Cefalù, sfregiato un angolo della "Calura", la Polizia scopre un cantiere edile in piena attività

ritratto di Polizia di Stato di Cefalù

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stava ricoprendo con una colata di cemento quel che era rimasto di una piccola spiaggia di pietre e sabbia

P. F., settantacinquenne, pensionato e B.P., cinquantacinquenne, entrambi cefaludesi, l’uno in qualità di proprietario committente e l’altro quale titolare dell’impresa esecutrice, sono stati indagati dal Commissariato di Cefalù per avere realizzato opere edili in area sottoposta a vincoli di inedificabilità assoluta e per avere alterato le bellezze naturali certificate per legge di un’area protetta.

L’operazione si è resa possibile grazie alla segnalazione di un villeggiante che mentre si trovava a transitare con la propria imbarcazione nei pressi della “Calura” ha notato opere edili proprio a ridosso della battigia del mare. Prontamente ha chiamato il 113 e la segnalazione – ritenuta assolutamente attendibile – è stata immediatamente girata al nucleo reati ambientali che da tempo oramai il Dirigente del Commissariato Manfredi Borsellino ha istituito per contrastare gli scempi che, purtroppo, periodicamente si consumano lungo il litorale cefaludese e non solo.

Effettivamente il personale di polizia giunto sul posto ha avuto modo di contemplare quello che è sembrato subito uno scempio difficilmente sanabile: oltre agli operai, ad una betoniera e ad altri attrezzi edili, innanzi gli occhi dei poliziotti si è presentata una lunga tubatura di colore arancione attraverso la quale, per caduta, si stava riversando del calcestruzzo direttamente sulla piccola spiaggia di pietre sottostante, o comunque su quello che era residuato dell’originaria spiaggia.

Sul posto è stato fatto convergere il tecnico di fiducia del proprietario della villa che ha commissionato i lavori che ha consegnato in fotocopia un’autorizzazione del lontano settembre 1994 rilasciata dalla Capitaneria di Porto di Palermo in favore della ditta P. G. F. e C. per: “… la costruzione di un muro di recinzione e contenimento in c.a. rivestito nella faccia vista con pietra calcarea e della lunghezza di mt. 49 alto mt. 2 e arretrato di mt. 4 rispetto il confine demaniale …”.

Lo scempio in sostanza si stava consumando in virtù di un’autorizzazione della Capitaneria di Porto di Palermo di ben sedici anni precedenti, senza tenere conto che l’intera area è stata poi sottoposta a vari vincoli fra cui quello di inedificabilità assoluta e dichiarata di pregio naturalistico e paesaggistico. Ben altre pertanto dovevano essere le autorizzazioni e nulla osta di cui il proprietario/committente dei lavori doveva munirsi per effettuare quelle opere.

A questo punto, previo sopralluogo tecnico, l’ufficiale tecnico geometra del Servizio Urbanistica del Comune di Cefalù, nominato nella circostanza ausiliare di P.G., ha certificato la realizzazione a confine con la battigia del mare di un muro attraverso la collocazione di numerosi sacchi contenenti verosimile calcestruzzo e la posa in opera sopra gli stessi di gettata di calcestruzzo armato con rete elettrosaldata, il tutto documentato in modo evidente dalle immagini che si allegano.

Tutti i lavori in corso di realizzazione sulla battigia della contrada Caldura - realizzati peraltro entro i 150 mt dalla battigia e quindi in area di inedificabilità assoluta - necessitavano dei nn.oo. della Soprintendenza ai bb.cc.aa. di Palermo e dell’autorizzazione del Genio Civile di Palermo, nonché dell’autorizzazione del Comune di Cefalù, in quanto il sito ricade in area soggetta a vincolo paesaggistico (D.L.v. 42 del 22.01.2004) e sismico (Legge 02.02.1974, nr. 64), tutti atti di cui il proprietario/committente ha dichiarato di esser sprovvisto.

Inevitabile il sequestro preventivo d’urgenza dell’intera area di cantiere e di tutto il materiale edile presente sul posto, tra cui una betoniera elettrica e una condotta rudimentale di tubi in pvc di colore arancione per la conduzione del calcestruzzo sull’opera da realizzare.

Il sequestro è stato convalidato dal GIP presso il Tribunale di Termini Imerese e le opere già realizzate con tutto il materiale edile potrebbero essere prossimamemente rimosse in modo da ripristinare la situazione originaria dei luoghi. Malgrado tuttavia gli ordini di rimozione e/o demolizione delle opere assentite come abusive emanati dal Comune e la formazione di eventuali giudicati penali, questi scempi, come tanti altri scoperti nel recente passato, è molto probabile purtroppo che rimarranno lì dove sono a compromettere definitivamente la bellezza di quei luoghi, garantendo di fatto ai loro autori l’impunità.

ritratto di Pino Lo Presti

"Malgrado tuttavia

gli ordini di rimozione e/o demolizione delle opere assentite come abusive emanati dal Comune e la formazione di eventuali giudicati penali, questi scempi, come tanti altri scoperti nel recente passato, è molto probabile purtroppo che rimarranno lì dove sono a compromettere definitivamente la bellezza di quei luoghi, garantendo di fatto ai loro autori l’impunità".

ritratto di Saro Di Paola

CALURA e non "KALURA"

La località è Calura.
"Kalura" è il primo albergo che è stato realizzato nella località.