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PRG: i desideri che riescono a cancellare la città [2]2 Novembre 2021, 08:27 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Attento popolo di Cefalù, stai per essere ingannato un'altra volta con il Piano regolatore. La prima volta accadde quando il Consiglio comunale stravolse il piano allestito dal professore Samonà. Stravolto a tal punto, che il suo estensore decise di ritirare la sua firma. Perché fu stravolto dai consiglieri di quel tempo? Certamente per favorire gli amici degli amici. Con quale risultato? Che la città che abbiamo non è la città descritta da Max Weber.
Molti anni fa Max Weber così definì la città: “Ambito territoriale caratterizzato dalla presenza di un complesso di funzioni e di attività integrate e complementari, organizzato in modo da garantire elevati livelli di efficienza e da determinare condizioni ottimali di sviluppo delle strutture socio-economiche”.
Guardiamoci attorno, facendo attenzione alla povertà dei servizi; all'assenza di una rete idrica e di una rete fognaria meno fatiscente e con un depuratore ubicato dove mai si sarebbe dovuto fare; ai tanti panorami distrutti per assecondare la sete di denaro di alcuni pseudo imprenditori edili; alla viabilità mortificante, tra l'altro priva di parcheggi; costruzioni pericolanti e mai ultimate. Insomma, “l'assenza assoluta di ogni efficienza e delle condizioni ottimali di sviluppo”.
Vero che questi danni hanno un'origine che precede i dieci anni di questa Amministrazione, ma è ancor più vero che questa Amministrazione non ha neppure saputo progettare un rimedio. Anzi, per l'assenza di idee, ha peggiorato notevolmente la situazione, specialmente quando ha prevalso il principio del “non conforme, ma compatibile”, seguito dal fu capo dell'ufficio tecnico Ivan Joseph Duca.
Si vada a vedere, se si vuole evitare il ripetersi di un errore perpetrato al piano Samonà, il piano in discussione nel Consiglio comunale e in particolare agli emendamenti proposti, e si avrà un'idea incontrovertibile del rischio che la storia si prepara a ripetersi, con il rischio che oltre che tragica sia anche costosa farsa.
Non è male concludere con una bella definizione di città fatta da Italo Calvino: “Le città si dividono tra quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati”.