CEFALÙ: LE MISERIE DI CERTA POLITICA

ritratto di Francesco Calabrese

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La storia, soprattutto recente, della nostra Città oltre a caratterizzarsi per le innegabili incertezze politiche si sta distinguendo, purtroppo, per i sermoni e per gli allarmismi propinati da certa politica.

In maniera sempre più preoccupante, assistiamo ai “dotti” e “accademici” sermoni di chi ritiene di fare proselitismo politico parlando, continuamente e comunque, di tenebre, di misteri, di sospetti, di collusioni, di pressioni, di potenti e influenti maggiorenti.
Il tutto condito dalla bieca convinzione di essere depositari del sapere, della verità, della legalità, della moralità e dell’etica. Convinzione, però, che spesso annebbia e offusca gli stessi predicatori, facendoli scadere persino nell’offesa indecorosa di coloro i quali sarebbero solo “colpevoli” di pensarla in maniera diversa.
Sono forme di estremismo culturale e politico che fortunatamente non hanno mai fatto presa sui Cefalutani o, quanto meno sulla loro maggioranza, e che in altre realtà e in altri tempi - per la verità non molto lontani - hanno fatto la rovina di interi popoli e di intere terre.
La politica dovrebbe essere una cosa diversa: dovrebbe essere improntata al rispetto dell’altro e delle sue idee, al rispetto dei ruoli e delle istituzioni in ogni loro espressione, e soprattutto al confronto autentico delle idee, scevro da sterili preconcetti, figli soltanto di una visione distorta e sofferente della realtà, dal momento che conducono a vedere il “male” in ogni dove.
Pure sulla costruzione del Laboratorio di Tecnologie Oncologiche (LATO), finanziata dal CNR e dal CIPE, certa politica locale ha ritenuto di continuare a predicare e impartire la solita “lezioncina”, non lesinando ingiustificati e inaccettabili insulti agli avversari di turno, arrivando persino a definirli “non utili idioti che per fede (pagana), per inettitudine o per superficialità facciano le foche ammaestrate”.
Ma ciò che è assai più grave è che si utilizza il facile metodo dell’allarmismo e delle paure per tentare di giustificare prese di posizione assolutamente infondate sotto tutti i profili: politico, tecnico-giuridico e medico-scientifico.
Aspetti tutti che, com’è giusto e corretto saranno affrontati e discussi liberamente e democraticamente dai rappresentanti del popolo nel naturale Consesso, dove le eventuali proposte saranno sottoposte al vaglio di tutti.
Ma forse il punto è proprio questo: si è cercato e si cerca artatamente di evocare in anticipo i soliti e noiosi “spettri”, nella speranza di screditare l’avversario politico e cercare di accattivarsi così le “simpatie” e il consenso di altri. Con buona pace delle evocate pretese “pressioni”!
È fin troppo evidente che tale modo di fare politica, peraltro assai grossolano e lontano dal (cristiano) rispetto verso il prossimo, non farà mai crescere, né i cittadini, né il Paese, né tanto meno le ambizioni “politiche” di chi predica i soliti sermoni, dal momento che produrrà il solo effetto di lasciare nell’immobilismo e nell’isolamento la nostra Cefalù, isolamento di cui finirà per cibarsi questa politica innamorata di sé stessa.
(Avv. Francesco Calabrese, capogruppo PDL-Sicilia).

ritratto di Giuseppe Aquia

Bravo avvocato condivido

Bravo avvocato condivido pienamente il suo discorso!!!PROPRIO PER QUESTE PRETESTUOSITà CEFALù NEGLI ANNI HA PERSO MOLTISSIMI PASSAGGI IMPORTANTI. ADESSO CARO PROF FRANCO, MANCA LA CILIEGINA SULLA TORTA IL COMITATO CONTRO IL POLO ONCOLOGICO E POI SIAMO ALLE SOLITE.

ritratto di Pino Lo Presti

Mi dispiace che in Consiglio comunale

si usino certe espressioni nei confronti di altri consiglieri, specie nei confronti di chi ha mostrato di non essere fra "i saltatori di quaglia".
Gli estremismi, come pratica professionale, non mi vedono d'accordo perchè rischiano - come dice Aquia - di far perdere "passaggi importanti"; tuttavia chiedere delle rassicurazioni e delle garanzie - quando motivate - circa eventuali rischi per la pubblica incolumità, credo sia doveroso da parte di un rappresentante dei cittadini.