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La “questione anziani” e la “Casa di riposo Scicolone” [2]26 Settembre 2013, 11:04 - Saro Di Paola [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Come tutti sappiamo l’Italia è un Paese che invecchia.
Perciò, l’Italia è un Paese, nel quale la “QUESTIONE ANZIANI” dovrebbe essere al centro dell’agenda della Politica.
Innumerevoli e di molteplice natura sono,infatti,gli effetti e le conseguenze del progressivo invecchiamento della popolazione,che la Politica, a livello nazionale prima ed a livello locale dopo, dovrebbe sviscerare nel tentativo di adottare le necessarie contromisure per ovviare, se non a tutti, almeno ai più “delicati” tra gli effetti e le conseguenze medesimi.
Se la Politica dovesse continuare a fare spallucce, la “QUESTIONE ANZIANI” diventerà, nei decenni a venire, “EMERGENZA ANZIANI”.
Ove già non lo fosse.
Ovviamente.
A dirlo non sono io.
A dirlo è la RAGIONE.
La stessa RAGIONE, però, consente di dire che, a Cefalù,nei decenni a venire si sarà riusciti ad ovviare ad alcuni degli effetti e delle conseguenze dell’invecchiamento della popolazione con la realizzazione della “CASA DI RIPOSO SCICOLONE”?
Allo “stato dell’arte” ASSOLUTAMENTE NO!
A mio giudizio.
Ovviamente.
La risposta alla mia domanda potrà venire, soltanto, da uno STUDIO, serio, DI FATTIBILITA’ dell’opera.
Intendendo per fattibilità ciò che ITACA - Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale -,
organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome,
ha inteso nelle “Linee guida per la redazione di studi di fattibilità delle opere pubbliche” divulgato il 24 gennaio del 2013.
(http://www.itaca.org/documenti/news/LG%20ITACA%20SDF_Completo_240113.pdf [5])
Cito,
dalla premessa alle "linee guida":
“Se da un lato in Italia si registra un sempre costante fabbisogno di investimenti pubblici, dall’altro esiste il rischio di operare scelte sbagliate, sia in termini di opere annunciate e mai realizzate sia,ancor peggio, di opere compiute ma di scarsa utilità per la collettività.
Servono rigorose e trasparenti analisi di convenienza capaci di cogliere preventivamente gli ostacoli tecnici, procedurali ed economico-gestionali: lo studio di fattibilità deve quindi poter funzionare come parte integrante del processo di elaborazione del progetto ma anche come supporto per l’ottimizzazione delle scelte di investimento e, infine, come strumento per l’allocazione efficiente di risorse pubbliche sempre più scarse”.
dalla prefazione alle "linee guida":
“La crescente scarsità di risorse a disposizione delle pubbliche amministrazioni impone alle stesse di dotarsi di strumenti atti a consentirne una gestione ed una politica di investimenti pubblici che sia il più possibile razionale, efficiente ed economicamente sostenibile.
Lo studio di fattibilità è lo strumento che, attraverso l’analisi della domanda, l’analisi del modello gestionale e le analisi di fattibilità finanziaria ed economica, permette di porre in luce le eventuali criticità, anche di medio lungo termine, di un progetto, consentendo di scremare le diverse ipotesi di intervento e di orientare i successivi approfondimenti e la fase di progettazione.”
Come dire che sulla “casa Scicolone”, senza uno studio di fattibilità, serio, sono, soltanto, improvvisazione e demagogia.
Chiacchiere, indegne della Politica!
Saro Di Paola, 26 settembre 2013