, che ho descritto così come sono previste nel “progetto esecutivo”,  la fermata sotterranea di Cefalù non potrà esistere e sono opere la cui realizzazione, certamente difficile, richiederà anni e anni, che si aggiungeranno, almeno in parte, ai quattro che ho stimato per il completamento delle due canne della galleria “Cefalù”.

Ho detto almeno in parte, perché, ad eccezione delle gallerie di accesso e di sfollamento, le altre sono opere che non potranno essere iniziate prima del completamento, sino a Pietragrossa, delle due canne medesime.

Infatti:
- per quanto attiene al cunicolo di drenaggio Rio Pisciotto, dopo che la microtalpa lo avrà ultimato ed avrà innestato la sua condotta alla canna lato mare della galleria Cefalù, la microtalpa medesima non potrà essere lasciata sotto terra e sarà, soltanto, all’interno della canna lato mare che potrà essere smontata per essere trasportata nell’area di cantiere di Ogliastrillo, che è la più vicina;
- per quanto attiene ai due pozzi per le scale di sicurezza dovranno essere innestati uno alla galleria del mezzanino e l’altro alla canna lato mare della galleria Cefalù.

Sui tempi per la definitiva soppressione dell'attuale sottostazione elettrica, su quelli per la realizzazione e l'attivazione della nuova sottostazione nella valle del Carbone e su quegli altri per la realizzazione della nuova "piazza della fermata", aggiungo, soltanto, che, in gran parte e per ovvie ragioni, andranno a sommarsi ai tempi delle opere di cui ho già scritto.
Tempi che, dovesse andare bene, a mio giudizio, aggiungerebbero 10 anni ai 4 che ho stimato per il completamento delle canne della galleria “Cefalù”, facendo traslare al 2039 il completamento del raddoppio nel suo complesso.

Tempi lunghi, per i quali viene spontaneo chiedersi perché mai non sono stati ancora iniziati i lavori delle gallerie di sfollamento e del mezzanino.

Qualcuno avrebbe il dovere di spiegarcelo.
Le notizie, che, periodicamente, vengono date sull'avanzamento della talpa sono poca cosa.
Anzi, sono nulla.

Non sono e non possono essere, affatto, quel “piano di comunicazione condiviso col Comune” di cui ha parlato Marco Marchese, Direttore degli investimenti RFI per la Sicilia e la Calabria, nel corso dell’intervista, che Stefania Petix gli ha fatto il 10 dicembre 2024 per “Striscia la notizia”,
                                                 

non sono, affatto, “notizie efficaci ed efficienti per comunicare ai cittadini come si svilupperanno i lavori”, come Marchese ha promesso,
non sono, affatto, l’informazione, che la collettività cefaludese, e non, si sarebbe aspettata e si aspetta.

Informazione, che, sulle opere per la fermata sotterranea, è ferma a quella, che venne data il 26 gennaio 2016 nella sala delle capriate del Comune.

Come sostengo da anni, è al buon esito della realizzazione delle  opere indispensabili per la fermata sotterranea, che è legato il destino del raddoppio nel suo complesso.

Al riguardo, e concludo, è sin troppo evidente che sarebbe un autentico fallimento dell'opera nel suo complesso, una sconfitta per tutti ed un dramma per Cefalù, se tra qualche anno, difficile prevedere quanti, qualcuno dovesse dire:
" Ci avevamo creduto e sulla carta l'avevamo, pure, disegnata.
Abbiamo tentato e fatto di tutto.
Ci dispiace ma non ci siamo riusciti: la fermata sotterranea di Cefalù è irrealizzabile".

La sconfitta sarebbe troppo bruciante per Cefalù e per il Bel Paese, tutto, perché troppo danaro pubblico e troppo tempo sarebbero stati sacrificati sull'altare della scelta della fermata sotterranea, che, spacciata per SCELTA STRATEGICA, è, semplicemente, SCELTA IRRAZIONALE
DA TUTTI I PUNTI DI VISTA: da quello urbano-ambientale a quello tecnico-realizzativo. 
Come, con argomentazioni specifiche, sostengo da sempre.

Saro Di Paola, 21  maggio 2025