Il PD può sconfiggere il degrado della politica locale

ritratto di Antonio Franco

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Ho sempre pensato che la Democrazia si fondi sul valore straordinario della partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica, senza paure e senza sotterfugi: i movimenti politici di orientamento democratico hanno avuto il compito, fin dall’antichità, di far uscire dall’anonimato e avvicinare ai percorsi politici il più ampio numero di cittadini, in particolare dando voce a chi è posto o si trova ai margini della società. Così è stato per i nostri modelli classici occidentali, ad Atene e a Roma, così è stato per i Comuni medievali, per la parte migliore dei movimenti risorgimentali, per i grandi partiti di massa del ‘900 nelle nazioni democratiche europee. Invidio molto lo spirito di partecipazione che anima moltissime realtà del centro-nord Italia, ma, senza dover andare così lontano, anche i paesi delle Madonie: non solo durante le campagne elettorali, ma anche nei periodi ordinari e soprattutto quando vi sono problemi che interessano la collettività, Polizzi come Isnello, San Mauro o Gratteri, a Castelbuono come Collesano o Caltavuturo (solo per citarne alcuni) dimostrano interesse, fervore e mobilitazione di gente d’ogni età, che si preoccupa di sapere, dibattere, difendere i propri diritti.
Così non è a Cefalù. Raramente si avverte un’attenzione diffusa sulle questioni della Città, è ancor più raro l’aggregarsi spontaneo di cittadini (sempre deriso o criticato dalle solite reincarnazioni di Don Lappanio, che ripete “ma che fate, ma chi siete, ma che volete?”), quasi esclusivamente per le elezioni comunali si registra una partecipazione non solo passiva a percorsi e scelte della politica. Ma c’è un distorto tipo di partecipazione e aggregazione che resiste imperterrito: l’anonimato. Vuoi pubblicare valanghe di lettere o interventi su giornali o siti telematici? Non mettere i nomi. Vuoi far girare maldicenze e menzogne su qualcuno? Raccoglile da anonimi e proponile da anonimo. Vuoi i migliori risultati aggregativi da un incontro? Falla in modo anonimo in un luogo segreto. E così via. D’altronde, questa Città, negli anni della sua massima espansione urbana, ha avuto ben due logge massoniche “coperte” (secondo me, ancora attive, magari in altra forma), capaci di spartirsi appalti, ruoli politici, finanziamenti e contatti con la criminalità organizzata. Quindi, perché meravigliarci? Il degrado progressivo della politica locale, che ha toccato il fondo con la “colonizzazione” della sindachessa Vicari e della sua “corte di golosi”, per proseguire scavando nel fondo melmoso con la gestione Guercio, inetta nell’amministrare e asservita ai gruppi di potere locali e forestieri, mostra, però, indenni gli attori anonimi e le conventicole segrete: resistono come i virus e i batteri persino a un’esplosione atomica! Ci sarebbe solo un modo per isolarli e renderli innocui: accrescere il numero dei cittadini che partecipano in modo attivo e consapevole alla vita politica, sociale e culturale della nostra Città. Rendere capillare un sistema di informazione-formazione che favorisca l’attenzione, il coinvolgimento, la mobilitazione della gente d’ogni età, condizione, pensiero politico e culturale. Guardando il “bel” panorama che sanno offrire, quale gruppo politico si può pensare che dovrebbe avere la vocazione, l’intenzione, le qualità, le motivazioni per fare questo qui a Cefalù? L’UDC? Il MPA? Il PdL, diviso fra i seguaci di Miccichè e quelli della Vicari? Essi detestano la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, ne disprezzano i motivi profondi, cercano relazioni clientelari con la gente per spingerla, in adorazione, davanti a coloro che possono fare “la grazia”; per loro i diritti dei cittadini equivalgono ai favori che possono concedere le proprie “entità” superiori.
