“L’E’ TUTTO DA RIFARE”

ritratto di Saro Di Paola

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La vicenda della Caserma dei Vigili del fuoco e quell’altra dell’ex edificio postale di Cefalù mi danno la stura per una riflessione.
Certamente amara!

Da quando il macello e l’ex ufficio postale, per la loro inadeguatezza, non assolvono più alle funzioni per le quali vennero realizzati, la Politica di Cefalù, ha localizzato nel primo, la caserma dei vigili del fuoco, nel secondo una struttura pubblica con le più svariate destinazioni d’uso.
Nel più assoluto generale consenso!
Da parte di tutti!
Forze politiche e cittadini.
Per almeno due decenni.
Come di rado è capitato quando, per la Politica, si è trattato di operare scelte di natura urbanistica.

Ebbene, nel corso del consiglio comunale del 12 marzo, per voce del Sindaco, come cittadini siamo venuti ufficialmente a conoscenza di due fatti, quantomeno, singolari che hanno dato la stura alla mia riflessione :
- la caserma dei vigili del fuoco non potrebbe essere realizzata per “mancanza della conformità urbanistica”. L’ex macello, infatti, è all’interno della zona N1 del PRG che ha destinazione d’uso a verde organizzato e a giardino pubblico;
- il progetto dell’intervento pubblico da eseguire nell’area dell’ex edificio postale non può “andare avanti” perché “manca la relazione geologica per la cui redazione è necessario eseguire quei sondaggi sino alla profondità di 20 m che sono previsti dalla legge sismica”.

Il primo dei due fatti nel momento in cui parrebbe, il condizionale è d’obbligo, che il Comune disponga di un finanziamento di 700.000 euro per il primo stralcio dei lavori di ristrutturazione dell’ex macello.
Il secondo dei due fatti nel momento in cui l’approvazione da parte del Consiglio del progetto dell’ intervento pubblico di cui la Città dispone, potrebbe - altro condizionale d’obbligo - costituire l’atto prodromico indispensabile per impedire che i privati cittadini che, in tutta legittimità, hanno acquistato l’ex edificio postale lo ristrutturino per adattarlo a destinazioni e funzioni, certamente, non pubbliche.

Quale la mia riflessione ?

Se la matassa delle leggi urbanistiche vigenti a Cefalù ed in tutto il territorio della regione Sicilia nel combinato disposto con le leggi che definiscono e differenziano il ruolo e le competenze della Politica da quelli dei responsabili dei servizi dovesse consentire, ad un responsabile di servizio di cambiare, con propria determinazione, la destinazione d’uso di un immobile e, nel contempo, non dovesse consentire alla Politica di recuperare un immobile in stato di abbandono per destinarlo ad una funzione pubblica diversa da quella per la quale era stato realizzato ed alla quale, per la sopravvenienza di altre leggi, non può più assolvere, è proprio il caso di dire “L’E’ TUTTO DA RIFARE” !

Se la legge sismica dovesse condizionare l’iter dell’approvazione di un progetto sino a costringere la Politica a bloccarlo per la mancanza di un “sondaggio sino alla profondità di 20 m” non, già, sulla parete acclive di un versante collinare instabile ma, all’interno di un centro abitato ad altissima densità edilizia abbarbicato ad una enorme emergenza rocciosa e con edifici sino a sette elevazioni, è proprio il caso di dire “L’E’ TUTTO DA RIFARE”!

Saro Di Paola, 23 marzo 2010

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Saro

forse è il caso di dire: "è tutto da svelare"!

ritratto di Saro Di Paola

TUTTO DA RIFARE O TUTTO DA SVELARE ?

Caro Pino, se sia "tutto da rifare" o "tutto da svelare" dipende dal grado di probabilità dei fatti che costituiscono le protasi dei miei due periodi ipotetici finali.
Cioè dalla classificazione tipologica dei periodi ipotetici medesimi.

Per chi li intenda, come io li ho intesi, periodi ipotetici della "irrealtà" l'apodosi non può che essere "è tutto da rifare".

Per chi li intenda, invece, periodi ipotetici della "realtà" o della "possibilità", una delle apodosi potrebbe essere la tua : "è tutto da svelare".

Sarebbe stato corretto che nella apodosi avessi usato il verbo essere al condizionale presente "sarebbe".
Ho usato l'indicativo presente "è" perchè mi sono rifatto alla frase di Gino Bartali "L'E' TUTTO SBAGLIATO, L'E' TUTTO DA RIFARE".
Grazie per il commento