Il Partito Democratico avrebbe appunto la “mission” alternativa, quella di far uscire dall’anonimato e dalla lontananza quanti più cittadini possibile: la vocazione ad ascoltare tutti, coinvolgere, formare e rendere donne e uomini protagonisti della loro Città. Ribadisco l’auspicio più volta espresso, in privato e in pubblico, ai miei amici di partito: il PD sia, a Cefalù, un partito più “plurale” possibile, incontri la gente con più continuità e meno timori sulla riuscita delle manifestazioni, si doti di una Sede dove i cittadini possano confrontarsi democraticamente fra loro e con i loro rappresentanti, si coinvolgano soprattutto i più giovani che, in questa Città, sono tenuti disinformati e ai margini con l’intento di poterli “orientare” meglio nel momento elettorale.
Non esito a definire di prima grandezza il percorso compiuto dal PD nelle sedi istituzionali dove ha rappresentanti: siamo all’opposizione, è vero, ma penso che la nostra voce nei consigli comunale e provinciale sia autorevole, qualificata e rispettata, perché passa attraverso un itinerario di coerenza, di eticità, di studio continuo e di competenze progettuali che non dobbiamo invidiare a nessuno. Le nostre qualità, la nostra storia politica, le scelte coraggiose compiute e l’afflato con la gente non ce lo può togliere nessuno, è patrimonio ineludibile nostro e della comunità in cui viviamo. Ma non si può, d’altro canto, puntare solo a questo: all’attività meritoria dei pochi rappresentanti o al compito, pur lodevole, di ascoltare e assistere molti cittadini nelle loro lagnanze e controversie. Corriamo il rischio di essere come gli eroi omerici, coraggiosi e apprezzati ma solitari e, quindi, difficilmente in grado di costruire il cambiamento e il progresso; oppure, c’è il rischio di confondere il partito con il patronato, attività pregevole ma che di per sé non predispone i cittadini alla partecipazione attiva nella vita politica e sociale. Noi consiglieri comunali del PD dobbiamo avvertire la necessità vitale di relazionare periodicamente sulle nostre attività, discuterne metodi e obiettivi, ricevere spunti e sollecitazioni per nuove azioni di controllo, verifica o proposta, nell’ambito di un ampio e vivace dibattito interno, non con pochi benché simpatici e qualificati interlocutori, che però non bastano per una vera vita democratica di partito. Solo così, permettendo che si esprimano nuove facce, voci e soprattutto intelligenze, saremo forza politica autorevole e credibile a governare questa Città, non perché saremo stati costretti ad accordi più o meno spregiudicati con questo o quel portatore di voti, ma perché avremo saputo coinvolgere la maggioranza degli elettori in un Progetto apprezzato anche da quanti sono d’altro orientamento o, e sarebbe meglio, da quanti ritenevano ormai inutile andare a votare. Va raccolta la sfida, impegnativa ma qualificante, di aprire il PD a quanti si sono trovati in dissenso con noi, a quanti abbiamo perso per strada, a chi si è demotivato perché voleva contare di più, specie a tutti quelli che ancora non conosciamo, non abbiamo mai sentito parlare, non sappiamo neppure che sarebbero disponibili all’impegno; a tutti questi non dobbiamo temere di dare ascolto, ruoli e responsabilità, chiedendo il rispetto per il percorso compiuto ma credendo nella costruzione condivisa di un futuro migliore. Esso parte dall’agire in modo diverso rispetto agli altri: dall’idea di un PD dove tutto non sia scontato, già preordinato, deciso in ambiti ristretti o in altra sede, dove vi sia un confronto su tutto e aperto a tutti, il dire “noi” anziché “io”, anche sui temi più complessi e delicati, come ad esempio – visto che qualcuno ne comincia a parlare – il futuro candidato sindaco. Abbiamo, in più occasioni, pubblicamente, preso l’impegno di percorrere questo sentiero, non il tale o l’altro singolo, perché non si tratta di personale visibilità, ma insieme: è giunta l’ora indifferibile di cominciare, e sarebbe importante farlo convocando, in tempi brevi, un’assemblea cittadina del PD per aprire il confronto su un percorso di condivisione e progettualità nell’interesse della Città, da continuare discutendo con cittadini, esperti e categorie sulle diverse problematiche locali. Poiché desideriamo che la vita politica di Cefalù sia migliore, cominciamo da noi, perché come diceva De Gasperi “nessuno potrà aspirare ad una società migliore se non s’impegnerà ad essere migliore egli stesso”.

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Tony,

intanto ti ringrazio a nome dello Staff de "laltracefalu" per aver voluto affidare la tua voce anche al nostro blog, pur se il numero di persone che esso può raggiungere è limitato rispetto ad altri Siti ben più blasonati e corredati da "galattici dati statistici".
Se democrazia è partecipazione, questa non può non svolgersi nella chiarezza della identità di chi partecipa e nella trasparenza dei ragionamenti-percorsi che, da quella identità, alle finalità dichiarate conducono; entrambi questi requisiti sono quelli che fanno, ovviamente, di una partecipazione, una partecipazione responsabile.
Il nostro blog paga il prezzo di aver fatto questa scelta ma ne va fiero perchè siamo fermamente convinti non che non sia importante essere in molti ma che la quantità è un valore benvenuto soltanto quando matura e consegue dal valore - primario e prevalente - di ciò attorno a cui ci si raccoglie.
Troppe compagini si sono rivelate solo delle “ammucchiate” proprio per lo scarso valore dato a cosiddetti “codici delle regole”!
Qualunque ipotesi di convegno che si prefigga la “evocazione-costruzione” di un progetto di mutamento non può indicarlo come “positivo” se non si svolga tra soggetti certi, secondo regole chiare.
Ma tutto questo è sin troppo scontato; bisogna solo non scordare mai, e denunciare, che è negli angoli più riposti e lontani dalla luce che trovano l’habitat ideale di fermentazione gli elementi più infettivi!

Il PD cefaludese risente anch’esso della crisi che tutti i partiti da tempo stanno attraversando, e ha certo sue specifiche pecche di varia origine, cui tu hai accennato, che lo rendono fragile all’interno e poco visibile all’esterno, ma credo che sia l’unico che abbia coerentemente perseguito l’obiettivo dell’affermazione del rispetto delle regole in questa città (rapporto tra Giunta e Consiglio, amministrazione contabile, coordinamento degli uffici, responsabilità dei funzionari, affidamento dei Beni, potenziamento della capacità di controllo della Polizia municipale, etc...).
Non è poco in una città in cui le regole sono un “optional”, in cui lo sfaldamento tra i vari organi è tale per cui “la mano destra non sa cosa fa la sinistra”; in una città in cui la trasparenza della casa comune non è mai esistita; in una città che ha fatto della assenza della democrazia fondata sulla trasparenza e sulla partecipazione la condizione ideale per ogni tipo di abuso da parte di tanti gruppi di avventurieri, locali e non.

Ciò è indispensabile ma certo non basta; occorre rendere anche visibili alla città le ipotesi di progetto e coinvolgerla nelle elaborazioni definitive, come è indispensabile riassumere il lavoro svolto in Consiglio, anche nella sua parte propositiva, per renderlo politicamente chiaro alla gente confusa da quelle voci che giungono persino ad accusare la “Opposizione” non solo di manovre poco chiare nelle stanze attigue all’aula consiliare, non solo di non sapere intercettare e coordinare il malcontento della gente ma, addirittura, di “soffocarne la protesta” o di essere la causa del ristagno attuale per una ostinata strategia del “muro contro muro”!
Per fare ciò occorre una struttura, occorre un Partito, cioè una sede, un organigramma solidale, gruppi di ricerca, occorre gente che lavora e qualche soldo.
A parte qualche incomprensione personale, occorre pure però che quella parte del Pd che ha sostenuto dalla prima ora questa Amministrazione, faccia definitivamente chiarezza sulla sua attuale identità-posizione, auspicabilmente prendendone in maniera inequivoca le distanze.
So che una sede è in via di individuazione, che alcuni progetti sono in via di presentazione alla città, la tua presenza assidua, mai come ora, sarà di conforto a tanti.